Recensione: Rewake
Passano gli anni, ma non accenna ancora a calare l’alta marea generata dall’onda prodotta dal Death Metal melodico proveniente dal Nord Europa. Stavolta, provano a rimescolare ulteriormente le acque i tedeschi Emergency Gate con il loro terzo album in studio, “Rewake”.
Ormai quel che si poteva dire, anzi meglio suonare in quest’ambito particolare del Death, è già stato provato, sperimentato ed assodato.
E allora?
Allora non rimane che il songwriting, per cercare di distinguersi dalla moltitudine degli analoghi progetti in corso.
Il suono delle chitarre, i tempi di batteria, il cantato rigorosamente growling e la struttura delle canzoni, sono a questo punto elementi più che consolidati e presentano limiti entro i quali risulta arduo muoversi nel tentativo di essere in qualche modo originali. I bavaresi, allora, ben consci di questo, non osano sperimentare alcunché, preferendosi concentrarsi nella miglior stesura dei brani e nella ricerca della raffinatezza armonica.
E così è.
Fra le possibili strade che si possono intraprendere, il sestetto di Kirchseeon (Matthias Kupka, voce; Udo Simon, chitarra; Vladi Doose, chitarra; Chris Rybak, tastiere; Mario Lochert, basso e Chris Wildmann, batteria) ha scelto quella meno violenta e brutale, tale da poter inquadrare il loro sound come una sorta di Heavy Metal moderno, irrobustito, caratterizzato dalle immancabili (in ambito Death) linee vocali in growl. Che i musicisti non siano “di primo pelo” (formazione del gruppo: 1996), lo si percepisce sia dalla maturità tecnica degli stessi, che dall’omogeneità artistica del platter, che si snoda in maniera costante e continua lungo i quarantotto minuti e passa di durata complessiva dell’album stesso, senza che si presentino cioè ne’ picchi ne’ depressioni nel livello della composizione.
Esempio di quanto scritto sopra è l’opener “Double Suicide”, dal delizioso ritornello e dall’altrettanto gradevole tessitura delle tastiere, nonché dalle melodiche rifiniture delle chitarre. La scrittura della canzone porta ad un risultato semplice ma efficace, individuabile nell’azione combinata fra armonia e ruvidezza, che sinergicamente produce un sound allo stesso tempo catchy ed heavy. Questa caratteristica compositiva si ritrova similmente distribuita nella maggior parte dei dodici brani che compongono il disco, particolarmente in canzoni come “Slave”, tanto per citare la prima che viene in mente, oppure “The Purpose” (ritmo battente a doppia cassa, vocals filtrate, cori e tanta orecchiabilità), “Trust In Me” (nobilitata da un assolo dal DNA di matrice Hard Rock), “Elementor” (refrain semplice ma immediato ed azzeccati stacchi di narrazione) e “Life v2.0” (diretta e lineare, senza fronzoli).
Tuttavia, ci sono anche tagli che esplorano i confini del predetto marchio di fabbrica del combo della terra d’Albione: “…Of Stars And The Drifting”, dalle linee vocali più pulite e dagli stilemi più rappresentativi del Thrash, “Next In Line”, dal groove che affonda le radici nel substrato più classico dell’Heavy Metal, “Unbeing”, dolce e carezzevole strumentale acustica, “Lullaby”, classico brano di chiusura arpeggiato teso a calmare le acque e “Remains” interpretata con calda partecipazione da parte di Kupka con il solo accompagnamento al piano (arricchito da qualche inserto d’orchestrazione) nella prima metà, per crescere successivamente con il rinforzo della chitarre e della batteria. Probabilmente, la miglior canzone dell’album per qualità, classe compositiva ed intensità. Non manca l’hit , ovvero “Gold & Glass”, che pur presentando un piglio arcigno e deciso, dispone di un ritornello del tutto godibile ed orecchiabile.
Insomma, bene o male, gli Emergency Gate riescono a metter giù un più che buon numero di canzoni che si lasciano ascoltare con piacere, se si assaporano con il giusto approccio. Che è quello di non aspettarsi un tornado in azione, ma bensì un Death decisamente edulcorato, in quanto bagnato spesso e volentieri nello specchio acqueo alimentato dal suono delle tastiere.
In tal senso, “Rewake” si può considerare come un full-lenght che raggiunge l’obiettivo preposto.
Se invece si cerca la brutalità, l’originalità e/o la sperimentazione, allora è meglio rivolgersi altrove.
Daniele “dani66” D’Adamo.
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Tracklist:
1. Double Suicide 03:08
2. Slave 03:33
3. …Of Stars And The Drifting 04:13
4. Next In Line 04:03
5. Unbeing 02:44
6. Gold & Glass 03:46
7. The Purpose 04:19
8. Trust In Me 02:44
9. Remains 07:15
10. Elementor 05:25
11. Life v2.0 05:37
12. Lullaby 01:40