Recensione: Rites of Percussion

Di Roberto Castellucci - 2 Settembre 2023 - 10:30
Rites of Percussion
Etichetta: Ipecac Recordings
Genere: Altro 
Anno: 2023
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Inutile girarci intorno: “Rites of Percussion” di Dave Lombardo, leggendario batterista fondatore degli Slayer nonché eroe incontrastato di migliaia di musicisti in giro per il mondo, ha colto alla sprovvista molti redattori di TrueMetal.it…me compreso, ovviamente. L’idea di produrre un album interamente dedicato al mondo delle percussioni, stando alle parole di Lombardo, nasce addirittura nel 1998 su suggerimento di Mike Patton, virtuoso cantante di Faith No More, Mr. Bungle, Fantômas e fondatore della casa discografica Ipecac Recordings, etichetta che non a caso ha pubblicato il disco oggetto di questa recensione. Anticipo a tutti i Lettori che stiamo per addentrarci in una recensione atipica…atipica come l’album che affronteremo, d’altronde. Il primo album solista di Dave Lombardo può lasciare interdetti ad un primo ascolto: sonorità tribali e spettrali suoni di synth compongono l’ossatura di un disco sorprendente, molto diverso rispetto a quanto ci aspetteremmo dal medesimo batterista che ha animato capolavori come “Reign in Blood” degli Slayer e “The Gathering” dei Testament. Considerando la particolarità dell’opera e la scarsità di batteristi in Redazione, si è pensato per la prima volta nella storia del Nostro sito di pubblicare una recensione ‘corale’, se così si può dire, lasciando la parola ai colleghi di Mister Lombardo. Mi spiegherò meglio: TrueMetal.it ha messo insieme un mucchio selvaggio di amici batteristi e ha affidato loro il compito di ascoltare e recensire i brani di “Rites of Percussion“. Non è stata fornita alcuna indicazione ai coraggiosi artisti che hanno accettato di sottoporsi a questo esperimento: ognuno ha espresso liberamente il suo pensiero secondo la propria indole e il proprio carattere. Ne è uscita una recensione track by track insolita, professionale e…incredibilmente rilassante per noi redattori, dal momento che il duro lavoro di analisi è stato magistralmente portato avanti dal nostro Dream Team artistico. Colgo l’occasione per ringraziare il Direttivo di TrueMetal.it per l’idea e i colleghi Nicola Furlan e Antonio Miele per aver reclutato alcuni dei batteristi che conoscerete, o rincontrerete, fra breve. Il Lettore curioso che preferisce prepararsi prima di avvicinarsi alla recensione può approfittare del collegamento seguente: ascolterà “Rites of Percussion” nella sua interezza. Buona lettura!

1 – INITIATORY MADNESS – 4,53 – Jonathan Garofoli (Naer Mataron, Kurgaall, Azrath-11)

Partiamo subito dicendo che, in questo contesto, dobbiamo saper scindere il Dave Lombardo dalla doppia cassa roboante e furenti skank beats degli Slayer dal Lombardo compositore. Qui s’esprime in modo atipico ed ancestrale, con il sapiente uso di percussioni tradizionali perfettamente miscelate a sonorità filo Industrial, un ponte tra antico e moderno fatto con maestria!

2 – SEPARATION FROM THE SACRED – 2,32 – Alessio Spallarossa (Roommates, Mastercastle)

