Recensione: Robin Red
Robin Red, al secolo Robin Eriksson, è il cantante della band di melodic hard rock di Stoccolma Degreed, artefice di un pugno di album di riconosciuto pregio. Il vocalist, come accade di questi tempi, ha anche partecipato alla versione locale di American Idol.
L’anno scorso Robin ha deciso anche di sperimentare una carriera discografica da solista.
Dopo aver proposto, dunque, con esito positivo le sue canzoni alla Frontiers, Robin esce ora con il suo primo omonimo solo album, realizzato con la collaborazione di Dave Dalone (H.E.A.T), in qualità di chitarrista, co-autore e produttore, ed un gruppetto di altri amici musicisti dell’area scandinava.
Il disco rappresenta un tuffo indietro nel tempo e nelle sonorità di band tra hard rock e AOR come i Foreigner, ma anche di solisti statunitensi come John Waite e Bryan Adams. Non fa difetto, soprattutto nel canto, quel tocco di stile nordeuropeo che non può mancare in un disco proveniente dalla Scandinavia.
Il perfetto “mix tra Europe e Foreigner” si palesa in tracce quali i piacevolissimi uptempo Don’t Leave Me (With A Broken Heart) e l’intrigante Heart Of Stone. Il suono più duro ed “americano” prevale, invece, in tracce come Can’t Get Enough e (I’m A) Bad Habit, class rock ingemmato da riff ed assoli di chitarra e da un ritornello molto accattivante.
Travalicano la linea di confine verso il più tipico AOR, invece, brani come Head Over Heels, il “tosto” Living Dead e il cadenzato Freedom.
Il lato più soffice del rock melodico è, poi, ben interpretato in canzoni come Living For, come la piacevole e lineare semiballad elettrica Midnight Rain, che ci porta dalle parti di certe creazioni di John Waite e come una Reason To Survive tutta chitarra acustica e voce.
Pur non presentando spunti innovativi o particolarmente originali, “Robin Red” offre all’ascoltatore amante di questi suoni un lavoro ben costruito, stracolmo di grinta e di passione nonchè di ottime composizioni che non potranno che deliziare gli amanti del più puro stile “eighties rock”.
Francesco Maraglino