Recensione: Return Of The Warrior
Una delle band più oltranziste, pure, ottuse, retrograde e indistruttibili della scena heavy metal europea è tornata sul mercato con il suo secondo disco Return Of The Warrior. I Portoghesi IronSword non conoscono contaminazioni, non scendono a nessun tipo di compromesso e non suonano per interessi economici, la loro forza risiede unicamente nella passione infinita per l’HM epico di fattura classica e sanguinaria.
Ancora una volta è la misconosciuta Miskatonic Foundation a offrire i propri servigi alla causa del metallo pesante, nel suo piccolo questa etichetta ha regalato ai veri appassionati dischi davvero memorabili e credo che questo Return Of The Warrior diventerà presto un must per molti di noi. Se ancora non conosceste gli IronSword vi basti sapere che questi ragazzi non hanno un sound innovativo o particolarmente elaborato ma suonano heavy metal secondo i dettami della loro fede. Negli IronSword convergono la tradizione e l’influenza dei nomi storici dell’HM epico. Per descriverli si possono nominare i Manilla Road, i Brocas Helm, i Ruthless, i primi Warlord, ma non mancano riferimenti ai ManOwaR veloci e letali del periodo Kings Of Metal/ Triumph Of Steel. Rispetto al precedente disco omonimo i nostri Portoghesi non hanno operato particolari cambiamenti artistici, a livello di produzione sonora questo nuovo Return Of The Warrior offre chitarre un poco più grezze e acide rispetto al passato, una scelta che potrebbe ricordare gli ultimi platter dei Manilla Road. Il songwriting è incentrato su soluzioni frontali e trascinanti dal chiaro intento epico, i pezzi sono abbastanza brevi e molto compatti nelle loro strutture. Agli IronSword non servono brani complicati e ambiziosi per dimostrare il loro talento e la loro attitudine, il disco è giocato su canzoni da proporre in sede live per travolgere il pubblico al primo impatto. Per tutta la durata del disco non ci sono cali di tensione e l’anima guerriera della band non concede un minuto di tregua all’ascoltatore.
Per chiarire le idee fin dal principio i tre Portoghesi sfornano l’autocelebrativa IronSword in apertura del Cd. Il pezzo si rivela immediatamente una dichiarazione di guerra contro tutti i traditori dell’HM, le chitarre incandescenti non lasciano dubbi sulla potenza di questi ragazzi. Si prosegue sugli stessi canoni con le successive Beginning Of The End e First Master entrambe caratterizzate da una sezione ritmica tellurica e un cantato grezzo ma terribilmente sincero e coriaceo. Le influenze epiche degli IronSword emergono nettamente in pezzi come la title track o la successiva Brothers Of The Blade, due brani che puntano a generare un mood crescente e devastante di fronte al quale ci si può solo inchinare. Con Way Of The Barbarian gli IronSword diventano artefici di un riffing oscuro e malvagio che trasporta l’ascoltatore sui campi di battaglia, anche in questo caso le soluzioni semplici unite all’ispirazione compositiva hanno fatto la fortuna della band. Brani come Nemdian Chronicles e War Hymn da soli giustificherebbero l’acquisto del disco, l’attitudine live di questi episodi dimostra la volontà inarrestabile del gruppo. Il disco si chiude sulle note infuocate delle conclusive Death Or Glory e Let The Titans Collide che polverizzano gli ultimi barlumi di dubbio riguardo alla potenza degli IronSword e alla loro dedizione alla causa del più puro metallo.
C’è poco da aggiungere, un disco come questo è indirizzato a chi crede davvero nell’HM ortodosso. I nostri non diventeranno delle stelle del mercato contemporaneo, ma si conquisteranno l’appoggio e il rispetto della parte più fedele dei metallari europei. Se siete tra questi non potete perdervi un disco del genere, per nessun motivo.
Recensione a cura di Eugenio Giordano e Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist
1. Ironsword
2. Beginning of the End
3. First Masters
4. Return of the Warrior
5. Brothers of the Blade
6. Nemedian Chronicles
7. Way of the Barbarian
8. Dragons of the Sea
9. The Wench
10. War Hymn
11. Death or Glory
12. Let the Titans Collide
Line-up
Vocals/Guitar: Tann
Bass: Rick Thor
Drums: Beto