Recensione: Road To Salvation
Vecchia conoscenza dell’universo hard rock, Martie Peters torna a farsi vivo con l’omonimo progetto fondato alcuni anni fa, al secondo capitolo in carriera dopo il debutto edito su MTM nel 2004.
Chiunque fosse in cerca di un album valido, dotato di melodie ben congeniate, una voce ricca di personalità ed una produzione de-luxe, può sin da ora segnare sulla propria lista degli acquisti anche questo ‘Road To Salvation’ del talentuoso singer nordeuropeo.
Una limitata serie di ascolti è infatti più che sufficiente per decretare il successo e la riuscita del disco: i 12 brani in scaletta rivelano una interessantissima amalgama tra il classico feeling dello scandi-AOR arioso e solare anni ottanta, frammisto ad un sound decisamente moderno, corposo ed al passo con i tempi, su cui emerge la particolare voce del singer danese, peculiare e caratteristica miscela tra le corde vocali del grande Ted Poley con le tonalità dell’indimenticato Mike Tramp dei White Lion, tra l’altro, vecchio amico e sodale dello stesso Peters.
Il platter si dipana tra una serie ragguardevole di AOR tunes di ottimo impatto e dinamismo, con alla base una costante ricerca per la melodia scorrevole ed il ritornello di facile presa, qualche lento, ed alcune trovate moderniste, dal profilo vagamente commerciale ma tutto sommato non troppo sgradevoli e comunque funzionali al contesto dei vari pezzi.
Illuminante in tal senso il quartetto iniziale costituito da ‘Fallen’, ‘Chosen One’, ‘Shallow’ e ‘The Clown’: quattro canzoni semplici e dirette, fondate su solidi accorgimenti melodici e con ottimi chorus centrali di pronta memorizzazione.
Non sembra azzardato lanciare un paragone con quanto proposto recentemente dai Last Autumn’s Dream, con particolare riferimento per la cura delle melodie e dei refrain, come detto, sempre accessibili e ben assemblati.
I puristi storceranno un po’ il naso nell’ascoltare invece episodi come ‘Wish’ e ‘Kill The Pain’, canzoni dall’approccio decisamente più evoluto e meno tradizionale, con suoni talvolta campionati, voci filtrate e battiti dal sapore sintetico ed elettronico: nulla di male in fondo, se alla resa dei conti il risultato è una coppia di tracce comunque gradevoli e di buonissima fattura, moderne si, ma mai eccessivamente ruffiane al punto da rendersi fastidiose o poco genuine.
Niente male anche gli attimi acustici delle tranquille ‘For What It’s Worth’ e ‘Swimmin In Your Blue Eyes’, immancabili ballate dall’incedere romantico e vagamente malinconico, dotate di atmosfere talora sognanti ed edulcorate.
Menzione finale poi per ‘All I Have’, con Peters in grado di rendersi paragonabile al miglior Poley di antica memoria, ‘Waitin’ In Line’, brano cadenzato e trascinante dall’indubbio potenziale radiofonico e la conclusiva title track, ipotetico riassunto del disco in grado di condensare in una unica soluzione tutte le qualità della proposta di Martie Peters, accogliendo riferimenti di derivazione remota, come slide guitars e toni quasi southern, mescolati ad una produzione ultramoderna e suoni rocciosissimi.
’Road To Salvation’ si propone dunque come un prodotto di buona qualità e valore, in grado di soddisfare le richieste degli amanti del rock melodico di estrazione nordeuropea promettendo un buon numero di ascolti in totale scorrevolezza e godibilità.
Il classico outsider, destinato a non raccogliere grandi dati di vendita ma comunque meritevole di giusta e più che legittima considerazione.
Tracklist:
01. Fallen
02. Chosen One
03. Shallow
04. The Clown
05. Wish
06. For What It’s Worth
07. Swimming In Your Blue Eyes
08. Silence Sits At My Throne
09. Kill The Pain
10. Waitin’ In Line
11. All I Have
12. Road To Salvation
Line Up:
Martie Peters – Voce
Martin Slott – Chitarra
Thomas Slott – Chitarra
BJ – Basso
Jakov Schlein – Batteria