Recensione: Rock n’Roll Revival
Qualità, senso per le armonie accattivanti ed hookline di grande fascino commerciale.
Una somma di fattori di sicuro impatto e dal successo garantito utili nel decretare – in ambiti rock-melodici – la riuscita di un progetto musicale al cospetto del grande pubblico.
Un patrimonio spesso imprescindibile ed un insieme di valori pressoché imperativi da coltivare alla rincorsa dell’affermazione su larga scala oggi, ma soprattutto nel corso degli anni ottanta, epoca caratterizzata da una sensibilità maggiormente accesa nei confronti di suoni di tale estrazione.
Un complesso di caratteristiche che di certo non difettava a Mike Reno ed ai suoi Loverboy, band canadese protagonista di un’ascesa di ampia portata proprio agli albori del decennio “tipicamente” marchiato dai suoni del rock zuccheroso e denso di melodie.
Quattro album in rapida sequenza, costellati da ottimi brani dal taglio sornione e radio friendly, in cui riconoscere una miscela di hard rock arricchito di melodie facili, tanto immediate da sedurre le classifiche con matematica precisione ed aggiudicare alla band di Calgary una vasta serie di dischi di Platino. Una band insomma, catalogabile a pieno diritto tra le leggende dell’epoca d’oro del genere.
Come la gran parte di esse, destinata poi ad anni di oblio ed all’auspicato come back discografico “passata la tempesta”: in un periodo cioè, finalmente più favorevole alle sonorità dei proverbiali “bei tempi che furono”.
Riascoltati con piacere nel 2007 in occasione di “Just Getting Started”, album che aveva riportato su livelli dignitosissimi la compagnia del sempre più pingue ed abbondante Mike Reno (ma dalla voce ancora splendidamente intatta), i Loverboy si piazzano in scia ai tanti nomi eccellenti tornati in qualche modo in auge nel corso degli ultimi tempi, battezzando questa fine estate 2012 con l’uscita di una nuova release dal confortante sapore antico nei suoni ma dal significato un po’ contraddittorio nella forma.
Ad offrire il passaporto per questa nuova avventura discografica – nemmeno a dirlo – la tentacolare Frontiers Records (label ormai parificabile all’efficacia commerciale di una grande major), responsabile della pubblicazione di “Rock n’Roll Revival”, disco che sta a metà strada tra il fascinoso greatest hits di vecchi e gloriosi successi (per quanto re-incisi) e la stuzzicante attrattiva del materiale nuovo di “pacca”: un ibrido più volte frequentato nel tentativo di rilancio di un moniker offuscato da qualche granello di polvere e dai segni del tempo che passa.
Una formula che si ripropone anche in questo caso: un nucleo corposo di grandi e celebrati successi che, come il mercato impone, vengono re-incisi per l’occasione, uniti ad uno sparuto numero di pezzi inediti, realizzati alla bisogna onde poter arricchire un piatto altrimenti adatto solo al palato di fan ed accaniti collezionisti.
Un’operazione di restyling quella posta in essere, che in tutta onestà, salvo rari casi, non modifica più di tanto l’impronta stilistica già presente nei brani. Ad esempio, le patinate “Turn Me Loose”, “The Kid Is Hot Tonight”, “Lucky Ones” e “Queen Of The Broken Heart” non sembrano, in effetti, variare più di tanto dall’originale, assumendo così gli esiti scontati di una semplice rimasterizzazione.
Certo è che il riassaporare ritornelli carichi di enfasi come quelli appena menzionati, piuttosto che l’incedere notturno, drammatico ed intenso della straordinaria “When It’s Over” (sia consentito l’utilizzo del termine “capolavoro” per quello che è, parere personale, il pezzo migliore realizzato in carriera dal quintetto), presenta ancor oggi sensazioni cariche di feeling, capaci di ravvivare quella “brezza” tipicamente ottantiana che trafigge come sempre il cuore di chi prova moti di viva passione per questo peculiare modo di far musica.
In presenza di una selezione di “grandi successi”, appaiono poi bizzarre alcune scelte, come quella di aver escluso in modo assoluto un platter comunque gradevolissimo come “Wildside” (“solo” disco d’oro in Canada e USA) e canzoni di grande bellezza come “This Could Be The Night”, “Jump” e “Heaven In Your Eyes”, traccia composta per la colonna sonora di Top Gun, famosissimo hollywood movie del 1986.
Se ad ogni modo, la strada intrapresa in futuro dai cinque Loverboy sarà quella segnata con gli episodi inediti qui offerti, la speranza per un prosieguo all’altezza del luminoso passato potrebbe essere molto ben riposta. “Rock n’ Roll Revival”, “No Tomorrow” e soprattutto la rutilante e divertita “Heartbreaker” (un vero gioiellino!) forniscono la concreta sensazione di un gruppo che non ha ancora smarrito qualità ed estro, mantenendo intatto l’istinto primordiale per la melodia gentile che cattura l’orecchio e regala piacere d’ascolto.
Dopo un’attenta valutazione di “Rock n’Roll Revival”, disco in cui reperire musica davvero ottima, qualunque sia la sua data di pubblicazione, un parallelismo potrebbe proporsi senza difficoltà nei confronti di “Weapons Of Choice”, operazione analoga messa in pista nel 2006 dagli altrettanto veterani Treat.
Una raccolta di pezzi “remaster”, con qualche novità di grande valore, preludio alle mosse successive.
Gli avvenimenti, ci hanno poi raccontato di un gruppo che, quattro anni dopo, avrebbe realizzato uno degli album più belli e completi usciti nell’ultimo decennio…
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Tracklist:
01. Rock n’Roll Revival
02. No Tomorrow
03. Heartbreaker
04. Turn Me Loose
05. Working For The Weekend
06. Lovin’ Every Minute Of It
07. The Kid Is Hot Tonight
08. Lucky Ones
09. Always On My Mind
10. Queen Of The Broken Hearts
11. When It’s Over
12. Hot Girls In Love
Line Up:
Mike Reno – voce
Paul Dean – chitarra
Ken Sinnaeve – basso
Doug Johnson – tastiere
Matt Frenette – batteria