Dave Lombardo…sarebbe ridondante andare a commentare la sua esperienza e la sua vena artistica, così come sarebbe scontato per il lettore un elenco descrittivo per metterne in luce una grandezza che ha caratterizzato per tutti noi metallari ‘old school’ uno dei primi ascolti già negli anni ’80. Si, perché in quegli anni, quando eravamo ancora (ahimè) ragazzini, Dave Lombardo costituiva un obiettivo stilistico e soprattutto di velocità tecnica. Quell’estremo nella tecnica che si concretizzava nell’essere ‘la doppia cassa più veloce del West‘, e che poi negli anni si è rivelato essere un innovatore, un creativo e che ha confermato (come se ce ne fosse mai stato bisogno) il suo essere uno sperimentatore grazie al lato più creativo del suo drumming. Di recente mi sono concentrato sul suo ultimo lavoro “Rites Of Percussion”, uscito il 5 maggio 2023. La cosa che mi ha fatto sorridere è che dopo decenni di Slayer, di collaborazioni e progetti con altri artisti, questo è il primo lavoro a sua firma ad essere interamente suo. E da batterista trovo questo disco una enorme fatica fatta di composizione e studio, e percepisco come il lavoro sia stato lunghissimo (oltre a ciò che lo stesso Lombardo ha rilasciato nelle interviste riguardante lo spunto di Mike Patton dal ’98). Nello specifico mi sono soffermato su due brani. Il primo è “Separation from the Sacred”, seconda traccia dell’album, abbastanza in linea con le durate degli altri brani con i suoi 2:31. E’ un brano anch’esso interamente percussivo, in cui Dave crea una vera orchestra di percussioni, compito arduo, ma che lui riesce a portare a termine con pattern molto efficaci e di facile memoria. Il drumming, che nella mia mente rimane molto ‘arioso’ grazie ad effetti d’ambiente molto riverberati, aggiunge nella seconda parte suoni Noise che ne cambiano il gusto virando verso una modernità stilistica. La melodia ritmica mi riporta alla mente il progetto fondato subito dopo l’uscita dagli Slayer, i Grip inc. Il sapore è quello.

3 – INNER SANCTUM – 2,10 – Andrea ‘Rex’ Ornigotti (Di’Aul)

E’ un vortice che ti porta dalle sonorità più cupe dei Nine Inch Nails, ai ritmi primitivi di “Ratamahatta“, con sprazzi di pura tecnica sul rullante…”Inner Sanctum” è la perla di un disco visionario e molto intenso!

4 – JOURNEY OF THE HOST – 2,41 – Lorenzo Telve (Bloody Unicorn)

Groove intenso, ansioso di voler far di più, non si concede alcuna mollezza e va dritto al punto. Non pensare di poter ascoltare “Journey of the Host” serenamente, questo pezzo esige la tua attenzione e se la prende senza tanti complimenti.

Insieme ad altri suoni percussivi e synth che vanno ad integrare la classica batteria, il pezzo si sviluppa con passo cadenzato tenendo sempre altissimo il livello di energia. Il ruolo delle percussioni è senza dubbio centrale nella composizione, mentre gli strumenti melodici seguono linee molto semplici ma efficaci nel loro intento di creare un’atmosfera cupa e selvaggia.

Alla batteria c’è decisamente Lui. In un momento storico in cui le produzioni musicali tendono sempre più alla perfezione tecnica non è facile trovare musicisti che si fanno riconoscere solo dal sound che riescono a sprigionare dal proprio strumento, onore a Dave Lombardo.

5 – MAUNDER IN LIMINALITY – 2,01 – Luca Cacciatore (Abbinormal)

Con “Maunder in Liminality” il ritmo rallenta decisamente, dopo la più vivace “Journey of the Host”. In questa traccia di appena due minuti esatti non sono presenti i fills esagerati a cui ci ha abituato Lombardo negli anni, bensì una base percussionistica alquanto regolare che comunque ben si adatta a conferire la giusta atmosfericità al brano. Decisamente un buon intermezzo che dà un attimo di tregua alla furia dietro le pelli presente in altre tracce dell’album.

6 – DESPOJO – 3,35 – Alessandro Morroni (Ibridoma)

Devo dire che l’album solista di Dave Lombardo mi ha davvero spiazzato. Mi aspettavo qualcosa di strumentale in stile Thrash/Death e invece sono stato smentito alla grande. Lo strumentale c’è ma siamo lontanissimi da quello a cui Dave ci ha abituati. Nella sesta traccia dell’album “Despojo” si parte quasi con un groove Rock/Metal che poi si sviluppa in un drum solo con rullante e tom come protagonisti. Ovviamente nelle rullate lo stile di Lombardo è molto riconoscibile. Non mancano tappeti atmosferici Industrial che aggiungono una certa dose di spettralità al pezzo. Il brano dura all’incirca 3 minuti e quando ci si aspetta uno sviluppo ulteriore lo stesso si chiude.

