Recensione: Risen
Sanguigno, violento e glaciale questo “Risen”, coraggioso album d’esordio partorito dai nostrani Noveria.
Il gruppo, nato per volere del chitarrista Francesco Mattei (noto soprattutto per aver collaborato con la band finnica, Baton Rogue Morgue), ospita tra le proprie fila musicisti di alto livello, tra i quali spicca senza dubbio il nome di Emanuele Casali (tastierista degli Astra e DGM).
Anticipato da un artwork efficace e vagamente in stile Messhuggah, l’album è infine completato dall’ottimo lavoro tecnico svolto dall’onnipresente Simone Mularoni, il quale come di consueto, valorizza al meglio l’operato del giovane quintetto nostrano con una produzione cristallina e potente.
Il compito di aprire le danze, spetta alla breve “The New Age”, buona intro strumentale prettamente tastieristica, che in poco più di un minuto sembra voler rappresentare la calma prima della tempesta, la quale effettivamente si concretizza nella spietata title track: un concentrato di puro Power Metal violento ed elegante, contraddistinto dai massicci riff chitarristici orchestrati dal già citato Francesco Mattei, ben supportato dal resto della band che risulta costantemente attenta a non porre in secondo piano la componente melodica della propria musica: ne sono testimonianza le energiche armonie condotte dal bravo vocalist Francesco Corigliano, protagonista di un refrain solare e ben riuscito.
La successiva “Downfall” (da non confondere con l’omonima canzone firmata dai Children Of Bodom, nel 1999), prosegue la scia di distruzione avviata dalla potente opener: a dominare sono ancora i granitici riff macinati dalla sei corde del chitarrista, prima di cedere nuovamente il passo ad un coro melodico ed epico. Ecco poi una sequela di parti soliste in un duello chitarra / tastiere, che confermano ancora una volta il valore tecnico di una band “in forma” ed ispirata in fase di composizione.
Poco dopo, atmosfere plumbee caratterizzano l’anima della gelida “Paralysis”, la cui intro potrebbe quasi ricordare le sonorità tipiche dei britannici Cradle Of Filth.
Con la seguente “Ashes”, i nostri si divertono a contaminare il proprio sound con sottili elementi gotici, dettati dalle tastiere del bravissimo Emanuele Casali, mentre compositivamente è assai percepibile l’ombra degli statunitensi Symphony X, per un nuovo affresco di Heavy/Power Metal diretto e feroce, caratterizzato da una struttura articolata ed estremamente dinamica.
La dilaniante “Fear”, rivela lo spirito più Heavy dei Noveria e prepara il combo tricolore all’epilogo dell’opera, rappresentato dall’ultimo dirompente trittico composto dalla cadenzata e granitica “Fallen From Grace”, canzone dove torna una maggiore attenzione alla melodia, come dimostrato dall’eloquente ritornello.
A “Fallen From Grace” segue “Through The Abyss”, la quale tuttavia non offre particolari spunti di novità rispetto a quanto ascoltato finora, mentre la decisamente migliore “Waste” conclude in maniera ottima un album d’esordio ben confezionato e piuttosto appagante.
I sostenitori del Power più glaciale e raffinato non potranno che apprezzare: una nuova realtà della scena Heavy italiana ha lasciato un’impronta nel panorama musicale odierno con la probabile certezza d’ottenere ancora buoni risultati in futuro.
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