Recensione: Rotting Paradise

Di Stefano Risso - 6 Giugno 2008 - 0:00
Rotting Paradise
Band: Coldworker
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

Non si è fatto attendere molto il seguito di
The
Contaminated Void
. Ad appena due anni dal debutto lampo, i Coldworker,
per chi non lo sapesse, la nuova band dell’ex Nasum Anders Jakobson,
lanciano sul mercato questo nuovo Rotting Paradise, rispedendo al
mittente definitivamente le poche speranze di chi si auspicava la nascita di una formazione in grado proseguire
la strada segnata dai Nasum, con un disco che mette in luce una vena
death metal sempre più preponderante.

Inutile girarci intorno, leggi Coldworker e pensi ai Nasum
quasi senza volerlo, erroneamente, difficile nascondere una formazioe
tanto ingombrante e gloriosa, e forse per questo i ragazzi si sono presi la
briga di distanziare per bene le due realtà, presentando un buonissimo connubio
tra il classico grindcore di casa Napalm Death/Brutal Truth, e abbondanti
dosi di roccioso death metal vecchia scuola, riletto il tutto ovviamente in
chiave moderna e in modo sufficientemente personale. Molto più death rispetto al
passato però, tanto che anche la band stessa tiene a ribadirlo in sede
d’intervista; Rotting Paradise ci offre una tracklist più compatta
del precedente, dove le divagazioni vengono messe da parte per preferire un
approccio molto più diretto, fatto di chitarroni sempre pronti a lanciarsi a
velocità folli, sessione ritmica a dir poco granitica e growl aggressivo al
punto giusto.

Tutto curato nei minimi dettagli, a partire dalla produzione sporca e
“confusionaria” quel tanto che basta, fino al bellissimo artwork, l’album non è
di quelli in grado di far gridare al miracolo, tanto che si può facilmente
intuire, in diverse occasioni, andamento e variazione dei brani con largo anticipo. Un lavoro che però si lascia ascoltare con estremo piacere, sciorinando brani dal grande
impatto, come la terremotante Reversing the Order, Symptoms of
Sickness
, l’ottima Paradox Lost o Scare Tactics, distribuendo
sufficiente ispirazione e qualità per tutta la durata del disco, mascherando
anche qualche piccolissimo episodio non proprio trascinante. Probabilmente
Rotting Paradise
paga alla distanza una certa ripetitività nelle
strutture, diminuendo in questo modo la longevità del disco.

Una buona prova insomma, che conferma quanto di buono siano capaci Anders
Jakobson
e compagni. Diretti, precisi, spietati, manca forse quel quid in
più per annoverare i Coldworker tra gli act di punta del settore,
quel qualcosa che purtroppo non si eredita molto facilmente.

Stefano Risso

Tracklist:

1. Reversing the Order 02:53
2. Citizens of the Cyclopean Maze 03:53
3. Symptoms of Sickness 02:31
4. The Black Dog Syndrome 03:01
5. Comatose State 02:52
6. Paradox Lost 04:11
7. The Last Bitter Twist 02:51
8. Seizures 03:12
9. The Machine 03:09
10. I Am the Doorway 04:11
11. Scare Tactics 02:34
12. Deliverance of the Rejected 03:21

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