Recensione: Revelations of Reckoning Day
Nati nel 2005 e autori nello stesso anno di un EP stampato in sole 400 copie intitolato “Northern Twilight” andato subito esaurito, gli Iskald entrano già nel settembre dell’anno successivo in studio per registrare il loro esordio discografico intitolato “Shades of Misery” che sarebbe uscito nel marzo 2007. La strada verso il successo sembra in discesa per questo gruppo che si trova in brevissimo tempo a dividere il palco dell’Inferno Festival con mostri sacri come Satyricon e Gorgoroth. Band oltretutto prolifica visto che a distanza di un anno eccoli pubblicare il loro secondo album, questo “Revelations of a Reckoning Day”.
Lecito sarebbe aspettarsi un calo qualitativo rispetto all’esordio e prepararsi ad avere a che fare con un disco poco ispirato, realizzato in fretta, poco curato sotto il profilo degli arrangiamenti. Gli Iskald invece ci sorprendono e ci prendono in contropiede con un album assolutamente inaspettato.
Indicati da alcuni come i prescelti per riportare in auge il black metal e da altri come l’inizio di una nuova era per il genere, questi ragazzi sembrano voler far di tutto per meritarsi questi appellativi. Pur senza gridare al miracolo, il sound del gruppo è fresco e al contempo fortemente legato agli stilemi del black di sana fattura norvegese. Il genere che suonano è lampante fin dalla primissime note delle loro canzoni, al contempo però riescono a metterci dentro una componente estremamente orecchiabile in grado di coinvolgere istantaneamente l’ascoltatore. Qui e là è possibile riscontare influenze dall’avantgarde per alcuni passaggi di chitarra classica, una certa vena (ormai diffusa anche tra i nomi di punta) di ritorno del thrash bay area degli anni ’80. La confezione che contiene tutto questo però potrebbe essere etichettata solo come “True Norwegian Black Metal”.
La produzione è lontana, purtroppo o per fortuna, dai capostipiti del genere. Niente rumore di fondo che copre in tutto o in parte gli strumenti. Di quel suono freddo e a tratti inquietante non è rimasto praticamente più niente. Gli strumenti suonano tutti puliti, con un buon mix che permette a tutti di esprimersi al meglio senza che qualcuno sia penalizzato rispetto agli altri. Convincenti inoltre anche i suoni, pieni e potenti come si necessita.
Il secondo album degli Iskald li conferma come una delle “buone nuove” del panorama black norvegese. Canzoni fresche, ispirate, che non rivoluzionano il genere con nuove influenze e nuove correnti, ma che dimostrano come si possa fare black metal di classe anche nel 2008. Un ascolto sicuramente consigliato per tutti gli amanti del genere in cerca di qualcosa di orecchiabile che emerge un po’ dalla massa.
Tracklist:
01 Ruin of Mankind
02 A Breath of Apocalypse
03 Warriors of the Northern Twilight, part. 2
04 Endtime
05 The Orphanage
06 Det Stilner Til Storm
07 Tartarus
08 Journey to Hel
09 Dommedag
Alex “Engash-Krul” Calvi
Discutetene sul forum nel topic relativo!