Recensione: River At Dash Scalding
La Grecia si sta rivelando essere la culla dell’intransigenza e della purezza spinti alle estreme conseguenze, quando si parla di black metal. Ricordo il piacevole lavoro del 2002 degli Enshadowed, che colpiva nel segno con la sua formula così retrò e incontaminata. Ora è la volta dei Naer Mataron, gruppo non certo alle prime armi, che ritornano in pista sfoderando coerenza e cattiveria come armi principali. Insensibili alla scena che si evolve, loro proseguono dritti e filati sulla loro strada e sfornano un cd che, volendo, potrebbe essere riassunto in due parole: black metal. Con i suoi pregi e i suoi difetti…
Perchè tracce come “The Great Meridian Tide”, cariche di cattiveria scritta in velocità e riff malvagi, peccano comunque di una ripetitività che poteva benissimo essere evitata; ma anche di un’ispirazione a tratti ai Marduk nella loro peggiore forma, con parti tenute in piedi esclusivamente dalla “necessità” di suonare veloce. Escluso un intermezzo verso la fine del cd, per il resto a dominare incrontrastata è la velocità della batteria che accompagna i soliti riff minimali e ripetuti quasi a tormentone.
E’ incredibilmente difficile riuscire a valutare un lavoro simile senza molti, ma veramente molti, ascolti. Anche tutt’ora onestamente faccio fatica a ricordare meglio una traccia piuttosto che un’altra. Perchè bene o male non esistono grandi salti stilistici (in linea con quanto detto sulla loro purezza sonora) ma tantomeno abbiamo variazioni in quelle che possono essere le atmosfere evocate. In tutto e per tutto questo album va indietro nel tempo, anche nella produzione, che non ha voluto aggiustare e limare una prestazione comunque molto buona. Avrete dunque l’impressione, quella sana e vecchia impressione, di ascoltare quello che il gruppo ha realmente suonato, senza troppe cazzate o rifiniture sopra.
E se non è un lavoro per nostalgici questo, allora credo che non ne esistano… Quindi è due volte difficile dare una valutazione finale. Personalmente non sono assolutamente rimasto coinvolto da River At Dash Scalding, ma ciò non toglie nulla all’attitudine incompromessa che il gruppo dimostra. Certo, questa da sola non basta a tenere in piedi un cd. Dando il giusto peso alle cose, mi sembra di poter dire che questo è un album più che sufficiente, che però alla lunga può annoiare e il cui contenuto è di fatto limitante per l’ascolto. So che tra di voi probabilmente c’è chi impazzirebbe e farebbe follie per un prodotto simile, ma in questo caso penso che subentrino fattori che non hanno molto a che vedere col discorso strettamente musicale.
Volete black metal tirato, senza fronzoli, che sputa in faccia ai facili lidi melodici? Bene, questo è un album da pieni voti. Vi piace un’attitudine insana, old style e pure grezza quel che basta? Ancora meglio… Altrimenti pensateci veramente su, perchè potreste trovarvi in mano un semplice suppellettile per la vostra mensola nel giro di poche settimane.
Matteo Bovio