Recensione: Salomè

Di Paolo Beretta - 19 Giugno 2007 - 0:00
Salomè
Band: Xandria
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Il 2007 in ambito power non è stato, a mio parere, ricco di lavori di pregevole fattura. Sarà forse questo il motivo che ha fatto si che il quarto lavoro degli Xandria mi abbia letteralmente conquistato e che tale convincimento stia resistendo agli ascolti. Più il cd gira nel mio stereo e più mi convinco di essere al cospetto di un album estremamente piacevole che fotograferei con gli aggettivi di sensuale, suadente, intrigante, eterogeneo e semplice. Qualità che lo rendono appetibile fin da subito e, cosa più importante, godibile nel tempo. Una delle critiche alle quali gli Xandria vanno facilmente incontro è quella di essere una band troppo derivativa. Nello specifico sono accusati di essere figli dei Nightwish in primis e di Edenbridge, Within Temptation ed After Forever in seconda battuta avendo esordito solo nel 2003 con Kill The Sun. Tale accostamento non fa riferimento solo al fatto che quelle citate sono tutte formazioni che hanno una singer dietro al microfono ma si palesa anche per il genere proposto: un power metal melodico e sinfonico di base con forti influenze gotiche. Io affermo che sarei ben contento se l’imminente nuova fatica dei Nightwish riuscisse ad avvicinarsi alla bellezza di questo Salomé – The Seventh Veil, condito di un sapore orientale, (presente solo in alcuni brani), al quale è realmente difficile resistere. Tra i punti di forza della formazione teutonica c’è sicuramente la singer Lisa Middelhauve, capace di essere delicata nelle tonalità più alte ma estremamente oscura, personale ed emozionante in quelle più basse (che addirittura preferisco) che abbondano. Il risultato complessivo è un cantato avvincente che si sposa alla perfezione con il sound in certi frangenti ruvido, sulla scia delle due chitarre di Heubaum e Restemeier, ed in altri più melodico e pregno di tastiere ed orchestrazioni della Babelsberg film orchestra.

La scaletta è semplice con una dozzina di brani la cui durata è estremamente contenuta. Nessuna suite ma tante canzoni che accarezzano i 3-4 minuti e che, di conseguenza, non vengono allungate come va tanto di moda attualmente. Il sound è diretto sia che si tratti di una ballad che di un pezzo dotato di una maggior propensione all’heavy metal e la produzione è curata.

Si comincia con la disperata e passionale Save My Life; un grido d’aiuto condito da orchestrazioni per un mid tempo dal grande impatto. Un ottimo crescendo che vede Lisa impegnata in tonalità basse nelle strofe per poi salire inesorabilmente nel coro elegante ed avvolgente. Con la successiva Vampire a mio parere raggiungiamo uno degli apici del disco con un heavy metal compatto dotato di atmosfere cupe, pericolose e tenebrose le quali ben si sposano con il testo della canzone e la voce di Lisa che si mantiene, per quasi tutta la sua durata, su emozionanti toni bassi che ti fanno venire la pelle d’oca. Piccoli spiragli di melodia, con innesti di cantato cristallino, rendono più ricco il brano che, una volta giunto al termine, lo si vorrebbe assaporare nuovamente dall’inizio. Beware; un monito, un avvertimento che assume i connotati di un singolo per la sua spiccata propensione melodica garantita dal suo ritmo accattivante al pari coro e dalla sensuale l’ugola di Lisa quando sussurra nelle strofe. Una colata di riff, ed un timbro vocale molto Tarja oriented, caratterizza invece il sound di Emotional Man; traccia che ricorda molto i Nightwish di Once per il bel lavoro di chitarre, il coro arioso e lungo (che diventa quasi un inno da cantare a squarciagola) ed il break che rilancia il ritornello come se fosse una molla. Un sospiro supportato da un sinistro, e poco rassicurante, arpeggio accompagna i primi istanti della grigia Titletrack la quale, solo verso la parte centrale, svela il suo irresistibile lato orientale nell’assolo e nelle percussioni che evocano alla perfezione la danza dei sette veli prima di tornare sui binari iniziali. Hit dall’indiscusso potenziale commerciale risulta essere Only For The Stars In Your Eyes che, per la formula del duetto (Mika Tauriainen degli Entwine), ricorda in parte Wish I Had An Angel anche se la canzone degli Xandria punta maggiormente sulla facile assimibilità del coro e su toni vocali bassi per entrambi gli interpreti. Una song che comunque dà dipendenza. La seconda metà del disco inizia con l’incalzante Firestorm che dimostra tutto il suo potenziale con l’uso dell’elettronica e ci esalta con il break ruvido, potente ed aggressivo, con l’innesto del riffing delle chitarre ed un breve e ficcante growl il quale, di fatto, spezza il brano e lo porta alla sua naturale conclusione riprendendo il refrain. A New Age punta invece tutto sull’indiscussa bontà del coro e sulle linee melodiche studiate per riuscire ad incastonarsi progressivamente nella nostra testa. Ovviamente non poteva mancare una dolce ballata con le note del piano a fare da cornice alla voce cristallina di Lisa ed ecco quindi The Wind And The Ocean pronta ad allietarci per 3 minuti e mezzo. L’oriente torna a farsi sentire prepotentemente in Sister Of The Light con un pesante, ed azzeccato, uso del groove per una danza metallica seducente e sexy che ci tenta invitandoci a lasciarci andare e a peccare. Top song!!! Torniamo su lidi musicali più consolidati e riconducibili al power melodico con Sleeping Dogs Lie, condita da un’interpretazione celestiale di Lisa la quale sussurra con classe quasi pizzicando le sue corde vocali prima del ritornello vincente che non lascia scampo. Arriviamo al termine del lavoro con le tinte gotiche ed oscure dell’heavy metal di On My Way le quali si placano solo nel refrain arioso. La singer ancora una volta dimostra la sua grande versalità alternando, con facilità, toni bassi ad altri vertiginosi.

Salomè – The Seventh Veil è davvero una piccola gemma e lo dimostra il fatto che è un cd da assaporare in tutta la sua interezza senza usare il tasto skip. Se togliamo Lisa, che mi ha conquistato fin dalla prima canzone, la dovizia tecnica della band non è trascendentale. La sezione ritmica non è mai messa sotto torchio: i cambi di tempo sono ben eseguiti ma non sono mai particolarmente impegnativi. Stesso discorso per i giri di basso, i riff, gli assoli e l’utilizzo delle keyboards. Il songwriting è, in definitiva, abbastanza semplice ma di ottimo gusto e riesce ad offrire all’ascoltatore, in una scaletta studiata, la giusta alternanza tra potenza grezza, atmosfere cupe, melodie maggiormente facili e tinte orientali che, unite ad un cantato vario, lo rendono immune dagli ascolti ripetuti. Per tutti questi motivi consiglio senza remore Salomè – The Seventh Veil a tutti gli amanti del power melodico, sperando che nel futuro sappiano continuare su questa strada. Ben fatto Xandria.

Paolo “FIVIC” Beretta 

TRACKLIST:

1. Save My Life
2. Vampire
3. Beware
4. Emotional Man
5. Salomé
6. Only For The Stars In Your Eyes
7. Firestorm
8. A New Age
9. The Wind And The Ocean
10. Sisters Of The Light
11. Sleeping Dogs Lie
12. On My Way

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