Recensione: Saturn Skyline

Di Mauro Gelsomini - 14 Marzo 2007 - 0:00
Saturn Skyline
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Anno: 2007
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80

Tutt’altro che una meteora, il progetto Last Autumn’s Dream di Mikael Erlandsson, Andy Malecek (ex Fair Warning), Marcel Jacob (Talisman) e Jamie Borger (Talisman e Treat), giunge al quarto episodio con questo “Saturn Skyline”, ritagliandosi di diritto il proprio posto nel panorama AOR contemporaneo.

In effetti ben pochi act nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, sono riusciti a stabilirsi tra i riferimenti di un genere continuamente in debito di ossigeno rispetto ai maestri degli anni ’70 e ’80. Difficile quindi pensare ad altre band riuscite a scrollarsi di dosso i pesanti paragoni con un passato fin troppo ingombrante… Mi viene da pensare ai Pride Of Lions di Jim Peterik, e poche altre, con la conseguenza che i Last Autumn’s Dream debbono vantarsi di aver raggiunto uno status davvero “da sogno”.

Dopo qualche perplessità sul proseguo della carriera, all’indomani del secondo album, cui seguì, guarda caso, l’uscita di scena dei tre Europe John Leven, Ian Haughland e Mic Michaeli, i nostri si sono rimboccati le maniche e caparbiamente sono giunti ad un disco di transizione come “Winter In Paradise”, lasciato quasi nell’anonimato dalla promozione europea, avente però il pregio di battere implacabilmente su un ferro alquanto raffreddato, e di tenere botta in maniera davvero encomiabile.

Eccoci dunque ad un nuovo capitolo dalle tinte decisamente riconoscibili nel sound affermato dei Last Autumn’s Dream: un AOR senza compromessi, malizioso, ruffiano al punto giusto, intelligente, radiofonico e commerciale, con un trittico iniziale da “10 e lode”: “For The Young And The Wild” e il suo refrain immediato, “After Tomorrow’s Gone”, che tiene alta la tensione ritmica, e “Pages”, altro invitante up-tempo dai connotati danzerecci.

Da qui in avanti sfilano episodi più posati, sempre iper-melodici, sia chiaro, ma decisamente meno arrembanti: “Rock ‘N’ Roll Is Saving My Soul” è una ballatona dai chiari intenti retrò, con un ritornello in perfetto stile Last Autumn’s Dream, ovvero votato alla memorabilità. Riparte di carriera la whitesnakeiana “I Know A Lot About Love”, mentre più arcigno è il rock di “Critical”, in cui è notevole più che in altri frangenti il lavoro tellurico di Jacob al basso. Si torna sui lidi del mid-tempo strappaconsensi con “Supersonic” e con “Frozen Heart”, un’altra ballatona, stavolta ruffianissima e melensa. E’ la volta quindi di “American Girl”, che con la precedente cela, ma neanche troppo, una sorta di omaggio agli FM delle song omonime, ma che inizia a soffrire un po’ quanto ad originalità e freschezza, che continuerà con “Domino” e terminerà con le due ballad poste a fine tracklist, “Still On The Run” e “Skyscraper”. Quest’ultima risolleva la curva di gradimento, leggermente calante, con i suoi cori à la Queen.

Dopo i tentennamenti del tradizionale terzo disco, i Last Autumn’s Dream giungono alla prova del nove in ottima forma, e superano alla grande l’ostacolo. Consigliato.

Tracklist:

  1. For The Young And The Wild
  2. After Tomorrow’s’ Gone
  3. Pages
  4. Rock ‘n Roll Is Saving My Soul
  5. I Know A Lot About Love
  6. Critical
  7. Supersonic
  8. Frozen Heart
  9. American Girl
  10. Domino
  11. Still On The Run
  12. Skyscraper

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