Recensione: Room 101
La professionalità e la dedizione che da tempo stanno dimostrando le band emergenti di casa nostra nel confezionare anche un semplice demo, è davvero ammirevole e senza precedenti. Infatti se fino ad alcuni anni fa le uscite underground erano sporadiche e povere di contenuti, non solo musicali, oggigiorno dobbiamo ammettere che i demo non solo si sono moltiplicati come numero, ma si sono arricchiti in tutti i sensi, dal livello grafico sempre più professionale, alla produzione paragonabile oramai a quella degli album ufficiali, al numero delle songs sempre più consistente, fattori ai quali non si sottrae di certo “Room 101” dei calabresi Zero Kelvin.
A dispetto di un monicker alquanto “gelido” e distaccato (ricordo che lo Zero Kelvin rappresenta lo zero assoluto, NdBeppe), la proposta del combo cosentino mi sembra abbastanza calda ed avvolgente, una sorta di power metal iper arrangiato e curato nei minimi particolari, che trova le sue radici nel classic metal americano più tecnico ed intransigente come in un’ipotetico incrocio fra il mainstream dei mai dimenticati Cacophony (forza Jason, NdBeppe), la ricercatezza degli arrangiamenti dei primi Fates Warning, e la propensione melodica dei Jag Panzer post reunion. Guidati dalla scoppiettante coppia di asce Andrea Giordano/Mirko Barone nonché dalla stupenda voce della singer Francesca Guido, Anne Bolen (Hellion) meets Yutta Weinhold (Velvet Viper/Zed Yago), i cinque musicisti in questione ci strabiliano sin dalle prime battute del loro secondo lavoro, mettando in mostra una maturità compositiva davvero ragguardevole figlia di una dedizione strumentale direi quasi maniacale, con i due chitarristi completi mattatori della situazione, in grado di dettare i tempi al resto della band, snocciolando riffs su riffs in maniera quasi impeccabile.
La sezione ritmica da canto suo risponde colpo su colpo, e se “Sin” riassume quanto detto poc’anzi, la seguente “Down of time” riesce a fare anche di meglio, innanlzando in maniera esponenziale la gradazione metallica della proposta musicale dei nostri, sostenuta da un riffing aggressivo e da solos al fulmicotone, contornati da linee vocali davvero affascinanti. La tilte track “Room 101” prosegue su ottimi binari compositivi così come la contorta “The awaken survivor” che risente di riminiscenze Rising Force-oriented. Giuro che in 15 anni di ascolti di demos, mi sono imbattuto poche volte in una band dalla caratura artistica dei Zero Kelvin, i quali brano dopo brano dimostrano d’avere tutte le carte in regola per tentare il sospirato salto di qualità, anche se credo che oggi come oggi nel nostro paese ci siano ben poche etichette in grado di supportare a dovere una band promettente come quella in questione, permettendo ai cloni e a i gruppi riciclati di rappresentarci alle manifestazioni più importanti.
Hey guys davanti a cotanto splendore sonoro non posso che inchinarmi, certo i nostri amici non faranno di certo gridare al miracolo, ma se solo tutte le bands nostrane avessero un solo grammo della classe cristallina e della sagacia dimostrata dagli autori di questo demo, beh allora si che le super potenze metalliche come la Svezia e la Germania comincerebbero a tremare. Bravi.