Recensione: Rocketface
Sono un trio, vengono dal Canada, ma non suonano prog-rock… no, decisamente no. Anzi, cosa suonare probabilmente non lo sanno nemmeno loro: questi Rocketface, giovanotti al debutto discografico, sembra abbiano le idee piuttosto confuse riguardo alla strada da intraprendere.
La loro identità è ancora da definirsi, e si perde tra le innumerevoli tentazioni del mare della musica alternativa, con la componente indie che sembra avere la meglio più di una volta. Nonostante queste indecisioni di percorso, la prospettiva non è affatto rassicurante. Non si può negare un tentativo di costruire intersezioni tra diverse sfaccettature del rock anni ’90, ma quello che emerge è un disco piuttosto noioso, privo di adrenalina e decisamente poco incisivo. Insomma, l’esperimento più che convincere, fallisce.
Tutti i pezzi viaggiano sulla linea della mediocrità e, complice una produzione ad avviso di chi scrive quasi fallimentare, i pochi riff con qualche intuizione vengono fagocitati dal resto della proposta. Alcuni brani pendono pericolosamente verso i confini della nostra linea editoriale e si accostano molto più vicini a nuovi act alternative-pop/rock che a quegli stilemi classici (definiamoli così) che da sempre stanno a cuore a TrueMetal e ai suoi lettori.
Troppo poco hard rock unito a soluzioni fortemente alternative in un mischione che suona per certi versi molto Radiohead (talvolta quasi Red Hot Chili Peppers) e altrettanto poco convincente.
Da evitare.
Tracklist:
01. Hats Off
02. Pack Of Lies
03. Dirty
04. To Take You Home
05. Lit
06. Death Never Dies
07. Change
08. High Time
09. Black Out
10. Once You Were Alive
11. Falling Down
12. We’ll Meet Again
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini