Recensione: Reflection

Di Francesco Sorricaro - 22 Ottobre 2009 - 0:00
Reflection
Band: As You Drown
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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66

Si autodefiniscono “the beast known as As You Drown” ed è proprio a questo che vogliono tener fede con la loro musica cinque ragazzi svedesi dell’area di Gothenburg, cresciuti ovviamente, se la geografia non è un’opinione, a vin brulè e death metal.

Il loro debutto ufficiale su disco arriva ben sei anni dopo la fondazione ed è il frutto del grande interesse destato dalla loro demo del 2007: attestati di stima ed iniezioni di fiducia non hanno potuto che accrescere la grande fame di sfondare che li pervadeva e che li ha portati a voler preparare certosinamente la loro creatura prima di partorirla. Dopo vari cambi di line up, che hanno riguardato anche il posto dietro al microfono, occupato ora, da poco più di un anno, dall’ex-Shadowbuilder Henrik Blomqvist, e dopo la decisione di allestirsi addirittura uno studio di registrazione personale per essere sicuri di poter curare maniacalmente ogni minimo dettaglio, il mondo ha potuto finalmente ascoltare Reflection.

Nonostante i “nobili natali”, bisogna subito mettere in chiaro che gli As You Drown non corrispondono totalmente ai canoni del cosiddetto ‘Swedish Death Metal’, tutt’altro! Nonostante si possa intuire una certa preparazione alle linee melodiche, soprattutto nella stesura delle parti chitarristiche, e nonostante qualche fraseggio possa portare alla mente qualcuno a caso dei loro diretti predecessori (gli Entombed per esempio), il loro death metal è espressione di quanto di più brutale e moderno ci si possa aspettare dal genere.

Che le giovani band cerchino di affermarsi facendo a gara a chi risulti più violenta e caustica su album è ormai assodato da tutti e ciò potrebbe essere anche una cosa positiva. In questo modo infatti, sempre più appassionati si buttano alla riscoperta delle radici più profonde di chi davvero, in epoche non sospette, terrorizzava le audience attonite con il proprio sound assassino. Il rovescio della medaglia mi pare però un certo appiattimento delle nuove leve, che credono che essere brutal sia solo sparare il blast beat e lanciare il microfono al primo orco disperato e incarcerato in una grotta di turno.

Aggressione sonora fortunatamente non vuol dire solo questo, altrimenti saremmo tormentati da vagonate di dischi al limite dell’ascoltabile e pieni solo di questi elementi (e ci arrivano!!!).

Gli As You Drown hanno dalla loro la scusante di essere un gruppo giovane al loro debutto e dunque non posso, anche volendo, accusarli troppo di poca originalità; non sarebbe giusto, anche perchè i ragazzi sono tecnicamente preparati e sanno ben sviluppare quello che hanno in mente.

Autori di un sound a metà tra realtà nuove come Black Dahlia Murder ed antiche istituzioni come i Morbid Angel, ci sparano addosso meno di 35 minuti incessanti di furore, a partire dalla tremenda opener Ruins and Dead Ends. Solo la breve strumentale atmosferica The last calma un po’ le acque, per il resto non c’è sosta alla carneficina operata dai riff raddoppiati di Mikael Åkerström e Simon Exner, ai palm muting ed alle continue accellerazioni in salsa metalcore che pervadono la maggiorparte della musica contenuta in Reflection. Sono solo sporadiche le uscite dal registro, in brani per altro leggermente più articolati come Horns, Driven by Hatred o la killer Open Wound Salvation: qualche dissonanza e qualche variazione di ritmo improvvisa, ma per il resto si può constatare una certa prevedibilità di fondo.

Per chi ama le buone mazzate nei timpani e stop (e ce ne sono di sadici al mondo) consiglio di ascoltare questa band fin dal proprio brutale esordio, perchè suonano bene e picchiano duro.

Per chi invece non crede che il death metal voglia dire solo avere un monicker incomprensibile su una copertina mostruosa e urlare al mondo: “QUANTO SONO CATTIVO!”, mi sento di consigliare di attendere speranzosi i prossimi passi degli As You Drown.

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

 

Tracklist
1. Ruins and Dead Ends 03:38 
2. Horns  04:20 
3. What is Worst 04:11 
4. Driven by Hatred 04:30 
5. Swallow  04:10 
6. The Last  01:55 
7. Open Wound Salvation 03:35 
8. Ashes  04:10 
9. Needles  03:45 

Durata totale  34:14

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