Recensione: Reveal No Secrets

Di Daniele D'Adamo - 23 Settembre 2009 - 0:00
Reveal No Secrets
Band: Loch Vostok
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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70

Prima di addentrarsi nell’immaginario dei Loch Vostok è bene mettere le mani avanti: gli svedesi non sono certamente i paladini del death inteso nelle sue forme più melodiche, come si dice da alcune parti. Piuttosto, la band sembra propendere dalla parte del progressive, anche se si tratta in effetti di uno di quei gruppi che sostano in equilibrio sulla linea di demarcazione fra un genere e l’altro. L’evoluzione del songwriting del quintetto di Uppsala fa sì che il loro terzo e finora ultimo album, ‘Reveal No Secrets’, necessiti di numerosi ascolti per essere assimilato appieno – complice la lunghezza delle singole canzoni, che rischiano di risultare mallopponi indigesti.

Ciò nondimeno, la poliedricità delle linee vocali è uno degli elementi forti delle composizioni. Non per altro, oltre al chitarrista e voce principale Teddy Möller ci mettono lo zampino – o meglio, l’ugola – anche gli altri componenti del gruppo (escluso il tastierista). Un esempio di tutto questo è ‘Breakthru’, che azzarda gli intrecci vocali sino al limite della stonatura, proponendo growl rabbioso, parti in clean e cori dissonanti. Growl rabbioso che è anche a supporto di ‘Loss Of Liberty’, illuminata da un refrain (quasi) irresistibile, catchy abbastanza da generare un secco contrasto con il forte groove del brano. Insomma, capo e coda si toccano delineando anzi riassumendo quello che è lo stile della formazione nordeuropea, frutto della mescolanza di sapori allo stesso tempo dolci e salati, sapidi e scialbi. Anche le chitarre rispettano fedelmente questo approccio, alternando riffoni thrash (‘Energy Taboo’) a fini lavori di cesello (‘Blindfolds Off’). La sezione ritmica per contro si mantiene tutto sommato costante ed omogenea ovunque, mentre le tastiere svolgono bene il proprio compito di arricchimento delle varie partiture.
Proseguendo, si possono menzionare nuovamente ‘Energy Taboo’, arzigogolata e varia (sin troppo?), con languidi intermezzi di pianoforte ed arrembanti soli di chitarra, e ‘Dig Deeper’, la cui scrittura musicale si semplifica un po’, con una costruzione leggermente più lineare ed immediata, ma soprattutto con un ritornello orecchiabile e pulito. Da rimarcare che tale semplificazione non riduce lo spessore artistico del disco, anzi, consente di gustare meglio le melodie ed armonizzazioni di base. Ancora in auge il binomio growl/clean nel chorus di ‘Uncompassion’, contraddistinta da un lungo solo di chitarra che viene sfumato per chiudere la canzone stessa e per legarla a ‘Thirty Years’, complessivamente dura da assimilare per via dell’artificiosità del songwriting.

A questo punto, appare inutile proseguire nella descrizione dei singoli capitoli di ‘Reveal No Secrets’ dato che, bene o male, quanto già illustrato vale anche per ‘Raiders Of The Lost Heart’, ‘Blindfolds Off’ e ‘What Once Was’. Questo fatto non deve essere interpretato come una critica contro l’opera dei Loch Vostok che, anzi, sarebbero da apprezzare anche solo per l’impegno, encomiabile per intensità e professionalità. Il loro stile è senza dubbio improntato sulla serietà della proposta e sulla complessità di scrittura, ma emerge praticamente ovunque il tentativo, a volte raggiunto, a volte fallito, di suonare easy e di abbracciare anche un uditorio che non sia specificamente quello del prog o del death. Quello che manca all’act scandinavo per emergere definitivamente è l’abilità di riuscire a comporre canzoni interessanti e artisticamente valide, senza ingolfare il tutto con zavorre e fregi eccessivi.

Daniele “dani66” D’Adamo.

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Tracklist:
1.Loss Of Liberty 03:44
2.Energy Taboo 07:16
3.Dig Deeper 05:29
4.Uncompassion 05:13
5.Thirty Years 05:30
6.Raiders Of The Lost Heart 06:03
7.Blindfolds Off 05:39
8.What Once Was 05:02
9.Breakthru 07:50

Line-up:
Tomas Jonsson – Basso
Teddy Möller – Chitarra, Voce
Niklas Kupper – Chitarra
Alvaro Svanerö – Batteria
Fredrik Klingwall – Tastiere

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