Recensione: Retro Active
Dopo anni di fasti, hit singles di proporzione planetaria, eccessi e successi senza sosta e senza tregua, giunse anche per i grandissimi Def Leppard un periodo di riflessione, suscitato dalla scomparsa, nel 1991, dello storico chitarrista Steve Clark e dalle correnti modaiole imperanti, ormai volte a lasciare alle spalle tutto ciò che di notevole il mercato musicale aveva offerto, a pieno vantaggio di tendenze assolutamente differenti per stile ed approccio.
Per chiudere un’era e ripartire speranzosi verso nuove prospettive, la pubblicazione di un album costituito da brani inediti, covers e b-sides in grado di rappresentare una decade di successi in modo, una volta tanto, più originale del semplice e scontato greatest hits, sembrò la migliore delle pensate e fu così che, nell’ottobre del 1993, vide la luce ‘Retro – Active‘, sesto full lenght della band di Sheffield e primo realizzato con la partecipazione del nuovo chitarrista Vivian Campbell, artista nord irlandese dall’ampio ed illustre curriculm (Sweet Savage, Dio, Whitesnake, e Shadow King tra gli altri).
Ben quattordici furono i brani inseriti in scaletta, al solito suddivisi tra attimi di ruggente magniloquenza hard rock, atmosfere gioiosamente spensierate e passaggi zuccherosamente melodici.
Una ricetta vincente e rodatissima, che con le precedenti uscite (su tutte, il sensazionale ‘Pyromania‘, l’incommensurabile ‘Hysteria‘ ed il patinato ‘Adrenalize‘), aveva letteralmente fatto schizzare in alto il nome di Joe Elliott e Phil Collen tra le stelle dell’olimpo del rock.
Una messe di canzoni di altissimo valore e pura bellezza.
L’attacco visionario, ritmato e sontuoso di “Desert Song” e “Fractured Love “, fuochi d’apertura, lampeggiava come un lapillo ardente, portando alla memoria la grandezza di un pezzo di storia come l’enorme ‘Hysteria‘, platter grazie al quale, ancora oggi, i Leppard guardano dall’alto gran parte delle band del settore.
Outtakes dell’epoca rimaste sommerse, furono rimesse a lucido per l’occasione, offrendo ai fan due gemme di primaria grandezza del tutto degne del proprio glorioso pedigree.
Gran ritmo e coinvolgimento erano invece i leit motiv di “Action”, rutilante cover degli Sweet e preludio al primo, straordinario, lento del cd.
La bellissima “Two Steps Behind”, traccia inserita nella colonna sonora del film “Last Action Hero”, rendeva ancora una volta viva la tradizionale anima romantica del gruppo inglese, autore, non solo di capolavori hard rock, ma anche di eccellenti melodie ad amplissimo respiro.
Le atmosfere cromate e sfavillanti dell’ottimo ‘Adrenalize‘, facevano poi capolino con la successiva “She’s Too Tough”, brano arrembante d’ottimo valore chitarristico che, al solito, non mancava di proporre il magnifico gusto per armonie e ritornelli di facile presa, elettrizzando nuovamente prima dell’ulteriore passaggio morbido dell’album – secondo slow ad effetto – intitolato “Miss You In A Heartbeat” (riproposto poi, al pari di “Two Steps Behind”, nella parte finale, in versione elettrica).
Ancora una cover ed ancora un attacco divertito e spumeggiante dava poi il via alla seconda parte dell’album: “Only After Dark”, rifacimento di un pezzo di Mick Ronson, si offriva quale premessa alle quattro frecce scoccate successivamente.
Di nuovo il dualismo “Hysteria” / “Adrenalize” aveva il sopravvento, armando alcuni episodi ingiustamente passati in secondo piano all’epoca della loro composizione.
“Ride Into The Sun” (b-side del singolo “Hysteria”), durissimo assalto metallico in pieno stile hard n’heavy, mitigato dall’acustica “From The Inside” (b-side del singolo “Have You Ever Needed Someone So Bad”) e le seguenti “Ring Of Fire” (b-side di “Armageddon It”) e “I Wanna Be Your Hero” (retro del singolo “Pour Some Sugar On Me”), rappresentano un patrimonio imperdibile per ogni gruppo rock d’alto livello e, nella loro natura di semplici riempitivi e b-sides, ancora oggi sorprendono per qualità e valore, testimoniando lo stato di grazia attraversato dal combo britannico nel corso di quegli anni.
Chiudevano il disco, le già citate versioni elettriche di “Miss You In A Heartbeat” (ancora più entusiasmante con l’apporto delle chitarre) e “Two Steps Behind”, suggellando (con il contributo della hidden track, un ulteriore rifacimento di “Miss You…” per solo pianoforte) un album solido e molto ben congeniato, ricco di qualità e di brani eccellenti, cui non difettava un artwork ugualmente di spicco ed originale.
Oggi, a distanza di più di quattordici anni, possiamo legittimamente considerare ‘Retro – Active‘ come un album “storico” in quanto simbolo della conclusione di un epoca d’oro per una band leggendaria come i Def Leppard, mai più in grado di riproporsi a tali livelli sebbene autrice, nel recente passato, di dischi comunque più che validi come il nostalgico ‘Euphoria‘ (tentativo, nemmeno troppo nascosto, di riprendere il discorso interrotto con l’incompreso ‘Slang‘) ed il buonissimo ‘X‘, decimo episodio di una carriera che i fans più incalliti ed immarcescibili – proprio come il sottoscritto – si augurano ancora ricca di sorprese e grandi soddisfazioni.
Tracklist:
01. Desert Song
02. Fractured Love
03. Action
04. Two Steps Behind
05. She’s Too Tough
06. Miss You In A Heartbeat
07. Only After Dark
08. Ride Into The Sun
09. From The Inside
10. Ring Of Fire
11. I Wanna Be Your Hero
12. Miss You In A Heartbeat (Electric Version)
13. Two Steps Behind (Electric Version)
14. Miss You In A Heartbeat (Piano Version)
Line Up:
Joe Elliott – Voce / Piano
Phil Collen – Chitarra
Steve Clark – Chitarra
Vivian Campbell – Chitarra
Rick Savage – Basso / Tastiere
Rick Allen – Batteria