7 – INTERFEARIUM – 3,18 – Viola ‘Cioppa’ Fai (Wicked Asylum)

Interfearium” è uno dei brani più suggestivi dell’album. Piuttosto corto per il tipo di linguaggio, ma efficace nella sua interezza. È l’unico brano in cui è presente il pianoforte oltre alle percussioni a suono indeterminato, alcune forse effettate, amalgamate a suoni elettronici. Potrebbe trattarsi di piatti sospesi, tam-tam, piatti appoggiati e altri metalli in aggiunta ad alcuni membranofoni presenti nel finale. Sembra inoltre che vengano suonate anche le corde del pianoforte. Nel brano è creata un’atmosfera sommersa, cupa, misteriosa che potrebbe rimandare benissimo a un film dell’orrore, oserei dire, retrò, se proprio volessimo affiancargli delle immagini. Anche la scelta dei suoni, in fase di mix e master, risulta un po’ retrò e voglio immaginare che sia stato voluto. Il brano comincia presentando quasi subito il pianoforte che si insinua nell’atmosfera già creata dai suoni elettronici, insistendo soprattutto su una nota e giocando su alcune dissonanze. Continua insistendo anche ritmicamente su un’altra nota più acuta tenendo sempre presente le dissonanze, lasciando spazio alla dimensione più rumoristica fino a metà brano dove un cluster in dinamica fortissimo sul pianoforte, unito al suono di un tam-tam rompe l’atmosfera facendoci sobbalzare, ricominciando l’insistenza sulle note utilizzate all’inizio. Verso la fine ritorna ad imperare la componente atmosferica fino a quando compare una successione cromatica di note ascendente che fa da ponte alla parte percussiva del brano che lo chiude prima di lasciar spazio di nuovo alla componente rumoristica. Questo brano oscuro, riflessivo e a tratti gelido e evocativo è sicuramente una bel lavoro da aggiungere al curriculum di un batterista pazzesco quale è Dave Lombardo.

8 – BLOOD LET – 1,14 – Lorenzo Telve (Bloody Unicorn)

Synth claustrofobici in una tempesta di piatti per un minuto di follia. Questo pezzo è un intermezzo cinematico prima di tornare all’attacco con “Warpath“.

9 – WARPATH – 2,23 – Paolo Crimi (Beerbong, Lockdown Junkies, ex-Extrema)

La song è sostenuta da percussioni ‘tribaleggianti’ con suoni ed effetti di fondo metallici/sperimentali, sempre in sinergia. Al centro immancabile l’impronta di Dave con le sue classiche rullate accompagnate da sonorità Ambient molto originali.

10 – GUERRERO – 2,37 – Jonathan Garofoli (Naer Mataron, Kurgaall, Azrath-11)

Una danza che porta guerra, un rituale perso nella notte dei tempi che richiama belligeranti memorie! Qui il nostro beniamino ci dimostra una certa propensione ed amore per le colonne sonore, fondendo sempre con sapienza la tradizione al modernismo, fra tese trame percussive a sghembi ritmi Drum n’Bass, non perdendo comunque la verve!

11 – VICISSITUDE – 1,37 – Alessio Spallarossa (Roommates, Mastercastle)

Il secondo brano che ha richiamato la mia attenzione da addetto ai lavori è “Vicissitude“, brano che troviamo come undicesima posizione, verso la fine e dura solo 1:36. Ho indicato la posizione perchè nell’era di Spotify è quasi naturale andare a saltare da un brano all’altro, ma per l’ascolto di “Rites of Percussion” ho trovato la successione dei brani come qualcosa di maniacalmente studiato e reputo siano da mettere ‘in play’ come negli anni ’80/’90 e godersi il disco nella sua interezza.

Torniamo a “Vicissitude”, in questo si sente chiaramente l’origine dell’artista in quanto i pattern tradizionali del Metal sono ben evidenti e vengono mischiati con suoni metallici distorti, figli di una evoluzione di cui Lombardo ha voluto tenere traccia e fare sua. I suoni in questione risultano molto elaborati, vengono proposte note di tastiera abbinate a melodie che possono ricordare colonne sonore famose mi ricordano lo stile di Michael Giacchino (Lost) e che sarebbero facilmente abbinabili a una fuga del protagonista di qualche film.

