Recensione: Sacred Pathways
Dopo i vari impegni con i “Royal Hunt” per John West e quelli con i “Ring of Fire” per Vitalij Kuprij torna la super band Artension con il nuovissimo “Sacred Pathways”.
Il sound proposto rimane invariato ( che, per chi non li conoscesse, è un power neoclassico con influenze progressive) e la perizia esecutiva dei vari componenti non è mai in discussione, e con gente come Mike Terrana, Kevin Chown e Roger Staffelbach, rispettivamente alla batteria, basso e chitarra, a completare la line up non potrebbe essere altrimenti.
Le canzoni che vanno a comporre questo nuovo lavoro si lasciano piacevolmente ascoltare, passando da soluzioni più tranquille e melodiche ad altre molto più aggressive e graffianti. Naturalmente a farla da padrone sono soprattutto le tastiere di Kuprij , sempre molto ispirate (sebbene alcune melodie non siano proprio nuovissime).
Il Cd inizia con due bei pezzi “Voyage to Nazca/Your Victory” e “Running out of Time” : la prima più veloce , la seconda più cadenzata, entrambe di sicuro effetto. Subito dopo è la volta della “title track” dove si alternano un po’ tutte le caratteristiche del gruppo e dove anche la chitarra riesce a mettersi in evidenza negli assoli. Un breve intro fa da preludio a “The Emperor”, un pezzo molto tirato ed accattivante che mieterà sicuramemte molte vittime (me compreso). Il lavoro prosegue fra momenti più tranquilli come in “Nightmare” e fughe neoclassiche come in “March to Ruin”. Si fa notare anche la “purpleiana” “The Killing”.
Il Cd si chiude con “ Flower of Orient” : voce e pianoforte ci regalano quasi 6 minuti di emozioni in un pezzo molto dolce che non tiene conto di nessun genere musicale, è solo un bellissimo pezzo. (Soprattutto per me che di solito non apprezzo le varie power ballad proposte negli ultimi tempi)
Un bel disco (anche se non “fondamentale”) , ben suonato che piacerà sia ai fan del gruppo che ai fan del genere. Consigliato anche a chi ancora non conosce gli Artension.