Recensione: Riding On Fire – The Noise Years 1997-2004, 6CD Box Set
Uscita molto interessante, questo box set contenente 6 CD e intitolato Riding On Fire – The Noise Years 1997-2004, per tutti i fan dei… Judas Priest!
Già, perché all’interno delle ottantuno canzoni ricomprese nel cofanetto licenziato dalla Dissonance Productions/Cherry Red Records sono presenti ben sei cover del gruppo di Ian Hill, nell’ordine: “The Rage”, “Desert Plains”, “Delivering The Goods”, “The Hellion”, “Electric Eye” e “Living After Midnight”.
Scherzi a parte, ovviamente la raccolta si riferisce ai tedeschi Iron Savior, che peraltro mai nella loro storia hanno fatto segreto di nutrire una spiccata venerazione per i sacerdoti di Birmingham omaggiandoli con più rivisitazioni dei loro brani, come scritto poc’anzi. In maniera impeccabile, va sottolineato.
Gli Iron Savior, pur essendo un gruppo con i controcolleoni, non sono mai riusciti a raggiungere determinate vette, quasi fosse loro precluso un determinato traguardo, molto probabilmente per un motivo molto semplice: sin dalla loro prima incarnazione hanno rappresentato più un progetto, per gli appassionati, che non una gang di metallari. Un’etichetta che li ha accompagnati per tutta la carriera e che ancora oggi faticano a scrollarsi di dosso nonostante una milizia notevole e una quindicina di album sul groppone, di livello medio alto, mediamente.
Mastermind della band, ops, del progetto, Piet Sielk, produttore e ingegnere del suono, polistrumentista e cantante, uno che contribuì, insieme con l’amico Kai Hansen, alla scrittura di alcuni brani poi finiti su Walls Of Jericho a decretare le successive fortune degli Helloween. Gli Iron Savior erano e sono rimasti una sua creatura sebbene, soprattutto agli inizi, non molti avrebbero scommesso sulla loro durata, dal momento che pareva costituissero più un sfizio musicale parallelo di vari affermati musicisti che non una band vera e propria, come anticipato sopra. Basti ricordare che del primissimo nucleo facevano parte, oltre a Sielk, il chitarrista Kai Hansen (Halloween, Gamma Ray) e il bombardiere dei Blind Guardian, Thomen Stauch. Nel tempo, invece, contrariamente a molte delle previsioni, gli Iron Savior hanno saputo conquistarsi il meritato posto al sole, grazie alla tenacia del team principal Piet Sielk.
Riding On Fire – The Noise Years 1997-2004 racchiude tutto quanto realizzato dal gruppo nei primi anni della propria carriera, che ha visto transitare fra le propria file, fra le star, oltre ad Hansen e Stauch anche Dan Zimmermann (Gamma Ray) e Yenz Leonhardt degli Stormwarrior, al basso, per un periodo anche con i Saxon dal vivo.
Il cofanetto griffato Dissonance Productions/Cherry Red Records racchiude sei Cd – cinque album e un EP, Interlude – con copertina e retro riproposte in maniera fedele su di un cartonato nel quale è alloggiato il dischetto ottico: Iron Savior, Interlude, Unification, Dark Assault, Condition Red e Battering Ram. A impreziosire il tutto l’aggiunta alle varie uscite delle bonus track a loro tempo licenziate per le sole edizioni giapponesi – per i dettagli consultare la tracklist -.
Al netto delle cover presenti, trattasi di una settantina di pezzi a marchio Iron Savior, settanta cannonate di heavy metal alla tedesca maniera, in linea con i vari Gamma Ray, Helloween, Running Wild, Grave Digger e X-Wild innervate da robuste dosi di British Steel. Costantemente lineari nella loro proposta, Sielk e compagnia hanno saputo confezionare prodotti di livello tanto che risulta complicato determinare un’uscita cardine della loro discografia. Certamente il primo album, quello del 1997, aprì la strada, con le varie “Atlantis Falling”, “Brave New World”, “Iron Savior”, “Riding On Fire”, “For The World” e “Watcher In The Sky”, ossia un pezzone dietro l’altro, ma anche gli album successivi non delusero per nulla le attese.
Per potersi godere appieno le prime sei prove discografiche dei Saviors alla vecchia maniera, cioè con qualcosa da leggere per approfondire, Riding On Fire – The Noise Years 1997-2004 fornisce a corollario un succoso libretto di sedici pagine comprendente l’intera storia della band poco oltre Battering Ram con aneddoti, dati storiografici e parecchie foto a supporto fra le quali spicca la locandina del Babylonia di Ponderano (Biella), quando gli Iron Savior si esibirono nella loro unica data italiana con gli Edguy in apertura, lunedì 13 aprile 1998. In chiusura cinque facciate dedicate al The Voyage Of The Iron Savior, un viaggio all’interno della fantascienza.
Stefano “Steven Rich” Ricetti