Recensione: ReVamp
Da che Mondo è Mondo, le cantanti del metal hanno fatto vedere un carattere che non ha nulla a che invidiare a quello dei tanti colleghi maschi. Anzi. Sin dai tempi di Lita Ford, cioè nel periodo fine anni ‘70/inizio anni ‘80, sono stati numerosi e costantemente crescenti gli esempi di band con vocalist-donna; grazie soprattutto – partendo dalla metà degli anni ‘90 – al gothic metal che, per ragioni stilistiche, ha indorato l’amalgama fra la rudezza della musica e la dolcezza della voce. Così, con carattere, appunto, le amazzoni della voce hanno dimostrato che il loro fascino muliebre supera di gran lunga quello derivante dal mero, gradevole aspetto fisico.
L’olandese Floor Jansen non sfugge a questa regola: una volta defunti i campioni del gothic After Forever, non si è arresa alla cattiva sorte e ha messo su un progetto, ReVamp, che nel giro di pochi mesi è giunto al contratto discografico e quindi all’omonimo full-length. Per merito, oppure per via del lucente passato? Non aspettiamo troppo a dichiararlo: per merito! La bravura e la preparazione tecnica della Jansen sono inequivocabili: senza troppi giri di parole, è sufficiente ascoltare “I Lost Myself”, morbido e languido lento musicato soltanto dal pianoforte, per comprendere quanto sia ricca di personalità, nonché duttile e malleabile, la voce di Floor. A parte questo episodio, il gruppo picchia duro, sciorinando uno stile sì raffinato, ma anche potente e, quando occorre, cattivo. Stile che, obiettivamente, non porta novità di rilievo nella cerchia del metallo crepuscolare; ancorandosi pertanto strettamente a quelle caratteristiche distintive che da ormai tre lustri fondano con fermezza la struttura di base del genere. Nulla da dire, anche, per quanto riguarda i musicisti, dall’ineccepibile professionalità e mestiere; nonché della produzione. Certo orientata a mettere in primo piano le linee vocali, ma nemmeno parsimoniosa nel dar risalto alle chitarre che, alla fine, rappresentano lo strumento portante sul quale sono edificate le melodie. Con che, il groove di “ReVamp” presenta la giusta dose di dolce armoniosità da una parte e di rude potenza dall’altra.
Difatti, la massiccia e corposa “Here’s My Hell” apre le danze con un ritmo sostenuto e un tono languido e melanconico, che entra nel cuore. Grazie all’interpretazione della vocalista, calda, modulata e foriera del mood da manuale per quanto concerne i colori del gothic. Non mancano ovviamente le orchestrazioni (“Head Up High”), che tuttavia non rubano la scena al resto della compagnia, facendone invece da sfondo non invasivo, come nella sinuosa “Sweet Curse”, ove la Jansen sfiora le più alte vette raggiungibili dalla voce umana. Ben costruita sia nella melodia sia nell’intelaiatura la suite “In Sickness ‘Till Death Do Us”, che si suddivide in tre parti, nell’ultima delle quali esplode un ritornello accattivante come pochi. A proposito, sia il numero di canzoni sia la durata complessiva del platter fanno sospettare che parte del materiale provenga direttamente dagli After Forever, scioltisi nel 2007. Cosa che, credo, non faccia male a nessuno. Come non fa male a nessuno l’aria orientaleggiante che si respira in “Kill Me With Silence” e l’aggressione sonora semi-thrash (sic!) della seconda parte della summenzionata suite: “Disdain”.
L’album può essere, in linea generale, gradevole per tutti. Alcune canzoni non sono al livello delle altre, ma la forte marcatura metallica mantiene costantemente alta la tensione con che, oltre agli amanti delle voci femminili, possono trarre piacimento anche coloro che amano qualcosa di più pesante e tirato.
Fermo restando la bontà globale del lavoro, alla fine, per questo tipo di dischi, il giudizio finale spetta solo e soltanto ai gusti personali!
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Here’s My Hell 5:12
2. Head Up High 3:32
3. Sweet Curse 4:16
4. Million 4:20
5. In Sickness ‘Till Death Do Us – All Goodbyes Are Said 3:32
6. Break 4:06
7. In Sickness ‘Till Death Do Us, Pt. 2 – Disdain 3:32
8. In Sickness ‘Till Death Do Us, Pt. 3 – Disgraced 3:28
9. Kill Me With Silence 3:56
10. Fast Forward 3:57
11. The Trial Of Monsters 4:20
12. Under My Skin 4:07
13. I Lost Myself 3:30
14. No Honey For The Damned (Bonus Track) 3:56
Line-up:
Floor Jansen – Vocals
Jord Otto – Guitar
Arjan Rijnen – Guitar
Jaap Melman – Bass
Ruben Wijga – Keys & Synths
Matthias Landes – Drums
Guest:
George Oosthoek – Vocals on “Here’s My Hell”
Russell Allen – Vocals on “Sweet Curse”
Björn “Speed” Strid – Vocals on “In Sickness ‘Till Death Do Us, Pt. 2 – Disdain”