In conclusione mi pare ovvio che “Rites Of Percussion” resti un disco dedicato ad ascoltatori esigenti, nato da una mente che ha un carisma e una esperienza che rendono l’intero lavoro qualcosa da conoscere. Rimane nella mia mente, da amante delle colonne sonore, l’idea che questo tipo di sonorità possa essere (e spero possa esserlo) utilizzato in futuro proprio come colonna sonora di qualche film d’azione tetro e violento. Aspettiamo Nolan?

12 – OMIERO – 1,56 – Paolo Crimi (Beerbong, Lockdown Junkies, ex-Extrema)

Anche in questa song sono incentrate le sonorità tribali. Quasi da essere scritta su misura come colonna sonora di un film ambientato in una foresta amazzonica ricordando balli e riti voodoo.

Rites of Percussion” è stato un album inatteso secondo me. Non mi sarei aspettato un album così da Lombardo, pur sapendo che è sempre stato un’amante dello sperimentare vari generi con i vari progetti che ha ed ha avuto.

13 – ANIMISMO – 3,52 – Andrea Feltrin (Miscreance)

Non mi sorprende il fatto che Dave abbia prodotto un album del genere, anzi, lo aspettavo da tempo, ma è stato comunque inaspettato, un po’ all’improvviso, diciamo. Su quest’ultima traccia del suo “Rites of Percussion”, compie un vero e proprio rito finale a parer mio, un evocativo ed inconfondibile insieme di ritmiche che si alternano, tra fill tribali e groove più Jazz, tutto accompagnato da un’atmosfera cupa, oscura oserei. “Animismo” è l’epilogo di un viaggio primordiale tra culti antichi e perduti che solo strumenti come la batteria e le percussioni posso rappresentare al meglio. Ha dimostrato ancora una volta di saper sorprendere, sfruttando il suo strumento al 100%, c’è poco da dire: ‘numero uno’ come sempre.

Un ringraziamento speciale va a tutti i batteristi che hanno contribuito alla stesura di questa recensione. Mi permetto a questo punto di invitare tutti i Lettori che sono arrivati sin qui a completare l’esperienza. I collegamenti seguenti, disposti in ordine di apparizione nella recensione, permetteranno a tutti gli interessati di approfondire la conoscenza delle band di cui fanno parte i nostri ‘redattori per un giorno’ . Buon ascolto!

Naer Mataron

https://naermataron.webs.com/

https://metalofdeathshop.bandcamp.com/album/naer-mataron-and-the-word-became-flesh

Kurgaall

https://www.facebook.com/KURGAALL

https://kurgaall.bandcamp.com/album/ordo-sancti-daemoni

Azrath-11

https://www.facebook.com/azrath11official/

https://www.reverbnation.com/azrath11

Roommates

https://www.roommatesband.com/

Intervista ai Roommates – TrueMetal.it 

https://roommatesrock.bandcamp.com/album/roots

Mastercastle

https://www.facebook.com/mastercastleband

https://mastercastle.bandcamp.com/album/lighthouse-pathetic

Di’Aul

https://www.facebook.com/DIAUL111/

Intervista Di’Aul – TrueMetal.it

https://diaul.bandcamp.com/

Bloody Unicorn

https://www.facebook.com/bloodyunicornofficial

Intervista Bloody Unicorn – TrueMetal.it

https://bloodyunicorn.bandcamp.com/

Abbinormal

https://www.facebook.com/abbinormalband/

Intervista Abbinormal – TrueMetal.it

https://abbinormal.bandcamp.com/album/grind-hotel

Ibridoma

https://www.facebook.com/ibridomaofficial

Intervista Ibridoma – TrueMetal.it

https://ibridoma.bandcamp.com/album/norimberga-20

Wicked Asylum

https://www.facebook.com/WickedAsylum

Intervista Wicked Asylum – TrueMetal.it

https://wickedasylum.bandcamp.com/album/out-of-the-mist

BeerBong

https://www.facebook.com/beerbongofficial

https://beerbong.bandcamp.com/

Lockdown Junkies

https://www.facebook.com/profile.php?id=100087553965194

https://pig-records.bandcamp.com/album/lockdown-junkies

Miscreance

https://www.facebook.com/Miscreance

https://miscreance.bandcamp.com/album/convergence

Ultimi album di Dave Lombardo