Recensione: Récidive
La scena metal francese sta consegnando al mondo tantissimi nomi di spicco, soprattutto in ambito estremo ed avanguardistico (Alcest, Deathspell Omega, Gojira e tanti altri), ma i Manigance dimostrano che anche per quanto riguarda il power metal i cugini d’oltralpe hanno qualcosa da dire. Nati nel 1995 hanno registrato negli anni diversi full length ed un live arrivando oggi a siglare la quarta fatica in studio di una carriera che li ha portati a suonare in lungo e in largo per la propria patria. Il successo che ha raggiunto questo quintetto è arrivato, in realtà, dal Giappone, terra da sempre ben disposta verso sonorità veloci e melodiche come quelle del power metal e dove i Manigance sono stati accolti piuttosto bene.
Oggi, quindi, è il turno di Récidive, un disco che suona subito fresco e diretto rispetto allo standard patinato che il genere propone solitamente e presenta, per chi non conoscesse la proposta della band, una particolarità che accomuna la produzione del gruppo: i testi in francese. Tale elemento rappresenta, in effetti, il vero tratto di riconoscimento dei Manigance che preferiscono utilizzare un idioma melodico ed armonioso come quello del Re Sole piuttosto che uno più duro e tradizionale come l’inglese.
Va detto che, se dapprima il tutto suona vagamente ridicolo, durante l’ascolto dell’album questa scelta viene pian piano metabolizzata fino a risultare vincente per un substrato strumentale tendente comunque alla melodia. In effetti, parlando proprio del tappeto musicale, esso non si discosta affatto dai canoni del power metal vicino a quello degli Angra meno progressivi proponendo brani dalla fortissima componente melodica e tempi abbastanza veloci, nonché un cantato che per certi versi somiglia proprio a quello di André Matos.
Analizzando nello specifico i brani, assoluti highlight del disco risultano essere Larme De L’Univers, portatore di buone atmosfere, picco di pesantezza all’interno della tracklist insieme a Chant De Bataille ed ottima scelta come opener (l’iniziale Aura è soltanto un’intro di un minuto e mezzo). Mercenaire è un’altra canzone degna di nota grazie ad un ritornello che entra decisamente in testa ed un arrangiamento costruito attorno ad un riffing abbastanza semplice quanto efficace.
Non convince appieno invece Récidiviste, pezzo dalle tinte che si accostano a quanto fatto dagli Stratovarius e che entra in un mood progressivo. Vincente invece la strumentale Vertiges, bell’esempio di shredding chitarristico che non annoia grazie ad atmosfere epiche quasi da colonna sonora. L’album si chiude poi con la ballad Sans Détour, brano che poteva essere evitato o posto quantomeno in un’altra posizione a causa del suo incedere tutt’altro che brillante.
Un difetto che emerge una volta concluso l’ascolto di questo quarto parto discografico dei transalpini Manigance è che forse si sarebbe potuta compiere una selezione più accurata dei brani da includere all’interno di Récidive. Il minutaggio così elevato ed alcuni cali di tono non aiutano l’ascoltatore ad arrivare al fondo del disco con l’attenzione giusta per poter godere appieno degli episodi meglio riusciti.
Per il resto, idee valide ce ne sono e vengono anche ben realizzate, tant’è che la sufficienza è più che meritata per il quintetto, ma la prolissità dimostrata ed i passaggi a vuoto distribuiti lungo tutta la lunghezza dell’album compromettono la godibilità di un lavoro altrimenti decisamente ben fatto. Peccato perché con il talento messo in piazza dai Manigance ci si potrebbe aspettare ben di più.
Andrea Rodella
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Tracklist:
1 – Aura
2 – Larme de l’univers
3 – Dernier allié
4 – Mercenaire
5 – L’ombre d’hier
6 – Chant de bataille
7 – Secret de l’âme
8 – Récidiviste
9 – Illusion
10 – Sentier de la peur
11 – Vertiges
12 – En seigneur
13 – Déserteur
14 – Délivrance
15 – Sans détour
Durata: 68:55 min.
Lineup:
Didier Delsaux – Vocals
François Merle – Guitars
Bruno Ramos – Guitars
Marc Duffau – Bass
Daniel Pouylau – Drums