Recensione: Regression Of Human Race
Primo ep per i catanesi Criminal Hate, che riuniscono in questo
Regression Of Human Race, gran parte del demo del 2004, Black Forest
Of Pain, con l’aggiunta di materiale inedito, andando a così a formare le
sette tracce in esame.
Nati come una cover band dei Metallica, i nostri hanno decisamente
cambiato direzione con il passare del tempo, attestandosi su un ibrido
death/black con un’importante componente sinfonica, lasciando affiorare la
matrice thrash metal solo in ristrette circostanze. Un estremismo sonoro che si
unisce a uno spiccato senso melodico che pervade tutti i sei brani effettivi di
Regression Of Human Race (escludendo l’intro), in cui i
Criminal Hate riescono -non sempre- a miscelare in modo omogeneo tutte le
componenti, peccando ancora d’ingenuità a livello compositivo. Poco male vista
la giovane età della band, ma alla luce di un lavoro che presenta anche dei
frangenti molto ben realizzati, era lecito aspettarsi la stessa qualità per
tutta la durata del disco.
La vena sinfonica viene subito messa in mostra nella pomposa opener
Symphony Of Damned Souls, messa subito in secondo piano dalla seguente
Black Forest Of Pain. Brano aggressivo e senza fronzoli che denota alcuni
passaggi non proprio felici e leggermente ripetitivi, che viene letteralmente
cancellato dai seguenti Mountain Of Madness, sorretto da evocativi
inserti tastieristici e mid tempo ben congeniati, e Regression Of Human Race
(Purify My Dreams), ancora più sinfonico e sofferto del precedente, in cui
si avverte prepotente la presenza dei Dimmu Borgir meno fastosi e più
accessibili (andando però cauti coi paragoni…), anche nell’utilizzo delle
vocals nei momenti più atmosferici da parte di L.S.Melkor. Il resto della
tracklist si assesta su un buon livello, che mostra un po’ il fianco nei pezzi
più tirati e meno tastieristici come Twothousandthree e la finale
Tornado Of Flames, dove si fa sentire il passato thrash metal, con la sola
Criminal Hate a distinguersi dal terzetto finale, per ispirazione e
melodie profuse.
Un buon lavoro che necessita ovviamente di migliorie sotto il profilo
compositivo, specialmente per i brani più aggressivi, e paradossalmente più
semplici da comporre. Qualche piccola sbavatura tecnica (alcuni blast beat non
proprio precisi ad esempio) non intaccano la buona resa di Regression Of
Human Race, premiato anche da una buona produzione.
Stefano Risso
Tracklist:
- Symphony Of Damned Souls
- Black Forest Of Pain
- Mountain Of Madness
- Regression Of Human Race (Purify My Dreams)
- Twothousandthree
- Criminal Hate
- Tornado Of Flames