Recensione: Retribution
Mi accingo a recensire una delle band più Sopravvalutate, con la “s” maiuscola, della storia del metal. Sto ovviamente parlando degli ungheresi Ektomorf, arrivati inspiegabilmente al nono album. Com’è possibile che dopo due album discreti, la Nuclear Blast gli abbia offerto un contratto? Questo rimane un mistero, come anche il successivo passaggio alla AFM Records. Tutto questo clamore dietro a questo gruppo è troppo, visto la mediocre qualità proposta dai nostri. Stiamo parlando e quindi recensendo un album degli Ektomorf o dei SepulturaSoulfly? So bene che dietro a questa frase si genererà stupore, ma purtroppo la loro proposta non è altro che una scopiazzatura bella e buona dei Sepultura del periodo con Max Cavalera e di quello con Derek Green. Siamo di fronte quindi ad un thrash misto a venature nu-metal, tanto per non sembrare 100% Sepultura, e questo si sente benissimo in “Retribution” del 2010. Questo album pecca non solo di originalità, ma anche di lunghezza, visto che le quattordici tracce avrebbero dovuto essere la metà.
Zohan, voce e chitarra, assomiglia troppo a Max Cavalera, Tarin, batteria, a Igor Cavalera e Tamas Schrottner, chitarra, ad Andreas Kisser. La domanda che mi assilla è il perché di questa scelta. Cercando di dimenticare per un attimo l’attinenza ai Sepultura, i Nostri non hanno proprio niente da dire, basterebbe leggere le recensioni dei miei colleghi per apprenderlo. Non vi dico di ascoltarli, perché perdereste tempo; non pensate nemmeno di comprare un loro cd, basterebbe ascoltare Max and co. e il gioco è fatto. Lancio, però, una piccola provocazione: Zohan meriterebbe di scalzare Derek Green come cantante degli attuali Sepultura, riuscendo ad essere molto più espressivo dell’omone nero attualmente nella band.
A parte ciò, come già detto, la loro proposta è un thrash dalle venature nu-metal, che si fanno più dominanti nella seconda parte dell’album, quando, per fortuna o per sciagura, decidono di non voler più assomigliare ai brasiliani, ma più ai Limp Bizkit. Questi ultimi non sono fortunatamente copiati in toto, ma comunque si sente la loro influenza soprattutto a livello di missaggio e nelle parti più lente. “Whiskey” spicca da questo lotto di canzoni, più perché cerca di discostarsi dalle altre, che per reali meriti. Della prima parte è ovvio il plagio, ne ho già parlato sopra abbastanza, ma devo dire che la scopiazzatura avviene pure per alcuni echi tribali, cari ai nostri brasiliani; almeno avessero messo echi gitaniungheresi, avrebbero potuto tranquillamente salvare la faccia. Le migliori del lotto sono: “You Can’t Control Me” e “Ten Plagues” dove i nostri riescono a dare il meglio nel travestimento.
In conclusione sconsiglio qualsiasi approccio a questa inutile band, anche se giustifico il voto, dicendo che comunque è un’arte quella del falsificare, e i nostri la svolgono al meglio e con tutti gli sforzi. “Bravi” e cialtroni!
Luca Recordati
Discutine nel topic relativo!
Sito Web Ufficiale: http://www.ektomorf.com/