Recensione: Rivers Gone Dry
Polonia terra sempre più fertile per quanto riguarda la scena progressive moderna: basti vedere il successo (più di critica che di vendite a dire il vero) conseguito ultimamente da band del calibro di Riverside, Quidam, Division by Zero e Satellite, gruppi più o meno di recente formazione che hanno raggiunto la notorietà internazionale grazie ad alcuni dischi oltremodo interessanti e coinvolgenti. Proprio da una costola dei Satellite (più precisamente dal batterista Wojtek Szadkowski) nasce l’idea di questo progetto chiamato Strawberry Fields, nato nel 2008 e piombato ora sul mercato con il full length di debutto, intitolato Rivers Gone Dry, pubblicato dall’etichetta polacca Metal Mind.
Un po’ di Massive Attack, un pizzico di The Gathering (specie quelli più melodici di How to Measure a Planet?), qualche leggera influenza psichedelica, ed eccovi servito questo Rivers Gone Dry. Il genere offerto in questo disco è infatti un neo progressive rock particolarmente atmosferico, fatto di melodie orecchiabili e facilmente memorizzabili (ma non per questo banali o brutte), continui inserti elettronici e modernisti, e chitarre graffianti e spigolose. Al fianco del già citato Wojtek Szadkowski, qui impegnato sia in veste di compositore che come batterista, chitarrista e tastierista, troviamo altri tre membri dei Satellite: Krzysiek Palczewski alle tastiere, il bassista Jarek Michalski e il chitarrista Sarhan Kubeisi. Completa la formazione la cantante Marta “Robin” Kniewska, autrice di tutti i testi e dalla voce particolarmente delicata e suadente (molto simile a livello di timbrica vocale a Anneke Van Giesbergen, ex frontwoman dei già citati The Gathering). Nove sono i pezzi che compongono questo Rivers Gone Dry per una durata complessiva che non supera i quarantanove minuti. Brani piuttosto concisi e di facile assimilazione quelli proposti in questo disco, dal minutaggio piuttosto contenuto (solamente la conclusiva Flow supera i sei primi) e dalle strutture piuttosto lineari. Malgrado la presenza di un paio di filler (come ad esempio la noiosa e ossessiva title track), c’è da constatare come le tracce proposte si attestino complessivamente su buoni livelli qualitativi e risultino assolutamente scorrevoli e accattivanti. Tra le canzoni meglio riuscite possiamo sicuramente annoverare l’opener Your Story, che si segnala per delle trame vocali decisamente interessanti ad opera della cantante Robin. Molto buona anche Moon (scelta non a caso come singolo apripista dell’album, con tanto di video promozionale), sicuramente il pezzo più leggero e spensierato del lotto, dalle melodie sognanti e avvincenti in stile anni sessanta, mentre Close si sposta invece su binari meno canonici e più sperimentali, con parti strumentali più prettamente progressive che si alternano ad atmosfere dal chiaro sapore brit-pop. Degna di menzione anche la già citata Flow, sicuramente il brano meno immediato e più ricercato di tutto l’album, che nei suoi sette minuti e mezzo di durata si lancia in sonorità decisamente eleganti e raffinate sulla scia del neo progressive rock più tradizionale.
In definitiva, ci troviamo davanti a un discreto esordio per questi Strawberry Fields: Rivers Gone Dry si dimostra essere infatti un album forse non completamente originale e un po’ ruffiano a livello di sonorità, ma nel complesso ampiamente godibile e avvincente. Non deve trarre in inganno il fatto che quattro quinti della formazione arrivi direttamente dai Satellite: enormi sono infatti le differenze a livello stilistico tra i due gruppi e davvero inutile sarebbe fare un confronto tra queste realtà del progressive polacco.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Your Story
02. Close
03. River’s Gone Dry
04. Fool
05. Moon
06. Beautiful
07. Open Your Eyes
08. Maybe
09. Flow
Lineup:
Sarhan Kubeisi – Guitars
Marta “Robin” Kniewska – Vocals
Jarek Michalski – Bass
Wojtek Szadkowski – Drums, Keyboards, Acoustic Guitar
Krzysiek Palczewski – Keyboards