Recensione: Rock n’Roll is Here to Stay

Di Fabio Vellata - 4 Febbraio 2020 - 0:05

Hard rock, blues rock, country rock, southern rock, garage rock…
O più semplicemente e direttamente “rock“!

Lu Silver (per i familiari e l’anagrafe, Luca Donini) è un eroe misconosciuto della galassia rock underground, intesa nell’accezione più affettuosa e calda del termine.
Quel sottobosco musicale fatto di scelte senza compromessi e musica prodotta senza pensare troppo a fama e successo, costruita come una forma d’arte che non ha la pretesa di uscire da territori semi nascosti pur di non perdere la propria identità concreta e pulsante.
Un’identità che, come spesso accaduto in lande tricolori, ha sempre una porta aperta presso una label poco celebrata ma decisamente significativa come Go Down Records, da anni intenta a macinare uscite su uscite, prediligendo valori e doti che non necessariamente debbano corrispondere con un ipotetico quanto mortificante potenziale di vendita.

Attivo già da una decina d’anni in vari progetti (gli Small Jackets su tutti), Silver / Donini ha da qualche tempo fondato pure un progetto solista tutto personale di cui “Rock n’Roll is Here to Stay” è già la seconda uscita discografica, seguito del debutto “The Soul Comes Back To Boogie” datato 2016.
Il panorama che si schiude all’interno dei dieci brani parla di affascinanti scenari di sapore vintage, costellati da sentieri polverosi che vengono idealmente percorsi con le chiare influenze di muse ispiratrici – massicce ed imponenti – quali Lynyrd Skynyrd, Humble Pie, Grand Funk Railroad, The Black Crowes, Led Zeppelin e Rolling Stones.
Un suono quasi “live” che non esige particolari distorsioni ma vive sugli accordi naturali e sinceri delle chitarre, unite a ritmiche a metà tra blues e country (facile chiamarlo “southern”) e la voce di Silver, calda, flessuosa, nemmeno troppo distante (forse persino migliore in certi “colori”) da quella del più celebre ed osannato Andrew Stockdale.

L’ascolto del disco è una piacevole sorpresa costellata da immagini talora nostalgiche e volutamente retrò che, ad ogni buon conto (complice pure una notevole riscoperta del genere sperimentata da qualche tempo) non sanno comunque di stantio o troppo impolverato. Anzi, brani come “I Got You” o le splendide semi ballad “In a Broken Dreams” e “The Sky Turns Blue” alimentano sensazioni intense, profumate di autenticità e passione.
Melodia ed atmosfere si fondono, costruendo l’anima di un album che nel breve volgere di qualche ascolto non tarda a rivelare tutta la propria sincera bellezza, manifesto di un artista e di una band che, fossero nativi di Nashville o di qualche cittadina della Florida, sarebbero probabilmente già entrati in qualche “giro” importante.

Rock n’roll is here to Stay“: un titolo decisamente indovinato per un disco dal profumo antico e ricco di fascino. Soprattutto, con quell’alone di “vissuto” e genuino che non fa che accrescerne a dismisura l’appeal ad ogni passaggio.

 

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