Recensione: Return to Reality

Di Gaetano Loffredo - 4 Novembre 2005 - 0:00
Return to Reality
Band: Pandaemonium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

Ci sono voluti quattro lunghi anni per dare alla luce un “sequel” all’anziano …And the Runes Begin to Pray che ha permesso agli italiani Pandaemonium di firmare col proprio monicker sul tomo dedicato agli astri nascenti del power metal sinfonico di casa nostra di inizio millennio.
Return to Reality, questo il titolo del nuovo full length, ripercorre, con i dovuti accorgimenti, la strada asfaltata dalla precedente produzione offrendo una dozzina di brani sì epici e sinfonici ma decisamente più diretti ed immediati dei precedenti: novità che si affianca a quella relativa all’innesto di due nuovi membri permanenti a causa di un enorme split occorso in casa loro. Tre quarti della “vecchia” formazione, infatti, sono stati sostituiti da Steve Volta (chitarra) e Federico Ria (batteria) che, con i superstiti Lorenzo Zirilli (basso) e Daniel Reda (voce), costituiscono il nuovo corso della band lariana.

Lo sfavillante digipack corredato da un ancestrale artwork che attribuisce, a tutti gli effetti, un senso ed una parvenza ottica a quello che risulta essere il sound vero e proprio del disco; è il primo di una serie di punti a favore dei comaschi che, a conti fatti, riescono nel tentativo di proporci un lavoro fresco, piacevole ed a tratti personale.

Gli elementi cari ai sostenitori del genere ci sono tutti: introduzione sinfonica, ballad, pezzo strumentale, mid tempo ed up tempo a go-go che dimostrano doti tecniche non indifferenti ed una buona propensione alla costruzione dei brani.

Non posso dunque esimermi dal citare Time of Glory, la cavalcata non a caso d’apertura che, influenzata dai capisaldi del genere, mostra la maturazione artistica del vocalist Daniel e la sua (felice) scelta di non utilizzare (non sempre) a “testa bassa” quel falsetto vibrato che recava quasi disturbo nel primo platter. Il brano è peraltro sostenuto da un ottimo video girato a Lecco, ai piedi del Castello di Vezio che suggella, anche visivamente, la prova del quartetto.
Il pezzo richiama, col suo taglio ispirato, momenti di rhapsodiana memoria e dona un momento di pausa nel solo finale: chitarra acustica e coro sembrano rievocare il guerriero effigiato sulla copertina concedendogli meritato riposo nei pressi di un albero secolare. 

Tra le composizioni migliori dell’album, oltre alla title track armata di refrain trascinante ed abbellita da un chorus evocativo, impossibile non prendere a campione Ancient Time anche se la prova vocale inclusa è la meno opportuna con il frontman che si ostina (per fortuna soltanto all’interno di questa traccia) a modulare la sua voce in modo da costringerla a “straordinari” poco produttivi.
L’inno al quinto Elemento si distingue per i suoi appariscenti cambi di tempo e per un appeal di stampo Elvenking che rimarca ancora una volta la passione nei confronti del fantasy e dei suoi risvolti più epici.
La strumentale Flying Over the Clouds è scritta per mettere in evidenza le doti dei nuovi arrivati  e precede i brani forse  meno convincenti del disco: Blazing Fire e Warrior Lost in Time che si cullano su un tappeto sonoro sin troppo convenzionale e frequentemente riciclato.

Roccaforti, menestrelli, cantastorie e foreste fiabesche, è tempo di fare un salto sull’ultima Land of Dreams, ballad medievaleggiante supportata da una Balalaika (il cui suono è molto simile a quello di un semplice mandolino) in un’atmosfera davvero mistica e d’altri tempi. Cinque minuti che ci riportano ai Rhapsody di “Forest of Unicorns”: da ascoltare immersi nelle vostre letture fantasy…

Sono felice del come-back dei Pandaemonium  e, soprattutto, del ritorno sui livelli che competono loro. Le cause della lunghissima assenza sono da ricercare nel calo di utenti una volta morbosamente incollati alla scena power che si è riversato sulle band minori (potrete leggere sull’intervista specifica un’interpretazione più approfondita) e che, probabilmente, li ha in un primo momento emarginati.
Return to Reality è, a tutti gli effetti, un disco sopra la media che rappresenta una base solidissima sulla quale applicare migliorie necessarie affinché il gruppo possa galleggiare definitivamente in acque tranquille. Faccio, di conseguenza, il mio personale in bocca al lupo per il futuro e i miei calorosi convenevoli per il graditissimo rientro nei ranghi.

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
01.Intro
02.Time of Glory
03.Evil Star
04.Ancient Time
05.Fires in the Sky
06.Return to Reality
07.Hymn to the Fifth Element
08.Miracle
09.Flying Over the Clouds
10.Blazing Fire
11.Warrior lost in Time
12.Land of Dreams

Ultimi album di Pandaemonium