Recensione: Rotten Corpse Lacerated
Smashhead da Sassari ovvero come fare Brutal Death coi controfiocchi e non venire dagli Stati Uniti. Una vera e propria garanzia di qualità.
In fondo la Sardegna è conosciuta, oltre che per essere il luogo di vacanza scelto purtroppo da tanti Briatore in erba e dalle loro sgualdrinette al seguito, anche per essere una terra selvaggia abitata da un popolo “sanguinario” e perennemente desideroso di carne fresca e succulenta (basta sedersi alla tavola di un qualsiasi sardo che si rispetti, e scoprire quanto possa essere vegetariano!).
Fertile terreno dunque per crescere tre deathster “fedeli alla linea” come questi. Sì, perché Luigi, Franco, e Gabriele sono bravi nel suonare la musica che amano e su questo non ammettono compromessi. Nell’ascoltare questo Rotten Corpse Lacerated, loro primo full length ufficiale, di fatto si ha l’impressione nitida di essere imprigionato in una buia, angusta macelleria, oppressi dal tanfo di sangue rappreso ed improvvisamente assaliti da tre folli macellai con l’unico intento di ridurti a brandelli.
Nove i brani che compongono l’album, nove fendenti di puro, ematico Brutal.
Il pachidermico riff iniziale di Slaughter and human mutilation ci prepara al massacro: una carneficina che non ha mai termine. La voce di Luigi (anche bassista della band) viene direttamente dagli inferi più profondi, un vero e proprio orco incazzato che sa, all’occorrenza, alternare il growl allo screaming più raschiante.
La batteria di Edoardo Quilichini, che ha lasciato il posto a Gabriele subito dopo aver registrato le sue parti in studio, macina blast beat senza sosta non lasciando spazio alla leziosità e trapanandoti ogni sentimento.
I brani sono bordate di assoluta potenza, per capirci, sulle coordinate di tipi come Cannibal Corpse prima maniera. Tracce come Scars of War o To kill is nothing non lasciano prigionieri e faranno strage di colli. Soluzioni divertenti, anche se nessun fulmine a ciel sereno, per quanto riguarda il lavoro chitarristico di Franco, ottimo nell’usare i suoi refrain come torce incendiarie per infiammare l’headbanging più indiavolato.
Una produzione discreta contribuisce a rendere un disco come questo un segno chiaro e limpido che gli Italiani forse ancora non lo “faranno meglio”, ma sicuramente possono “menare” alla pari con qualunque altro grosso nome della scena.
Preparate costume e mannaia… quest’estate si va in vacanza in Sardegna!
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
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Tracklist:
1. The massacre is coming… 00:24
2. Slaughter & human mutilation 05:31
3. Bloodstained hands 03:28
4. Scars of war 03:39
5. To kill is nothing 03:30
6. Desperate shooting 03:57
7. Wrapped in gore … of submission 03:34
8. Flash before the holocaust 02:54
9. Rotten corpse lacerated 04:31