Recensione: Ri-Evoluzione
Dopo “Ade” e “Superstite”, giunge al terzo album la band italiana (tarantina, per la precisione) Ninfea, che pubblica in questi giorni il nuovo full-length dal titolo “Ri-Evoluzione”.
Grazie ai lavori precedenti, i musicisti provenienti dalla “città dei due mari” si erano messi in luce per il proprio stile certamente debitore del più classico grunge, ma anche ricolmo di rimandi al metal, all’hard rock ed al rock alternativo italiano di gente come Marlene Kuntz e Timoria.
Con “Ri-Evoluzione” il power trio capitanato dal chitarrista e cantante Alessio Ligorio e la cui formazione è completata da Francesco Lanzo dietro ai tamburi e Alessandro Martina al basso, pur restando nel solco stilistico dei dischi precedenti, fa un bel passo in avanti dal punto di vista musicale e produttivo. Il lavoro, realizzato con il contributo di Puglia Sounds Record, è prodotto, infatti, da Max Zanotti, ex voce dei Deasonika e dei Casablanca e, come peraltro auspicato pure su queste pagine virtuali, si nutre di una maggiore varietà sia in sede compositiva che di arrangiamento.
Proprio gli arrangiamenti di alcune tracce si avvalgono della presenza di alcuni ospiti, incluso lo stesso Max Zanotti e, nell’intro Rocket Evolution, di Pino Scotto nel suo inconfondibile stile declamatorio.
Leda ed Alieni Nel Tempo, ad esempio, sono brani con squarci più lenti (alternati a esplosioni più piene ed elettriche) rispetto agli altri del lotto e sono ingemmati da tocchi raffinati di pianoforte ed archi, a cura di Lorenzo Semeraro, Massimiliano Monopoli (dei Plurima Mundi, nota band prog di Taranto) e Carla Milda.
Virus Blues è, ancora, una canzone contrassegnata da atmosfere oblique e vellutate e scariche elettriche, vicina a certo rock italiano alternativo e caratterizzata anche dal piano ed i sintetizzatori di Max Zanotti.
La parte maggior parte delle canzoni, però, esprime lo stile irruente ed elettrico più tipico dei Ninfea. Tra queste, assolutamente da citare due tra i brani migliori dell’album, quali Elettromagnetica, agitata da una melodia sbieca e da nervose tempeste grunge e hard, e Rumore e Deserto, collocabile in ambito alternative metal/ grunge ma non priva di spunti da rock tricolore.
Menzione d’onore anche per Sono Virtuale, tipico brano grunge ma gradevole assai sul piamo melodico, che non a caso è stato scelto come primo singolo. Il relativo video, realizzato da Pietro Cinieri, in linea con il testo è una solta di atto d’accusa nei confronti della dipendenza dalla tecnologia.
Generazione X, ancora, espone rabbiose e trafittive raffiche di riff grunge all’inizio, ma anche momenti più arpeggiati di malata e cadenzata dolcezza.
“Ri-Evoluzione”, in definitiva, vede ancora una volta i Ninfea proporre con grinta, energia e passione la propria visione di un rock che s’ispira alle suggestioni della Seattle di tanto tempo fa, dandone una chiave di lettura che passa attraverso le lenti del rock italiano soprattutto degli anni Novanta, continuando, peraltro, a curare anche la qualità di testi sempre attenti a temi sociali e d’attualità.
La maggiore differenziazione di arrangiamenti e strumentazione è indice rispetto al passato è un indicatore di una crescita artistica ulteriore che aggiunge classe e profondità alla proposta della band.
Francesco Maraglino