Recensione: Reditus Culto Janus

Di Alessandro Cuoghi - 24 Novembre 2010 - 0:00
Reditus Culto Janus
Band: Morbid Pest
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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60

Terzo demo in un paio d’anni di attività per gli italiani Morbid Pest, band locata a Ravenna e dedita ad un Black Metal violento e ferale, derivato principalmente (ma non solo) dalla scuola norvegese della prima metà degli anni 90.

Guidati dall’odio per la società moderna e la religione; legati a canoni tematici quali l’anticristianesimo ed il culto della natura (intuibile dal titolo del disco), i ragazzi, grazie ad un modus componendi decisamente minimale e diretto, hanno dato vita ad una proposta musicale sì derivativa, ma nel contempo solida e d’impatto. Una produzione particolarmente ovattata e generosa nel favorire le frequenze strumentali basse riesce inoltre a conferire al prodotto un’aura oscura, grezza e catacombale, tipica della prima ondata del Death Metal svedese, che risulterà sicuramente invitante per la folta schiera dei nostalgici delle sonorità old school.

Sin dai primi ascolti, e tralasciando la poca originalità compositiva messa in gioco, si nota come la proposta sia abbastanza omogenea e che tutti i brani si mantengano su un livello di songwriting quasi sempre sufficiente, con poche cadute di tono vere e proprie.

Che i Morbid Pest vedano nella capacità di trasmettere sensazioni violente e negative il proprio maggior punto di forza risulta chiaro sin dalle prime note distorte dell’opener “Eternal Damnation“, dove un drumming forsennato e riff che paiono l’unione del capolavoro di casa Immortal “Pure Holocaust” con sonorità vicine allo stile Marduk, vengono spalmati caparbiamente su pregevoli ed acidissimi vocalizzi, designando probabilmente il miglior brano del lotto.

Proseguendo con l’ascolto si trovano altri episodi degni di nota, tra cui le successive “Sacrificio Alla Luna” e “Serpent Of All“, che richiamano nuovamente quanto fatto da Abbath e Demonaz nei dischi d’inizio carriera. In particolar modo la prima, grazie a lyrics in italiano, riesce, nonostante qualche ridondanza eccessiva, ad imprimersi abbastanza bene nella mente dell’ascoltatore.
Stessa cosa avviene nella conclusiva “Peste Morbosa“, dove il cantato in lingua madre manifesta nuovamente la propria rilevanza, garantendo al brano un impatto sicuramente superiore a quello che sarebbe derivato dall’uso dell’inglese.

Ad ascolto terminato risulta chiaro come la convinzione e le idee -fra cui alcune trovate accattivanti come l’inserimento di sample di film all’interno dei brani- siano presenti, ma che siano ancora offuscate dalla mancanza latente dello spessore tecnico e compositivo necessario per passare al livello successivo: cioè da band locale ad act underground conosciuto a livello nazionale.
È lampante infatti che questo “Reditus Culto Janus” sia un lavoro che fa dell’aggressione sonora e lirica le proprie armi principali, lasciando consapevolmente da parte la ricerca di una personalità ben delineata ed originale e rifacendosi a stilemi che sono sì solidi e rodati, ma, alle volte, triti e prevedibili.
A questo punto il consiglio che sorge spontaneo è quello di lavorare su un sound maggiormente caratterizzante e sfruttare maggiormente l’italiano nella stesura dei testi, perché sembra che i Morbid Pest riescano in quest’ostica impresa decisamente meglio di altri.

Quindi promossi, ma con riserva e aspettando materiale nuovo e più personale.

Alessandro Cuoghi


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Line Up

Boia – Vocals, Guitar
Jevàl – Bass
Flazèl – Drums

TRACKLIST

1.Eternal Damnation        
2.Sacrificio Alla Luna        
3.Serpent of All        
4.The End of the False Christ        
5.The Ancient Cult of Desecrated Cathedral        
6.Culto Janus        
7.Peste Morbosa

 

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