Recensione: Rom 5:12

Di Stefano Risso - 20 Aprile 2007 - 0:00
Rom 5:12
Band: Marduk
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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55

Decimo album in carriera per i Marduk, un ritorno dopo tre anni dal
controverso
Plague Angel
, un disco che ha diviso pubblico e critica circa il
presunto calo di creatività del leader storico Morgan e sulle reali
potenzialità del nuovo singer Mortuus, andato a occupare il vuoto
lasciato da un mostro sacro del black metal, Legion. Giusto per placare
gli animi dei propri sostenitori, i Marduk presentano con Rom 5:12
un disco a cui non mancheranno strascichi polemici.

I tre anni di pausa sono serviti innanzitutto al nuovo cantante per
integrarsi meglio con il resto della formazione, con una line-up che appare più
unita e solida rispetto al passato. Purtroppo solo in apparenza perchè il
fenomenale Emil Dragutinovic ha abbandonato la band dopo la registrazione
di Rom 5:12 (prontamente sostituito da Lars Broddesson). Ma
veniamo a quello che più conta, la musica: lo stile Marduk è sempre
impresso anche in queste nuove tracce, in cui si registra una spiccata sterzata
melodica, dando vita a brani più “ariosi” dall’andamento marziale, lasciando
meno spazio che in passato alle classiche sfuriate ultraveloci. Un tentativo
lodevole da parte di Morgan e soci per svecchiare un po’ il proprio
sound, che però, a mio avviso, non ha raggiunto pienamente l’obiettivo
prefissato.

Sin dall’opener The Levelling Dust si percepisce la nuova (per modo di
dire) direzione intrapresa dai Marduk: riff avvolgenti e sinistri,
penalizzati da una vena compositiva ancora in affanno, un brano che si trascina
verso la fine senza alcun sussulto, privo di quella carica bestiale tipica degli
svedesi. A completare una prima parte da dimenticare vengono proposte Cold
Mouth Prayer
, in cui si ritorna su ritmi sostenuti (senza particolari spunti
d’interesse) e Imago Mortis, uno dei pezzi che maggiormente di
distinguono all’interno della tracklist. Una composizione di otto minuti
abbondanti in cui la volontà dei Marduk di dare vita a un pezzo lento e
carico di atmosfera si traduce in realtà in un brano asfittico, dove un paio di
buoni riff vengono ripetuti pedissequamente per tutta la durata. Stessa sorte
per le altre due songs di questo tipo: Accuser / Opposer, che si fa
ricordare solo per la presenza del cantato pulito del cantante dei Primordial,
Naihmass Nemtheanga, e la nona Womb Of Perishableness, ancora una
volta una canzone senza nerbo. Non mancano episodi più felici come Through
The Belly Of Damnation
, Limbs Of Worship (molto buona) o Voices
From Avignon
, in cui i Marduk si ricordano di essere una delle band
più violenti del pianeta, brani che risollevano le sorti di Rom 5:12
ma che impallidiscono in confronto alle migliori produzioni degli svedesi.

Un ritorno con luci e ombre dunque (con molte più ombre a mio avviso), che ci
mostra una formazione spinta da una certa volontà di cauto rinnovamento, senza
possedere la giusta ispirazione. Alla fin della fiera, Rom 5:12 mi
ha fatto rimpiangere Plague Angel, e ho detto tutto…

Stefano Risso

Tracklist:

  1. The Levelling Dust
  2. Cold Mouth Prayer
  3. Imago Mortis
  4. Through The Belly Of Damnation
  5. 1651
  6. Limbs Of Worship
  7. Accuser / Opposer
  8. Vanity Of Vanities
  9. Womb Of Perishableness
  10. Voices From Avignon

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