Recensione: Satan Macht Frei

Di Giorgio Vicentini - 25 Maggio 2005 - 0:00
Satan Macht Frei
Band: Blackdeath
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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61

Sulla scorta di altre buone uscite provenienti dalle medesime latitudini, mi sarei atteso qualcosa di più dai russi Blackdeath, combo con alle spalle varie release tra cui quattro full lenght ed altre mini uscite battezzate dal demo del 1995. 

Per quel che mi riguarda non si va oltre un buon disco frontale e senza troppi compromessi, sonoramente invadente e violento, che ogni volta riesce a colpirmi con l’esplosione irruenta di “Satan macht mich frei” ma che finisce per accomodarsi gradualmente su sé stesso. Temi prettamente serrati, cantati in tedesco su riff molto compatti a creare un invalicabile muro di note continue e nocive, complice una produzione tipicamente grezza ma non per questo insostenibile ed a suo modo estremamente potente e graffiante. Un bel paramento sferzante di vocals marce tra toni alti e bassi ed affondi elettrici furiosi su un drumming d’ordinanza.

Pur sentendomi di assecondare la volontà del disco, tanto chiara quanto diretta e sostanzialmente univoca, ho trovato il disco autolimitato dai suoi aspetti cardine che non danno respiro ad altre visioni, soffocando ad esempio i cambi di tema teoricamente riusciti, ma sui quali è spalmato uno strato oltremisura denso ed accecante, al lavoro per 32 minuti. 
Una bestiaccia sfrontata ma genuina nella sua gretta espressività e nelle sue imprecisioni, dal taglio rigoroso come in “Unter der Schwarzsonne” o “Schmerzenssehnsucht”; da accogliere capendo i limiti di alcuni passaggi che citano sostanzialmente altri, nel semi anonimato dell’interpretazione vocale che irregolarmente perde tono, finendo risucchiata dal frastuono imperterrito tra tentativi vagamente melodici ma relativamente riusciti. Con Satan Macht Frei la sicurezza sarà di trovare cattiveria a iosa, in certi casi eccessivamente reiterata, che fa emergere qualche carenza del songwriting tutt’altro che approfondito e di presa relativa, ma che ha compito principe di aggredire ed invadere.

Gli stimoli attraenti per gli estremisti ci sono tutti, mancano invece le esche giuste con le quali far abboccare anche coloro a cui non basta la mera violenza e l’aria rabbiosa. Platter mediamente riuscito che consiglierei di lasciare in seconda battuta privilegiando altri pezzi più validi proveniente dall’ex Russia.

Blackdeath is certainly not a nazi-band nor a political band. We piss on those who think and claim so.

Tracklist:
01. Satan macht mich frei
02. Unter der Schwarzsonne
03. Der Flug des Nukleardrachen
04. Licht ist dein Tod
05. Satanische Endlösung
06. Schmerzenssehnsucht
07. Die Stahltränen

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61