Recensione: Rebel Meets Rebel
I Rebel Meets Rebel nascono dall’incontro tra due musicisti, quantomeno eclettici, provenienti da ambienti musicali sostanzialmente differenti; in virtù, comunque, di una comune affinità spirituale. Si tratta di Darrell Lance Abbott e di David Allan Coe, che incrociarono le loro strade in un centro commerciale texano quando – secondo alcune testimonianze – Darrell si sarebbe presentato a Coe mettendosi in fila come un normale fan per ottenere un autografo e acquistare del merchandising.
Coe era un cantante/chitarrista «outlaw country», affermato già dagli anni ‘70 con molti singoli entrati nelle varie classifiche. Anche se, a onor del vero, bisogna ricordare che buona parte della sua fama deriva forse più dai suoi precedenti penali che non dalle sue composizioni. Sin da piccolo, infatti, era ben conosciuto dalla Legge: regolarmente, entrava e usciva dal riformatorio e dal penitenziario di Stato. Inoltre fece parlare molto di sé, agli esordi, per i suoi temi xenofobi e misogini.
Dimebag, invece, poteva essere considerato un ribelle; più per il suo inconfondibile e talentuoso stile chitarristico, che per la sua esistenza scellerata. All’età di sedici anni fu escluso dalle principali competizioni regionali per chitarristi perché troppo vincente, pur cimentandosi con musicisti con dieci o più anni di esperienza. Molto coraggiosa fu anche la scelta di rifiutare l’offerta di Dave Mustaine il quale, prima di reclutare Marty Friedman, aveva offerto il posto vacante al Nostro.
Per quanto riguarda la sezione ritmica della band, a coadiuvare i due troviamo Rex Brown e Vinnie Paul. I Pantera, infatti, erano temporaneamente in stand-by per via dell’eccessivo uso di stupefacenti da parte di Phil Anselmo. Il materiale composto durante varie jam-session registrate tra il 1999 e il 2004 (anno del tragico omicidio di Dimebag), fu messo insieme due anni dopo da Vinnie Paul, per tributare la memoria del fratello. Il Risultato? Il full-length “Rebel Meets Rebel”. Avete presente, con le dovute proporzioni, il film “The Blues Brothers”, quando i protagonisti si ritrovano a suonare live in uno «sporco locale» di musica southern/country, protetti da una rete da pollaio? Alla fine saranno «costretti» a ripetere, quasi per tutta la serata, “Rawhide”, per divertire un folkloristico pubblico dotato dai un alto tasso alcolico.
Si parte con “Nothin’ To Lose” e, fin dalle prime note, si distingue lo stile caratteristico di Dimebag: un brano che ricorda “Summertime Blues”, riveduta e corretta. Coe, che su questa traccia originariamente doveva essere affiancato da Anselmo, non si trova del tutto a suo agio con questo genere di sound. Convincente la prestazione di Rex Brown al basso, dal suono corposo e «slappato» sapientemente su ritmi quasi «funkeggianti». La title-track è forse la canzone più riuscita dal punto di vista di una difficile fusione tra groove/thrash e country music. Quasi inevitabile battere il piede, ascoltando il vivace ritmo dei violini e le coinvolgenti accelerazioni del ritmo. “Cowboys Do More Dope”, invece, è una canzone dalle tinte blues. Dal testo irriverente e scanzonato, arricchita da un piano che sembra preso da un saloon in perfetto stile western. Con “Arizona Rivers” si passa a sonorità più leggere – sulla falsariga di “Planet Caravan” dei Black Sabbath – con un appropriato uso della slide guitar. “Get Outta My Life”, dall’incedere rock’n’roll, consta della partecipazione di Hank Williams III per le linee vocali. Convincente, anche, la conclusiva “N.Y.C. Streets”, ballata acustica con un piacevole sottofondo caratterizzato dai «wah wah» di stampo «hendrixiano».
Un disco «strano» ma fruibile da tutti. Tuttavia, un esperimento riuscito solo in parte. Bene finché si rimane su territori più congeniali a Coe, meno bene quando emerge il «Pantera style». Non per questo deludente o suonato male. Di “Rebel Meets Rebel” consiglio almeno un ascolto prima di un eventuale acquisto. Un prodotto che, quasi certamente, non avrà un seguito; ma che consegna l’ultima testimonianza di Dimebag Darrell alla riscoperta delle proprie radici musicali.
Orso “Orso80” Comellini
Discutine sul forum nel topic relativo!
Track-list:
1. Nothin’ To Lose 3:39
2. Rebel Meets Rebel 3:09
3. Cowboys Do More Dope 4:48
4. Panfilo 0:34
5. Heart Worn Highway 4:12
6. One Nite Stands 2:28
7. Arizona Rivers 2:27
8. Get Outta My Life 3:31
9. Cherokee Cry 3:50
10. Time 3:35
11. No Compromise 3:52
12. N.Y.C. Streets 4:12
All tracks 41 min. ca.
Line-up:
David Allan Coe – Vocals/Guitar
Dimebag Darrell – Guitar
Rex Brown – Bass
Vinnie Paul – Drums