Recensione: Renouncement

Di Andrea Bacigalupo - 31 Agosto 2024 - 16:44
Renouncement
Band: Motivik
Etichetta: Roxx Records
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

I Motivik di Atlanta, Stati Uniti, appartengono al movimento del Christian Metal, scena che si è radicata a livello mondiale soprattutto in seguito al successo mediatico degli Stryper, del 1984, pur se già fin dagli anni ‘70 molte band Hard Rock ed Heavy Metal percorrevano questo sentiero (Petra, Jerusalem, Barnabas, Leviticus, per citarne alcune).

Il Christian Metal, come il primo Black Metal dei Venom, non è un sottogenere musicale dell’Heavy Metal, bensì una sua distinzione tematica, essendo i suoi argomenti essenzialmente legati alla fede cristiana.

Musicalmente si è sviluppato da radici classiche e cariche di blues, per poi ramificarsi in ogni direzione, finendo per abbracciare un po’ tutti i generi, anche quelli più estremi, come il Thrash, il Death e pure il Black (detto “unblack” per distinguerlo), ed anche se oggi non gode della stessa fama degli anni ’80 e ’90 la sua evoluzione continua imperterrita.

I Motivik sono un duo (Courtney Simmons alla voce e Ryan Roebuck alla chitarra/basso/tastiere) nato nel 1993 dalle ceneri degli Unorthodox e con all’attivo l’album ‘Death of a Gunmandel 2020.

Ora ci propongono ‘Renouncement’, già disponibile da Luglio 2024 via Roxx Records.

Quello che suonano è essenzialmente un Thrash Metal rovente, dal tratto tecnico, saldamente legato alla Vecchia Scuola ma anche ricco di elementi contemporanei e progressive.

Rimanendo sui nomi abituali, le influenze che si percepiscono vanno dai soliti Slayer, Megadeth, Annihilator e Testament fino ai Pantera, passando anche per Betrayal e Tourniquet.

Insomma, niente di nuovo … ma come il Christian Metal non è rimasto incastrato in un sol genere anche i Motivik cercano di deragliare dai soliti binari, affiancando al “battere e percuotere” melodie e ritmi presi da altri stili ed introducendo nel songwriting anche momenti che possiamo definire sperimentali (nel senso “speriamo che piacciano!”) e stemperanti.

Così, a strofe veloci e fumanti affiancano refrain epici ed orecchiabili, con melodie che pescano dall’Alternative, dal Power ed anche dall’A.O.R., ai quali aggiungono sfuriate oppressive e prepotenti derivanti dal Death e dal Black Metal od inserti orchestrali sia inquietanti che tragici.

Renouncement’ è un album paragonabile alle montagne russe: un insistente salire e scendere improvvisamente, un continuo passare dal buio alla luce, da momenti nostalgici e toccanti ad improvvisi attacchi d’ira … È un album imprevedibile, dove riff segaossa ed assalti all’arma bianca vengono inaspettatamente interrotti da robuste note d’organo per poi riprendere subito dopo e dove tristezza e rabbia si elevano avvolte da un oscuro turbinio emotivo.

L’estremismo qui è la varietà sonora, il tessere senza filo continuo. Anche ‘Break The Walls’, che è la più orecchiabile, il “singolone” diciamo, mischia la melodia epica degli Edguy con slanci Alternative più moderni, ma non fa tempo ad entrarti in testa che spara dritto un interludio alla Pantera che schiaccia a terra.

Bellissime ‘Final Hour’, una ballata acustica toccante e dai tratti forti che descrive la crocifissione di Cristo, ‘Lord of Death’, predominata dalla folle violenza del Post Thrash e dove Courtney arriva quasi a rappare, ‘Dead by Daylight’, un insieme di melodie con assalti incrociati Thrash più sfumature Death e molte altre cose ancora, ed anche la conclusiva ‘Once Again’, con il suo pianoforte drammatico di scuola Jon Oliva che si mescola con la durezza del suo riff portante.

Buona l’idea del duo di rivolgersi ad un vero batterista rocambolesco ed istintivo, Alex Emidio, invece di utilizzare drum machine, artifici elettronici vari, fustini del Dixan od altre diavolerie … suona tutto più spontaneo e vivace … e di ospitare una vera pletora di musicisti appartenenti alla scena Christian Metal ma con diverso approccio stilistico, dall’Hard Rock al Thrash, dal Crossover al Black, dal Death fino al Doom, che, con la loro impronta personale, hanno dato un decisivo valore aggiunto ai pezzi.

Difetti: l’album dura praticamente un’ora e qualche pezzo non è all’altezza degli altri, come la stessa Title Track (che è poi una cover dei Betrayal). Questo lo fa diventare un po’ troppo lungo: un paio di brani in meno non avrebbe guastato …

A parte questo ‘Renouncement’ è un ottimo lavoro, risultato di buona abilità artistica, capacità di scrittura e sagacia tecnica. C’è qualche sbavatura da mettere a posto, magari il prossimo album tra meno di quattro anni … però ci siamo, i Motivik possono lasciare un bel segno. Aspettiamo con curiosità.

Renouncement’ è stato mixato da Derek Corzine (Shamash, Symphony Of Heaven) ed è stato masterizzato da Rob Colwell (Coroner, Flotsam and Jetsam).

Ultimi album di Motivik

Band: Motivik
Genere: Thrash 
Anno: 2024
78