Recensione: S/T
Certe biografie sono la vera morte di un album, come in questo caso: se non avessi trovato allegato questo foglietto che descrive il suono del gruppo come «derivato equamente da punk / metal / hardcore» probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Avrei gentilmente rispedito al mittente l’ep comunicandogli che Truemetal non era il luogo più adatto per dar spazio a questa proposta. Se non ci fosse il rischio che questo gruppo che «non ha intenzione di conformarsi a nessuno stile» capiti per sbaglio in mano vostra tramite un’ingannevole descrizione, questa recensione non avrebbe avuto motivo di esistere. Ma visto che ai This Illusion fa piacere essere catalogati secondo i criteri di una band che, appunto, unisce punk, metal e hardcore, mi pongo in tale ottica e vi descrivo quello che hanno combinato.
Innanzitutto chiedo scusa per l’etichetta che ho utilizzato nella pubblicazione della recensione, da considerarsi completamente fittizia. Ciò che realmente il gruppo propone è un accozzaglia di mielosità dal gusto vagamente punk, in realtà molto più orientato verso le fortunate sonorità da teen-ager pseudo-alternativi di gruppi di cui neanche mi spreco a fare il nome. L’originalità è una sorta di miraggio all’orizzone… un orizzonte impossibile da raggiungere. Quel che di hardcore contamina il loro suono è una farsa: pochi passaggi sempre rispettosamente attenti a non urtare la sensibilità per le melodie sciaquette che il loro target ideale dovrebbe possedere. Al metal sono forse imparentati in maniera molto distante per il suono… no, anche in questo senso sarebbe una forzatura.
Sembrano quasi una presa in giro gli stacchi in stile hc che introducono (e riempiono) l’iniziale “Dancing On The Graves Of Our Past” se affiancati al resto della canzone, spaventosamente povera dal punto di vista dell’intensità e dei contenuti. Una linea vocale scandalosamente scontata su una base strumentale figlia del filone più vergognosamente orecchiabile esistente. Non ha un destino migliore la successiva “Twenty Years“, introdotta da un arrangiamento in perfetto stile Lit (e con questo ho detto fin troppo…), al quale seguono degli stacchi che non fanno che rimarcare l’incredibile distanza che separa i This Illusion dai loro intenti dichiarati. Potrei continuare con la descrizione delle tracce, ma preferisco fermarmi per evitare inutili cattiverie.
Per riassumere, nell’ottica del lettore medio (presunto) di Truemetal, forse il mio voto è pure eccessivo. Se avessi dovuto dare una valutazione dipendente solo dal mio gusto personale sarei rimasto nei paraggi. Se mi fosse stato chiesto un parere sui This Illusion fuori dagli schemi del sito, avrei probabilmente stiracchiato una quasi-sufficienza (la mancanza di originalità e la banalità rimangono). In sintesi ho dovuto scegliere tra la prima e l’ultima ipotesi e, mi spiace, è la prima quella che era giusto considerare. Auguro al gruppo tutto il bene del mondo, e gli consiglio molto umilmente di evitare certe sparate e certe forzature che hanno come unico risultato quello di farsi ridere dietro.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Dancing On The Graves Of Our Past
02. Twenty Years
03. Eleven Thirty Nine
04. Blueprint For The Hands Of Time
05. After The Rain