Recensione: Satanica
Satanica segna nella carriera musicale dei Behemoth il disco della svolta. Da questo lavoro in poi i polacchi scaleranno le vette del metal estremo raggiungendo al giorno d’oggi lo status di band portabandiera del death metal mondiale.
Facciamo prima un passo in dietro per raccontare brevemente l’evoluzione di questi giovani musicisti. La band inizia a muovere i primi passi nell’underground all’inizio degli anni novanta, seguendo le lezioni impartite dai maestri del black norvegese. I primissimi lavori come From The Pagan Vastlands, And The Forests Dream Eternaly e il primo full-lenght Sventevith, pur essendo un tributo al black scandinavo, mettono in risalto l’attitudine e la buona personalità di questi ragazzi. I Behemoth si dimostrano subito una band in piena evoluzione con i successivi Grom e Pandemonic Incantation dove accanto al black metal primordiale degli esordi i nostri cercano personalizzareil proprio sound aggiungendo inserti di cori femminili, partiture più complesse il tutto accompagnato da evidenti miglioramenti dal punto di vista tecnico e compositivo.
Con Satanica Nergal e compagni danno una profonda sterzata al proprio indirizzo musicale. La componente black viene praticamente del tutto abbandonata per lasciare il posto a un death violento, a tratti brutale, complesso e tecnico. Nergal, leader e fondatore della band, non ha mai chiarito le motivazioni di questo netto cambiamento. Molto probabilmente il cambiamento è dovuto a tutta una serie di ragioni come il continuo miglioramento tecnico dei musicisti, l’approdo ad un genere che evidentemente permetteva loro di esprimersi pienamente, che gli consentisse di uscire dall’anonimato e forse anche il periodo di appannamento della nera fiamma ha contribuito non poco.
In questo disco i Behemoth si presentano come un trio: Nergal alle chitarre, basso e voce (e synth), Inferno (subentrato nel 1997) dietro le pelli e il nuovo membro L.Kaos alla seconda chitarra.
Cominciando a parlare della musica contenuta in questo dischetto si può subito mettere in evidenza la grande personalità della proposta. Il death metal suonato dai Behemoth riprende i grandi della scena americana ma da subito si intuiscono i caratteri fondamentali che verrano amplificati con le uscite successive. I polacchi conferiscono grande teatralità alle proprie canzoni, nei complessi intrecci chitarristici ci sono momenti di grande epicità, riff e ritmiche in qualche modo donano un senso di maestosità, quel tocco di misticismo che elevano i Behemoth dalla miriade di band cloni senza un briciolo di personalità. Coraggioso ed efficace anche l’utilizzo dei synth nei finali di canzoni. Ma più di mille parole può la musica…e allora come non rimanere estasiati dall’opener Decade Of Therion. Un vortice di brutalità incontrollata, ritmiche velocissime, una batteria infuriata e precisa, conditi da un growl personalissimo. Un biglietto da visita incredibile per una band che dimostra un controllo e una cosapevolezza dei propri mezzi notevoli. Una canzone che diventerà un classico nei concerti del gruppo. Il resto del disco non raggiungerà le vette di violenza raggiunte con la prima traccia ma le restanti canzoni presenti non abbasseranno minimamente il livello qualitativo del disco. Brani come LAM, con aperture “melodiche” (notate le virgolette) di grande gusto, Ceremony Of Shiva, dall’incedere epico ed evocativo, dimostrano quanto i Behemoth siano capaci di comporre musica dal grande impatto emotivo (oltre che puramente sonoro). Nel prosieguo del disco non ci sono pause, ogni traccia ha una propria identità, in continua tensione fra parti dalla furia cieca a momenti più ragionati ed evocativi. Fra tutte spicca l’ultima Chant For Escaton 2000, dall’andamento thrasheggiante ed ipnotico, degna conclusione per un disco che permette ai Behemoth di compiere un netto salto di qualità.
Per la precisione il disco non termina qui, ma dopo numerose tracce “silenziose” ci sono due intermezzi senza titolo: un primo strumentale, il secondo è un breve brano pesante e lento che non aggiunge niente a quanto già detto su questo disco.
La produzione è ottima, con suoni potenti, ruvidi ma che sono ben modulati fra loro. Le lyrics sono incentrate su temi legati all’occulto e sono accompagnate dalle relative spiegazioni.
Che dire di più…un gran bel disco per la label italiana avantgarde che farà felici gli amanti del death e della musica estrema in generale. Pur non essendo il miglior disco della band, Satanica è sicuramente un ottimo inizio per scoprire una formazione che da qui in poi non sbaglierà nessun colpo e lascerà terra bruciata dietro di sè.