Recensione: Rotten Bodies

Di Silvia Graziola - 19 Luglio 2009 - 0:00
Rotten Bodies
Band: Profanal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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78

A due anni di distanza dall’esordio discografico con Demo 2007 e a quattro dalla sua effettiva nascita nel 2005, il gruppo death metal livornese dei Profanal torna sulle scene con un nuovo lavoro per mettere in mostra la sua maturazione artistica. La nuova fatica del quintetto capitanato dalla cantante Rosy è un mini CD, Rotten Bodies, breve ma intenso nelle sue sei tracce contenenti un death metal massiccio e affascinante grazie al suo forte sapore retrò.

La copertina, immagine nera su sfondo grigio scuro di un cimitero dimesso e devastato, riflette sia il titolo del disco, sia il nome della band, mentre i brani scorrono velocemente uno dopo l’altro, dalla Intro di apertura alla outro conclusiva Putresent Adoration, passando per la cover eseguita dal vivo di You’ll Never See Me dei Grave.

Il mini CD si apre appunto con una introduzione parlata che riprende pochi secondi di un’omelia del Santo Padre. In verità non si tratta di una trovata particolarmente originale, visto che la persona in questione vanta innumerevoli citazioni in questo tipo di ambito musicale, ma sufficiente ad enfatizzare una sua frase emblematica: “Non temete gli uomini, temete Dio”. Da qui parte il vero e proprio brano rompighiaccio di Rotten Bodies, Rotten Bodies Surfin, serrato e aggressivo con il suo death metal che strizza l’occhio alla scena svedese di inizio anni Novanta. Balza subito all’occhio un salto di qualità rispetto al lavoro precedente, sia dal punto di vista della produzione, con dei suoni che appaiono più curati e meno grezzi, sia da quello della composizione, che risulta più articolata e indirizzata verso l’esplorazione di questo genere.

Con la successiva Egg Fetus i Profanal continuano a dar sfoggio della loro abilità compositiva senza concedere un attimo di respiro con la loro musica aggressiva e veloce; in quest’ottica appaiono addirittura più convincenti rispetto a Demo 2007 le linee vocali di Rosy, caratterizzate da un cantato growl sempre più gutturale e corposo. Un difetto del disco che emerge in modo particolare in questa traccia ma non solo, è la discrepanza tra i volumi che, in alcuni punti seppelliscono la voce sotto il suono degli strumenti.

Condemned To Vomiting e Putresent Adoration mettono in mostra ancora una volta l’amore del quintetto livornese per i titoli un po’ grotteschi: si tratta delle due tracce conclusive del mini CD vero e proprio. Queste ultime contribuiscono a delineare ancora di più il marchio di fabbrica dei Profanal, fatto da composizioni aggressive intermezzate da cambi di tempo con inserimenti cadenzati e meno veloci e con assoli di chitarra che si inseriscono bene all’interno della partitura che sembrano usciti anche essi dagli anni Novanta.

La chiusura vera e propria di Rotten Bodies spetta alla cover dei Grave You’ll Never See Me, registrata dal vivo a Marsiglia in occasione dell’apparizione del quintetto all’Unholy Brutal Fest di Port St.Luis ed è dà la risposta anche all’ultima curiosità che si potesse avere su questa band: sì, Rosy se la cava egregiamente anche su linee di cantato maschili.

In definitiva, il secondo lavoro dei Profanal non delude minimamente le aspettative: si tratta di un ottimo passo avanti rispetto a Demo 2007 che ha come risultato quello di attendere con ansia il primo full length della band, mentre i nostri portano la loro musica in festival musicali di sempre maggior rilievo.

Silvia “VentoGrigio” Graziola

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Tracklist:

1.Intro
2.Rotten Bodies Surfin
3.Egg Fetus
4.Condemned To Vomiting
5.Putrescent Adoration -outro-
6.You’ll Never See -live- (Grave cover)

Lineup:

Rosy: voce
Kristian: chitarra
Burki: chitarra
Daniele: basso
Nicco: batteria

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