Recensione: Rosso Sangue Bianco Ossa
Rosso Sangue Bianco Ossa è il primo comandamento dei pescaresi Ciementificio, in attività dal 2004. Un titolo pittoresco per una band che non ama prendersi troppo sul serio, abbinando a scariche di thrash metal crudo e diretto un debole per testi ad alta gradazione alcolica. Ed è proprio nei soggetti deliranti dei brani che il disco costruisce le proprie fortune, rivelandosi un prodotto divertente e indicato per chi cercasse i cugini de Gli Atroci in salsa gore.
Apre le danze la famelica Zom-B, imperniata sul riffing minimale di Bonasone e Tizzij: la combo thrash più demenzialità allo stato puro funziona, ed è solo un aperitivo (di frattaglie, ovviamente) per quello che seguirà più avanti. La title track, giocata su tempi medi, conferma che la musica è una cornice sanguinolenta per le parole di Bonasone, anche se dal vivo potrebbe rendere il doppio. Con La Valle dei Morti (un titolo che tutti abbiamo storpiato, memori di una leggendaria pubblicità) il gruppo si cimenta in un pezzo esagitato, selvaggio, che fa da apripista all’uno-due più assurdo del lotto: La Luce Blu Sotto (il trionfo dell’idiozia, eppure la imparerete a memoria!) e l’epica Vacche, Zopito, Cemento, memorie di un agricoltore che al mattino… ha un brusco risveglio! A metà tra la filastrocca, fraseggi country / folk e un finale tutto in discesa. Segue Macedonia Di Interiora Bovine, per chi scrive il must assoluto del disco: i Nostri sconfinano nei meandri del death metal, con riff rubati alla scuola svedese e una sezione ritmica (Pollicino al basso, Oivalf dietro le pelli) chiamata agli straordinari; il brano è un inno alla “grigliata” che culmina nel refrain, irresistibile. Chiude la sagra degli eccessi Delfino Borchiato, che a dispetto del titolo è forse l’episodio meno convincente del platter, nonostante un paio di accelerazioni che ai concerti non faranno prigionieri. Occhio alla ghost track!
Da segnalare, a margine, la bella copertina disegnata da Rockula (ex bassista della band) e colorata da Stonino, responsabile del layout di un libretto completo di foto e testi (con tanto d’illustrazioni a tema). Il colpo d’occhio è notevole.
La prima regola per divertire il pubblico è divertirsi e i Ciementificio hanno studiato bene. Rosso Sangue Bianco Ossa è la colonna sonora ideale per un party alcolico in giardino (con l’immancabile barbecue!) o una bevuta tra amici, nella spensieratezza generale; persino il sottoscritto, vinta l’iniziale titubanza, è finito per pisciarsi letteralmente addosso dalle risate. Contagiosi.
“Buona morte a tutti!”
Federico Mahmoud
Tracklist:
01 Zom-B
02 Rosso Sangue Bianco Ossa
03 La Valle dei Morti
04 La Luce Blu Sotto
05 Vacche, Zopito, Cemento
06 Macedonia Di Interiora Bovine
07 Delfino Borchiato