Recensione: Rock Your World
“La band nasce nel corso del 2012 dall’incontro del chitarrista Joachim Nordlund e del batterista Johan Lindstedt – ambedue già negli Astral Doors – con il singer Christian Hedgren. L’intento del trio è, sin dall’inizio, uno solo, quello di suonare puro rock melodico.”
E beh, dopo averne ascoltato con piacere il debutto per un buon numero di volte, possiamo tranquillamente affermare che le intenzioni manifestate in biografia dal terzetto di musicisti nordici (che novità, vero?) sono state rispettate in pieno.
Di più: hanno avuto anche un buon successo di forma ed esiti artistici di tutto rispetto.
Nome nuovo che va ad ingrossare le schiere di band dedite al melodic rock in terra scandinava insomma, un genere, un modo di suonare ed uno stile di comporre che da quelle parti si sta diffondendo come una sorta di virus impossibile da arginare.
Ammettiamolo, non ci dispiace affatto, soprattutto quando il contagio porta alla creazione di qualche buon disco come “Rock Your World”, album d’esordio dei neonati Sunstrike che va ad arricchire un periodo già denso d’uscite parecchio interessanti.
Preso nel bel mezzo di Work Of Art, Pretty Maids, Europe, H.E.A.T e primi Winger, il songwriting dei tre giovanotti svedesi non lascia nulla d’intentato al fine di rendersi ammiccante e gradito a chi del genere apprezza in modo particolare le sfumature più spensierate e sollazzevoli, andando alla costante ricerca di un equilibrio tra cori veloci, freschezza ed energia rock. La presenza di un riffing di buon impatto e dominante sulle comunque ben presenti tastiere, garantisce poi le quantità di grinta necessarie ad offrire dinamismo e vigore ai brani.
La descrizione di massima, come ovvio, non lascia molto spazio alla fantasia e dichiara sin dal principio quello che si mostra essere uno dei limiti precipui della proposta, ovvero una certa tendenza delle canzoni ad essere prevedibili – per quanto gradevolissime – e ad orientarsi su coordinate pressoché cristallizzate.
Il che non è affatto un motivo di disappunto, intendiamoci: l’originalità, lo abbiamo ripetuto molto spesso, è un carattere che all’hard rock interessa tutto sommato ben poco.
La sostanza, quella che arriva alle orecchie ed offre piacere d’ascolto, fa ciondolare a ritmo e rende familiari i ritornelli, conta oltre ogni altro fattore, in particolare quando in gioco sono melodia e suoni hard miscelati insieme.
E di ritornelli azzeccati, brani di buona fattura e momenti di melodic rock riusciti, in “Rock Your World” sembrano, in effetti, esserne presenti in discrete quantità.
Costruito molto bene dal punto di vista dei suoni, il debutto dei Sunstrike colleziona alcuni passaggi di sicura efficacia. Nominiamo ad esempio l’opener “Power of Dreams”: la mistura Toto/Work Of Art con Pretty Maids ed Europe convince al primo passaggio, lasciando intendere la pregevole sostanza di cui il disco sarà poi effettivamente rifornito nella sua interezza.
Decisamente adatta la voce di Hedgren – singer con esperienze già maturate con Twilight Force e The Theander Expression – acuta e senza forzature, piuttosto che aggressiva e risoluta dove necessario.
Già con la seconda traccia in scaletta – la anthemica titletrack “Rock Your World” – l’obiettivo pare spostarsi su territori un pizzico più sleaze, abbracciando gli stilemi che negli ultimi anni ci hanno reso cari Crazy Lixx, The Poodles e Reckless Love: un taglio stilistico, che proprio all’insegna dell’equilibrio tra melodia ed aggressività (molto controllata a dire il vero) si diffonde a macchia su ogni brano. Le successive “Fireball”, “Right Track” e “Scream & Shout” potrebbero – a tratti – quasi apparire invece come dei “prestiti” mutuati dal songbook dei più celebri conterranei H.E.A.T, band che con ogni probabilità sta tracciando una rotta destinata ad essere seguita da molti (e siano i benvenuti ci verrebbe da aggiungere!).
Come non citare poi, le frizzanti “Never Let You Go” e “Into The Light”, canzoncine deliziose che non sfigurerebbero in rotazione in airplay radiofonico, pur senza avere risvolti stucchevoli o trovate eccessivamente commerciali. Le conclusive “Edge Of Life” e “Heat Of The Night”, non fanno quindi che confermare la ricetta con cui il disco è stato concepito e costruito: tanta freschezza, vitalità e brio, in ossequio ad una voglia di fare melodic rock che ha radici profonde e ben nutrite.
La capacità di scrivere pezzi dotati di armonie ficcanti ed immediatamente piacevoli, è un patrimonio che non manca davvero ai Sunstrike. Gli indizi sono presenti un po’ ovunque e rendono questo primo capitolo discografico l’ennesimo momento interessante della scena AOR attuale
Tantissima la melodia, le atmosfere cromate e le sfumature eleganti. Ciò che, come da copione assodato, non può mai difettare, sono i numerosi e continui riferimenti agli anni ottanta, una costante che si riverbera assiduamente in ogni nuova uscita che si affaccia sul mercato in questi ambiti, tanto da rendere legittimo il chiedersi se sia ancora corretto parlare di “stile ottantiano”. O piuttosto, di “neo-AOR degli anni duemiladieci”. Del resto, i gruppi fautori del genere iniziano ad essere davvero tanti al punto da costituire un movimento. Lo stile ha ormai una sua forma e, pur prendendo spunto da muse antiche, il modo di realizzare, comporre e costruire gli album, ha assunto sempre più canoni propri e definiti.
Divagazioni che sottendono un risultato riferito ai Sunstrike comunque emblematico e significativo: anche questa volta, dalle terre nordiche, solo ottima musica.
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