Recensione: Return Me To Light

Di Manuel Gregorin - 24 Novembre 2023 - 8:00
Return Me To Light
Band: SoleDriver
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2023
Nazione:
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76

Esordio discografico per i Soledriver, moniker dietro al quale si celano due artisti di spessore dell’universo Frontiers Music. Michael Sweet, voce e chitarra degli Stryper, ed Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever, Hardline, Jorn). Un accoppiata interessante che vede una voce storica del panorama hard rock e metal mondiale, unire le forze con uno dei musicisti e produttori più attivi della Frontiers. Una collaborazione che nasce qualche anno fa, nel periodo della pandemia da covid19. Un progetto, a dir la verità, che inizialmente prevedeva un solo brano, ma che poi si è concretizzato con la pubblicazione di un album intero, edito dalla stessa etichetta nostrana

Return Me To Light è un disco dove i due artisti si cimentano in un tributo alla scena AOR anni ’70 e ’80 ispirandosi a nomi come Toto, Foreigner, Survivor, Journey.
In merito a quest’uscita Sweet ha dichiarato: “Sono sempre stato un metallaro in fondo, ma per quanto ami il metal, amo il lato melodico della musica. Canzoni che ti commuovono e che ti toccano l’anima”. Aggiunge ancora il cantante statunitense :”Ho sempre desiderato fare un album che riportasse indietro a quei giorni ed eccolo qui!” Per farlo si è avvalso dell’esperta mano di Del Vecchio, che in questo lavoro vediamo impegnato ad occuparsi di tastiere, basso, seconde voci e chitarra. Un ruolo un po’ atipico per il musicista italiano quello alle sei corde, ma stando alle note che accompagnano Return Me to Light, pare sia stato un desiderio di Sweet. “E stato lui -Sweet- che mi ha chiesto di suonare anche tutte le chitarre dell’album. Questo è qualcosa che non faccio mai, ma Michael pensava che stessi davvero catturando l’essenza di queste canzoni. Quindi, eccomi qui per la prima volta ad eseguire le parti di chitarra che avevo in testa mentre scrivevo” afferma Del Vecchio. Completano la formazione oltre a Sweet dietro al microfono, Michele Sanna alla batteria.

Il disco inizia con le tastiere di Rise, un rock elegante che mette in chiaro fin da subito come le premesse fatte nella presentazione di Return Me To Light non sono state disattese. Anymore si muove sulla stessa lunghezza d’onda di Rise con melodia sempre in primo piano e la voce di Michael Sweet a recitare una parte da protagonista. Pieces Of Forever continua ancora con l’AOR dai toni riflessivi ed un assolo dove Del Vecchio dimostra di saperci fare anche con la chitarra.
Si procede con Hope’s Holding You, che dopo le malinconiche note di pianoforte iniziali, assume i tratti di un pezzo più solare. Più intimista invece Spinning Wheel, una ballata che rende omaggio ai nomi storici del rock melodico dei 70 e 80 con un Michael Sweet in gran spolvero.
Prova notevole per Sweet anche su Out Of The Dark, con una prestazione canora dai contorni soul.

Atmosfere pop/rock anni 80 invece per Eternal Flame dove i Soledriver tornano a proporre sonorità più luminose. Su To Be Saved i nostri accelerano un po’ il passo cimentandosi in un pezzo più energico che punta su un refrain coinvolgente. Giunge la volta della title track, con certe atmosfere più cupe ed una chitarra ancora protagonista. Un altra taccia dai toni più decisi è anche la seguente Soul Inside, dove i Soledriver paiono avvicinarsi alle cose più recenti degli Stryper.
Chiude il disco Wounded, una ballata distensiva con voce e pianoforte protagonisti nella prima parte, mentre la chitarra si prende il suo spazio verso la fine con un altro buon assolo.

In conclusione possiamo dire che la coppia Sweet-Del Vecchio pare funzionare.
Return Me To Light si dimostra un buon album che rende un giusto tributo alla musica AOR delle decadi passate. Una prova eseguita in modo credibile e sentito. Un lavoro con la prima parte più malinconica e nubilosa ed una seconda tendente a pezzi più luminosi.
Certamente visto il genere proposto, Return Me To Light è un prodotto più indicato ad una certa cerchia di pubblico. A quella frangia di ascoltatori che più apprezza la componente melodica ed emozionale della musica rock.

In sostanza se l’hard rock lo possiamo rappresentare come un giubbotto di pelle, i Soledriver sono invece una giacca elegante. Di quelle che sta sempre bene avere nell’armadio per metterla nelle occasioni particolari.

 

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