Recensione: Rock n’Roll Radio

Di Fabio Vellata - 3 Dicembre 2020 - 0:05
Rock n’Roll Radio
Band: Palace (Swe)
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: AOR 
Anno: 2020
Nazione:
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80

Mese generoso quello di dicembre per gli amanti delle sonorità melodiche ed orecchiabili.
Di un qualche rilievo, infatti, è anche il nuovo album realizzato da Michael Palace, musicista svedese che in passato abbiamo già avuto modo di conoscere attraverso parecchie collaborazioni illustri ed una coppia di album solisti di levatura più che buona.

Il credo musicale di Palace è presto detto: un miscuglio di tutto quello che fa AOR, sia esso di derivazione americana o europea.
Grandi riferimenti quindi ai Toto (soprattutto), con spruzzate di Giant. Survivor e Chicago, frullati assieme ad evidenti influenze di Talk of the Town, Radioactive, Newman e Bad Habit.
Roba ultra-melodica insomma, scritta nella consapevolezza di non incontrare forse le esigenze di chi va in cerca di qualcosa d’insolito, ma con la malcelata sicumera di chi ha dalla sua le indubitabili doti di un buon songwriter cresciuto a “pane e rock melodico“.

Il disco segna una evidente crescita qualitativa rispetto ai già notevoli esordi di non molti anni fa. Basta poco per accorgersene: giusto un paio d’ascolti per familiarizzare, dopodiché risulta parecchio facile lasciarsi trasportare con soddisfazione dalle note di cui “Rock n’Roll Radio” è composto.
Note che, come facile supporre, non arrivano a codificare schemi nuovi o trame bizzarre. Piuttosto, movendosi entro i canoni scolpiti in precedenza da grandi numi tutelari, mantengono un appeal costante ed efficace. La risultante è un disco sobrio e coerente nel voler essere AOR ottantiano a tutti i costi, senza però apparire mai scontato o tedioso.
Atmosfere spesso eleganti, toni gradevoli e radio friendly, ambientazioni solari, positive, fatte di suoni levigati conditi da chitarre e tastiere in primo piano.
Un album scorrevole che non disdegna pure qualche salto nella westcoast e risulta fascinoso anche in virtù del tipico alone vagamente nostalgico che s’intuisce inevitabilmente al suo scorrere.

Palace ha una buona voce, decisamente adatta al genere, mentre l’amalgama sonora studiata con evidente perizia si riverbera in canzoni spesso molto piacevoli.
Il consueto riassunto dei pezzi migliori chiama in causa episodi dagli accenti cromati come l’iniziale title track, assieme a momenti di gran classe come “Way up Here“, “Eleonora” e “Cold Ones“. Una prima parte di album che si mostra in generale preferibile a quello che una volta si sarebbe chiamato “lato B“, per un cd che anche nelle battute conclusive lascia intravedere spunti di buona musica con le finali “When it’s Over” e “Fight“.

Recensire dischi come “Rock n’Roll Radio” è, dopo tutto, un mestiere agevole che non presenta particolari insidie.
La bravura di un artista come Palace è indiscutibile (da rimarcare come il cd sia scritto, suonato e prodotto interamente dallo stesso Michael Palace) mentre le ispirazioni messe in mostra, appaiono dotate di un tale alone di fascino che, già di per se, valgono l’interesse di chi si professa attento spettatore della scena melodica.

Le due cose messe assieme, conducono ad una conclusione tanto banale quanto immediata: un buonissimo disco di melodic rock.
Nulla più, nulla meno.

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