Recensione: Rhythm And Murder

Di Eugenio Giordano - 7 Ottobre 2003 - 0:00
Rhythm And Murder
Band: Terrorwheel
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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78

I nordici Terrorwheel sono una delle sorprese più piacevoli di questo 2003, Marco The Missile, Nick Napalm e DJ Locomotive sono gli appellativi che questi tre ragazzi hanno scelto per presentarsi alla scena metal europea. La Massacre records gli ha offerto un deal e i Terrorwheel non si fanno certo complessi di inferiorità o problemi da debuttanti, anzi sanno subito colpire duro e potente come solo le grandi metal band sanno fare, questo “rhythm and murder” è un platter composto da pura e semplice enrgia metal. Il souno della band non è elaborato o complesso, i Terrorwheel non sono particolarmente tecnici, i nostri tre pensano piuttosto a divertirsi e a divertire con un sound vibrante e sporco, fottutamente metal e incazzato, se ne fregano delle catalogazioni e pensano solo a spaccare tutto, con tutta la loro forza. I Terrorwheel hanno solo una band a cui essere debitori, i Motorhead, e questi tre ragazzi finnici gli somigliano sia da un punto di vista musicale che sotto il profilo fisico, con una attitudine genuina e decisamente alcolica dietro a ogni testo. Il disco si apre con la potenza trascinatrice di “say no to religion” una brano di heavy metal sporchissimo e grezzo che viene sparato in faccia all’ascoltatore, tra riff devastanti e linee vocali grintose. La successiva “under your skin” si rivela una pallottola impazzita dal tiro irresistibile, anche in prospettiva live, il tipico brano che un metallaro convinto finisce per adorare dopo un paio di ascolti. Più violenta e appesantita dalla sezione ritmica del gruppo “bloodthirst” si rivela una delle canzoni più violente del disco, le linee vocali filtrate vengono rese ancora più rabbiose e sanguinarie. Molto vicina ai Motorhead di “on parole” la successiva “snake eyes” possiede un ritornello dalla presa immediata e indiscutibilmente ispirata, c’è spazio anche per alcune divagazioni rock-blues che però non alleggeriscono il peso del brano. “Under a crimson sky” colpisce per l’atmosfera crescente e molto pesante, l’attitudine del gruppo rimane cattiva e i suoni di chitarra ribassati ma sempre distorti generano un muro musicale impressionante e infrangibile. Con “curtain” i nostri ritornano all’heavy rock da birreria che piace tanto ai seguaci di Lemmy & Co. sfornando una nuova prova di heavy metal puro e genuino, senza preconcetti e catalogazioni, senza compromessi. Se pensavate di alzare il piede a questo punto “redemeer” riporta il gruppo a velocità notevole e riaccende il disco, anche qui i Terrorwheel non vanno tanto per il sottile suonando un metal diretto e convincente privo di fronzoli tencici. Bellissimo “backstabber” è il brano più trascinante del disco e con il suo ritornello ripetuto in successione si presenta come un brano dal sicuro successo durante i concerti. Più oscura e pesante “tear this nation down” riporta i Terrorwheel al metal devastante delle tracce precedenti senza aggiungere nulla di nuovo, per fortuna, insomma una ennesima prova di forza. Il gruppo rimane “out of fuel” ma la benzina che i Terrorwheel hanno tolto dal motore delle loro moto la usano per incendiare il pezzo che si basa su un riffing serrato e indistruttubile che polverizza tutto quello che incontra, bellissimo. La conclusiva “outlaws inc.” incomincia con un mood da film western e poi esplode in un calderone di riff granitici e linee vocali incazzate che si susseguono per quattro minuti senza concedere tregua all’ascoltatore ormai martoriato. Io questo “rhythm and murder” lo consiglio a tutti quanti, e mi piace pensare che ci siano band ancora capaci di suonare in questo modo al giorno d’oggi, grandissimi avanti così.

1 say no to religion

2 under your skin

3 bloodthirst

4 snake eyes

5 under a crimson sky

6 curtains

7 redeemer

8 backstabber

9 tear this nation down

10 out of fuel

11 outlaws inc

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