Recensione: Sanojesi Äärelle
Quando si parla di black di alta qualità nel corso degli ultimi quindici anni, spesso si tende a guardare ai soliti nomi, spesso giganti appesantiti da due decadi di attività che riciclano idee già logore in modi discutibili o che portano avanti i propri discorsi personali rinnovando costantemente il genere, allargandone gli orizzonti. In pochi puntano il dito contro l’est della penisola scandinava, contro quella Finlandia forgia di talenti tra i quali spiccano gli iperattivi Horna, giunti alla loro trentacinquesima opera tra demo, EP, full length e una valanga di split.
Vuoi per la distribuzione non propriamente capillare, vuoi per l’approccio brutale e senza compromessi al genere e vuoi per i titoli degli album assolutamente alieni, gli Horna sono rimasti più o meno nel ghetto del black scandinavo, adorati dagli “addetti ai lavori” e per lo più snobbati da buona parte degli amanti dell’estremo. Persino il progetto semi-solista di Shatraug, i Sargeist, sembra a tratti aver avuto più successo dei monumentali Horna.
Dopo il feroce e impronunciabile Envaatnags Eflos Solf Esgantaavne, l’incerto Ääniä yössä e il recente Sotahuuto, dedicato all’anima immortale di Quorthon, Shatraug e la sua compagine portano a galla, come di consueto, l’ennesima elevazione dello spirito più crudo e “raw” del black metal in chiave finnica, racchiusa in un elegante doppio digipack dalla fenomenale copertina dipinta da König della Sperber Illustrationen.
Ancora una volta trionfano i riferimenti al satanismo più esasperato, alla malattia, alle pestilenze (chiave di volta del recente Ääniä yössä) e alla violenza fisica e mentale ben trasmessa dai riff al fulmicotone, tetri e brutali, che imperniano le veloci staffilate delle dieci tracce che vanno a comporre il primo disco. Ferali e thrashosi come da tradizione, gli Horna scelgono di deporre i momenti introspettivi che punteggiavano uno dei loro capolavori, Sudentaival, in favore di un disco massiccio, devastante dalla prima all’ultima nota.
Interessante il declino dell’album in fase terminale, con una quasi-epica “Merkuriana” dai riff aggraziati che potrebbero riportare a un certo tipo di black di prima scuola norvegese se non fosse per la voce disperata di Corvus, ormai una garanzia, che da sola è in grado di distruggere qualsivoglia tentativo di mid-tempo, che viene inevitabilmente soffocato e riportato verso quelle soluzioni melodiche incalzanti e ruvide tipiche della band finlandese.
Seguendo la filosofia del fondatore Shathraug, che vuole ogni nuovo lavoro degli Horna come un pinnacolo di tutto ciò che è stato prodotto in passato, Sanojesi Äärelle ci porta un secondo CD di materiale estemporaneo, la cui differenza di qualità di registrazione è percepibile a orecchio nudo.
Questo piccolo pugno di tracce bonus mostra un aspetto più inusuale e perché no, più epico delle cinque maschere di morte di Lappeenranta: lo scream ai limiti dell’umano disperde vibrazioni Emperoriane, persino Burzumesche nella loro teatrale disperazione. La melodia si fa strada tra le quattro lunghissime tracce (quasi 40 minuti di musica, una tradizione diffusa nell’estremo finnico) e le atmosfere sono più malinconiche grazie all’alternarsi di riff lenti, ipnotici e maledetti a improvvise accelerazioni furiose.
La prima linea del fronte del black moderno si è ormai talmente stravolta grazie a continui inquinamenti e sperimentazioni, che a volte si fatica persino a ricordare quale dovrebbe essere il vero volto del genere più nero del metal: gli Horna sono tornati per la trentacinquesima volta a ricordarcelo: nessun filosofeggiare, nessuna speranza, nessun respiro: il raw black metal è una macchina da guerra che trova linfa vitale nel modo tutto finlandese di concepire i riff, ripetuti con ossessione vertiginosa, supportati dalla batteria devastante di Vainaja (anche se rimpiango le fucilate dell’inarrivabile Gorthaur) e “ingrassati” dall’ottima ritmica di Infection, ex-bassista recentemente sostituito dal nuovo arrivato Qraken.
Insomma, gli Horna sono una garanzia di qualità: chiunque abbia apprezzato uno qualunque dei loro ultimi lavori troverà in Sanojesi Äärelle un “più” e un “meglio”, esattamente secondo volere di Shathraug.
Da questo doppio album non si cerca innovazione, non si cercano sentieri solari e non battuti: gli Horna non sono pionieri, ma ottimi ufficiali di un vascello nato nei primi anni ’90 e che non può – e non deve – essere abbandonato alla deriva.
Daniele “Fenrir” Balestrieri”
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TRACKLIST:
CD 1
1. Muinaisten Alttarilta
2. Verilehto
3. Mustan Kirkkauden Sarastus
4. Katseet
5. Askeesi
6. Sanojesi Äärelle
7. Orjaroihu
8. Risti Ja Ruoska
9. Wikinger
10. Merkuriana
CD 2
1. Liekki Ja Voima
2. Ruumisalttari
3. Musta Rukous
4. Baphometin Siunaus