Recensione: Routa
Li avevamo scoperti in occasione dell’ottimo debutto Darkness Walks Besides Me: usciti dal nulla, la one-man band finnica Black Sun Aeon aveva subito conquistato i cuori degli amanti del doom/death melodico, orfani delle sonorità classiche inglesi e scandinave ormai da troppo tempo. A distanza di meno di un anno, tornano alla carica con il successore: purtroppo non all’altezza del debutto.
Sembra infatti che il mastermind Tuomas Saukkonen abbia voluto andare a tutti i costi di fretta con un disco che sposta leggermente le coordinate del gruppo: il muro di chitarre c’è sempre, ma qualche parentesi “rockeggiante” (che ricorda gli ultimi Sentenced e Amorphis) si è insinuata nel tessuto musicale, corrompendo l’atmosfera funerea che caratterizzava quella gemma nera che era Darkness…
Di sicuro il feeling è sostanzialmente lo stesso, ma quando si sforna un doppio CD – della durata di ben 80 minuti, in questo caso – conviene mettersi al riparo da potenziali momenti a vuoto, cosa che purtroppo Routa non riesce a fare.
Dopo un’opener che parte ottimamente, infatti, troppi sono i passaggi ridondanti, con riffing anche abbastanza ripetitivo, che si susseguono lungo la tracklist; e i brani finiscono prima ancora di decollare definitivamente. Troppo pesante è l’assenza del lugubre pianoforte che aveva non solo impreziosito, ma dato vera vita alle vecchie canzoni: gli archi sembrano quasi sminuiti da un tappeto di chitarre non ispirato come in precedenza.
Preso in modo isolato, Routa è comunque un disco che convince a metà: per quanto la classe dei musicisti e del singer (pulito) Mikko Heikkilä sia innegabile, l’ispirazione del debut sembra essersi annacquata lungo una scaletta di brani troppo estesa rispetto al numero di idee davvero valide. Dove sono le linee melodiche da pelle d’oca? Dove gli arrangiamenti ispirati? Sembra quasi che il gruppo – o meglio, Saukkonen – abbia voluto a tutti i costi imprimere un cambio di rotta al proprio songwriting, ma senza saper bene dove andare a parare.
Tutto il disco galleggia pur sempre bene, ma per quelli che avevamo definito come la vera promessa scandinava del genere, è decisamente troppo poco.
Un consiglio quindi a Tuomas Saukkonen: take your time, come dicono gli anglofoni. Prenditi una pausa, condensa le idee e torna quando sarai davvero pronto per farlo; per evitare di bruciare quella che indubbiamente è, e resta, una delle realtà più interessanti del metal oscuro nordico oggigiorno. Magari sull’altare di qualche label frettolosa…
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
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Tracklist:
Disc 1
1. Core of Winter 05:25
2. Frozen 05:47
3. Sorrowsong 06:26
4. Routa 05:16
5. Wreath of Ice 04:31
6. Dead Sun Aeon 06:01
7. Cold 05:44
Disc 2
1. Funeral of World 07:17
2. River 04:27
3. Frozen Kingdom 05:07
4. Wanderer 04:57
5. The Beast 05:52
6. Silence 04:42
7. Apocalyptic Reveries 07:26