Recensione: Rising from the hidden spheres
Gli italiani Horrid escono nei negozi con questo nuovo lavoro intitolato “Rising from the hidden Spheres” registrato nei Starstruck studio in Danimarca. Il gruppo composto da Robert (voce), Belfagor (chitarra), Max (basso) e Matt (batteria) è attivo dal 1989 e ci propone un death metal velocissimo potente e senza tregua.
Il sound del combo è migliorato notevolmente con il passare degli anni, maturando e rendendosi sempre più violento ma al tempo stesso preciso; gli Horrid sono rimasti sempre fedeli al loro genere senza scendere a compromessi in tutti questi anni e questo ultimo lavoro dimostra una crescita sia tecnica che stilistica notevole.
Fin dalle prime battute della opener “Nothing lives forever” capiamo a cosa ci troviamo davanti: riff di chitarra cupi e granitici vengono affiancati ad una batteria molto veloce ma al tempo stesso precisa. La voce è perfetta per il genere e i vari urli che rasentano lo screma la rendono ancora più “marcia” e cupa. Vi sfido a non fare headbanging su questa canzone se ne siete capaci; molto piacevoli risultano essere anche le parti più lente e opprimenti in cui l’atmosfera horrorifica è resa in maniera magistrale.
Spesso ci troviamo dinnanzi ad un suono molto simile a quello dei Dismember anche se i nostri sfoggiano nei loro brani una personalità forgiata da anni di gavetta.
Non ci sono mai cadute di ritmo o di stile e la violenza regna sovrana anche nelle parti meno veloci; esempio lampante di questo è la titletrack “Rising from the hidden spheres”, brano in cui troviamo la partecipazione di Anders Lundermark alla voce presente anche nel brano “Feeling hate”.
Chitarre con riff lancinanti che sembrano quasi lamentarsi squarciano le orecchie dell’ascoltatore che prende il colpo di grazia da una voce corrosiva e struggente nella sua malvagità; questo è il caso di “Come to me” e di “Redemtion and lies” i due brani più riusciti assieme all’opener del cd.
Discorso completamente diverso va fatto per “Harmonic devastation” in cui gli Horrid danno prova di tutta la loro bravura sia compositive che strumentistica non rimanendo ancorati ad un death metal esasperato ma mettendo piede anche in ambienti più “tranquilli”. Il brano è molto strano e vario, ma non per questo spiacevole; Robert dimostra di poter dire la sua anche quando il cantato si fa più pulito e melodioso e il resto del gruppo non è da meno. Si riesce così ad avere un sound claustrofobico e particolarmente apprezzabile che rende ancora più interessante tutto il lavoro.
In conclusione questo “Rising from the hidden spheres” è la conferma che in Italia esistono ottimi gruppi death metal che non hanno mai avuto ciò che veramente meritano; il cd scivola veloce nel lettore senza punti morti e senza scadere nella monotonia; i brani sono diversi uno dall’altro, qualità a volte difficile da trovare in questo genere musicale.
I suoni sono perfetti, l’artwork è ben curato; insomma un album di tutto rispetto.
TRACKLIST:
1. Nothing lives forever
2. Rising from the hidden spheres
3. From here to eternity
4. Come to me
5. Feeling hate
6. Redemtion and lies
7. Harmonic devastation
8. Outro