Recensione: Satan’s Gift
La storia dei teutonici Deathrow ha inizio con un viaggio di circa 300 km da Brema a Dusseldorf, intrapreso da due adolescenti e ancora imberbi amici d’infanzia: Sven Flugge (chitarra) e Markus Hahn (batteria). Dopo aver abbandonato gli studi e aver acquistato il classico furgoncino Volkswagen, i due partono alla ricerca dei membri mancanti alla band e, ovviamente, a caccia di fama e gloria. Non a caso la scelta cade sul capoluogo della North Rhine-Westphalia. Sono numerosi, infatti, nell’area della Ruhr, i locali nei quali si può suonare musica dal vivo e crescente è la richiesta da parte dell’audience, che guarda con interesse alle uscite ‘targate Bay Area’ ma anche alla fiorente scena thrash metal teutonica, sulla scia della dilagante popolarità dei cosiddetti ‘big three’ tedeschi (Destruction, Kreator e Sodom). Vi si possono trovare inoltre act come Living Death, Angel Dust, Holy Moses, Assassin (con i quali i Nostri condivideranno la sala prove) e vari altri.
Arrivati a destinazione, i due si stabiliscono all’interno di un freddo bunker sotterraneo post-bellico (a loro detta, «in coabitazione con una colonia di topi»…), allestito anche come stanza per le prove. In breve tempo, entrano in contatto con il cantante/bassista Milo e il chitarrista Thomas Priebe, anche loro amici. Insieme, suonano per la prima volta il 31 ottobre – capodanno celtico – 1985, scegliendo così il loro nome: Samhain (cambiato poi in Deathrow).
Ed è da qui che parte la loro carriera ‘ufficiale’…
Grazie ad un paio di demo, registrati con un mixer a quattro piste, i Deathrow ottennero un fortunoso contratto con la Noise Records ed entrarono in studio di registrazione per realizzare il primo full-length. Inizialmente il disco doveva uscire con il titolo di “Riders Of Doom” e la copertina con i quattro cavalieri dell’Apocalisse mentre, solo per il mercato statunitense, con il titolo di “Satan’s Gift” e una differente cover. Alla fine, questa versione finì anche sugli scaffali dei negozi europei, oltre alla versione “Riders Of Doom”. Anche se oggi questo genere di ‘uscite doppie’ potrebbe fare la felicità dei più incalliti collezionisti di rarità in vinile, sicuramente non si può dire altrettanto per quanto riguarda i Deathrow, che criticarono duramente la scelta dell’etichetta discografica.
La produzione fu affidata a Ralph Hubert, storico leader dei Mekong Delta. Pur non ottenendo dei suoni poi così nitidi, riuscì ad amplificare la grinta e la giovanile irruenza del quartetto di Dusseldorf (in studio così come in sede live) e di conseguenza le tracce possono sembrare registrate in presa diretta, con tutti i relativi pregi e difetti. Canzoni come “Spider Attack”, “Slaughtered”, “Violent Omen” e “Samhain” a un adeguato volume sono delle autentiche sferzate thrash che non fanno prigionieri. Con la strumentale “Hell’s Ascent” e con “Dark Tales”, aperta da un buon arpeggio di chitarra, il combo prova a esplorare territori in parte affini all’heavy classico e allo speed. In particolare, per l’uso dei veloci legati e per i ripetuti scambi di soli delle due asce. Anche il trittico iniziale “Winds Of Death”, “Satan’s Gift” e “Riders Of Doom” mantiene alta l’attenzione dell’ascoltatore, pur non riuscendo del tutto a evitare la quasi inevitabile influenza dei primi Metallica e Slayer. Talvolta sono le urla di Milo ad assomigliare ai tipici scream di Tom Araya, ma si comincia a disegnare comunque lo stile che caratterizzerà le uscite seguenti.
Primo tassello della discografia di una band che, allora, aveva ancora molte frecce al proprio arco, “Satan’s Gift” è un più che onesto e compatto debutto, adatto a tutti gli amanti del thrash metal nella sua forma primordiale. In questo senso, mi sembra doveroso ricordare che il platter è uscito nello stesso anno di “Obsessed By Cruelty” dei Sodom, di “Pleasure To Kill” dei Kreator e di “Eternal Devastation” dei Destruction, sebbene la Storia inserisca Deathrow nella seconda ondata del thrash teutonico.
Orso “Orso 80” Comellini
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Track-list:
1. Winds Of Death 2:37
2. Satan’s Gift 3:03
3. Riders Of Doom 4:52
4. Hell’s Ascent 4:03
5. Spider Attack 4:00
6. Slaughtered 3:53
7. Violent Omen 4:25
8. Dark Tales 5:52
9. Samhain 6:40
All tracks 38 min. ca.
Line-up:
Milo – Vocals, Bass
Sven Flugge – Guitar
Thomas Priebe – Guitar
Markus Hahn – Drums