Recensione: Royal Dutch

Di Paolo Beretta - 2 Marzo 2005 - 0:00
Royal Dutch
Band: Royal Dutch
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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58

Neonata Hard Rock band con voce femminile dietro al microfono. Ecco in una frase la descrizione brutale della breve vita dei torinesi (credo) Royal Dutch formatisi poco più di un anno fa. In quest’omonimo demo, con tanto di testi (con qualche errore) e booklet abbastanza curato, offrono al recensore di turno 5 brani. Il meglio a mio parere risiede all’inizio e alla fine del prodotto. In mezzo non un granché come la produzione che definerei pastosa e poco curata. La voce della singer Simona Tabarin è dotata di personalità e, sebbene la sua ugola non sia particolarmente dotata, piace. Lo stesso discorso non si può fare per la sua pronuncia, (e per le parole che si mangia in certi frangenti), in generale un po’ deficitaria che renderebbe difficile intuire le parole senza il supporto cartaceo sopra citato. Il sound è abbastanza stereotipato con chiaro riferimento all’Hard Rock graffiante e all’Heavy Metal classico ma mancano cambi di ritmo e sorprese. Nella tracklist spicca decisamente il brano finale Twins: anche senza leggere il foglio in allegato al demo si capisce che questo è il pezzo al quale i RD hanno dedicato più tempo. Bel ritmo, melodie, bridge e chorus con solos finale. Interessante anche Dump. Un lento molto teorico con parlato e sfuriate metalliche sulle quali Simona sforza la sua ugola.

In definitiva c’è ancora da lavorare con passione e costanza per migliorare produzione, voce e originalità. Rimandati temporaneamente.

TRACKLIST:

1. Get On With It
2. Wasn’t You Man
3. The Blossoming
4. Dump
5. The Twins.

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Anno: 2004
58