Recensione: Rock Buster
Line up rivoluzionata e nuovo capitolo discografico per i tedeschi Shylock, rispettabile nome della scena heavy rock prettamente underground che con “Rock Buster” arriva al significativo traguardo del quinto full length.
Partiti nella veste di band dedita ad un hard melodico corazzato da infiltrazioni di corposo heavy teutonico, la proposta del gruppo bavarese si è lentamente spostata verso un approccio più cupo e ruvido, non lontano da suggestioni moderniste rilevabili per lo più nella struttura dei pezzi e, in particolar modo, nel suono delle chitarre. Mai assenti melodia e cori di facile assimilazione, lo stile si è mantenuto ad ogni modo sempre affine ai dettami della scena hard rock europea, riferita come da tradizione, a Bonfire, primi Jaded Heart ed agli immortali Scoprions.
Come già percepito nel precedente “Devotion” edito nel corso del 2007, gli esiti degli eccellenti esordi (“Pyronized” e ancor più, l’ottimo “Welcome To Illusion”) sono, con tutta probabilità, destinati a rimanere irraggiungibili. Nonostante un lieve inaridimento creativo tuttavia, l’offerta degli Shylock continua a mantenere caratteri più che dignitosi, fornendo spunti certo di mestiere, ma sufficienti a garantire un quantitativo adeguato di canzoni ben confezionate, in cui competenza strumentale, songwriting di valore accettabile e ritornelli efficaci, sono ingredienti dosati con cura e sempre ben riconoscibili.
Non perde colpi la voce dell’esperto Matthias Schenk, unico superstite insieme al batterista Achim Thiergärtner della formazione attiva in passato, mentre l’apporto della coppia d’asce Johannes Amrehin e Michael Bayer rivela buon affiatamento nell’esecuzione di ritmiche e solos mai troppo complicati, quanto piuttosto, improntati ad un lavoro di “sostanza” e concretezza.
Il menù così assortito da origine ad un esito – come preventivabile – buono ma indubbiamente lontano da vertici eclatanti e punte di massima ispirazione, seppure, come già accaduto in “Devotion”, non privo di momenti gradevoli e situazioni dal tipico sapore german-rock dai risvolti apprezzabili e mediamente riusciti.
La lista dei pezzi migliori chiama in causa in prima battuta il quartetto iniziale “Damn Good”, “Dawn”, “Rumors” e “Sunshine vs. Rain”, piacevoli esempi di hard melodico, cromato e moderno dalle sfumature ora gagliarde, ora molto più solari e rassicuranti, sfilando poi su di una serie di tracce dal profilo non particolarmente “superiore” quali “Much”, “Rose of Cairo” (forse la meno azzeccata del lotto) e “Somebody Else” – non cestinabili, ma identificabili come semplici filler – per giungere, in conclusione, con la spensierata “The Moment” e la epicheggiante “Wrong Planet”, a risollevare le quotazioni del disco verso una sufficienza che sa di conferma e permette al gruppo tedesco di mantenere intatto il proprio onorevole posto nella scena hard rock continentale.
Come già riferito in occasione del predecessore insomma, non un capolavoro o un prodotto essenziale, nondimeno un album in pieno stile Shylock, onesto e degno di un ascolto, dalla resa decorosa e dai risultati effettivi comunque discreti.
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Tracklist:
01. Damn Good
02. Dawn
03. Rumours
04. Sunshine Vs. Rain
05. Just 4 U
06. Much
07. Rose Of Cairo
08. Strong
09. Somebody Else
10. The Moment
11. We Are
12. Wrong Planet
Line Up:
Matthias Schenk ~ Voce
Johannes Amrhein ~ Chitarra / Cori
Michael “Nudge” Bayer ~ Chitarra
Achim Thiergärtner ~ Batteria