Recensione: Regent Sie

Di Riccardo Angelini - 10 Maggio 2008 - 0:00
Regent Sie
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Anno: 2008
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40

Se la gamba è corta, è vano tentare un passo lungo. Nella migliore delle ipotesi si copre uno spazio inferiore a quello sperato, nella peggiore si rovina clamorosamente: è ahimè questo il caso degli Elvira Madigan. La one-man band svedese torna sul mercato dopo sette anni di silenzio, spezzati soltanto dall’insolito “Angelis Daemonae – Wiccan Aftermath”, estemporanea raccolta di cover fra loro a dir poco disomogenee: da Tori Amos agli Scorpions, da Yasunori Mitsuda a Nobuo Uemtasu. La nuova uscita dell’ambizioso polistrumentista Marcus Hammarström ripresenta fin dalle premesse gli elementi cardinali della sua creatura: artwork raffigurante una signorina succintamente vestita a firma Luis Rojo, scaletta frammentata in una miriade di tracce (ben ventitre, a loro volta raggruppate in quindici canzoni vere e proprie), uno stile pomposo fatto di sinfonie mangiloquenti sostenute su una base metal che spazia con una certa disinvoltura dal classico all’estremo.

L’idea alla base di “Regent Sie – Shedevils Of Demonlore: Of Blood, Crosses & Biblewars” (e scusate se il titolo è breve) è quella di elaborare un concept complesso e articolato col supporto di un altrettanto complesso e articolato gothic/black dai forti tratti orchestrali. Un tentativo che avrebbe potuto essere interessante a livello teorico, ma che frana in modo invero misero sotto il peso di numerose scelte infelici da parte di Marcus. L’originalità già piuttosto modesta del progetto viene ulteriormente compromessa da un ritorno di fiamma per gli idoli di sempre Cradle Of Filth: lo screaming in particolare si offre come sbiadita copia carbone di un Dani Filth ultimamente già sbiadito per i fatti suoi, al punto da imporre fin dalla prima traccia (l’interminabile “Mortal Man & The King”) un confronto invero imbarazzante. Le buone intuzioni melodiche sono da parte loro diluite in un minutaggio troppo elevato. I settantacinque minuti di “Regent Sie” promettono infatti di trascorrere molto lentamente, soprattutto quando le tracce non hanno una forma ben definita, frammentate come sono fra segmenti di trenta o quaranta secondi e inopportuni interventi narrativi che rallentano ulteriormente un ritmo già tutt’altro che incalzante. Considerate le difficoltà da parte del songwriting a catturare e mantenere la presa sull’attenzione per più di una manciata di secondi, sarebbe stato forse più saggio concentrarsi su un numero inferiori di brani dalla struttura più lineare, ma capaci di portare a compimento quelli che allo stato attuale restano soltanto spunti malamente sfruttati. L’encomiabile sforzo di suonare tutti gli strumenti senza l’aiuto di un computer viene perdipiù tradito dall’infame qualità di registrazione, altro infelice tratto caratteristico delle precedenti produzioni Elvira Madigan.

Passo a vuoto dunque per Hammarström, che non sembra essere riuscito a mettere a buon frutto il lungo periodo di inattività seguito a “Witches – Salem (1962 vs. 2001)”. Quello che forse un decennio o un ventennio avrebbe potuto conquistarsi le simpatie di qualche esploratore dell’underground oggi viene presto spazzato via da una concorrenza più che agguerrita (vogliamo parlare dei Sigh?), nettamente superiore tanto sul piano della forma quanto su quello della sostanza. Polpettoni sinfonici come “Regent Sie” sono insomma da archiviare il più presto possibile: a Marcus Hammarström il compito di rialzarsi prontamente per non porre prematura fine a un progetto che rischia di diventare sostanzialmente inutile.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. Mortal Man & The King
2. Silfver Tounged
3. Solstice & Sleepwalking
4. Demonaria I: Heart Of The Devil’s Keep
– My Blood
– Wit
– Simeons Monologue
5. Lambmendtations
6. Sister Fairytale
7. Demonaria II: Luninouses Gift
– Speells Of Six And Tears Of Three
– Missfortune
– Ribbons
8. The Harkencraft & The Witch Of Marbeled Halls
9. Demonaria III: Grin
– Murder Of Kroues
– Severed
– Vow Of Feebleman
10. Soulsearchking
11. Rekindleself
12. Liars In Wait
13. Demonaria IV: Warring
– Crosses And Biblewars
– Battlelost
– Hell Hath No Fury Like A Woodwoman Scorned
14. The True Worth Of The Lie
15. Regency

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Anno: 2008
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