Recensione: Savage Dawn [MC]
Da qualche tempo è disponibile Savage Dawn degli Iron Curtain in musicassetta. Supporto che negli ultimi anni si è ricavato la propria nicchia e vanta un buon numero di seguaci. L’etichetta svedese Jawbreaker Records è una fra le più attive in questo senso, a livello europeo, sebbene vada sottolineato che sforni regolarmente anche lavori in Cd e in Lp.
Il quinto album degli heavy metaller di Murcia (Spagna) vede la luce in due singole edizioni limitate: 150 pezzi dalla colorazione argentata e 50 dalla pigmentazione dorata, con quest’ultima versione abbinata a una toppa di 6×9 cm raffigurante il logo della band abbinato allo slogan “Make Heavy Metal Dangerous Again“.
Particolarmente intriganti risultano le grafiche a corredo: il cartonato interno si dispiega lungo tre ante e mezza e riporta delle belle foto del gruppo corredate da tutte le informazioni di rilievo riguardanti le note tecniche, la line-up, gli special thanks. Un prodotto di assoluta qualità in linea con le precedenti realizzazioni Jawbreaker.
Gli Iron Curtain sono attivi dal 2007, quindi si avvicinano ad avere venti anni di milizia attiva e continuativa sul groppone e per chi scrive potrebbero incarnare la miglior risposta confezionata in patria ai Muro, in termini di veemenza sonora, band storica ma di fatto al palo da più di dieci anni. Ultimo loro disco El Cuarto Jinete, del 2013.
Gli scatti che immortalano gli Irons non lasciano spazio a dubbio alcuno: la loro non può essere che una proposta strettamente legata all’heavy metal più puro e tradizionalista. La stessa ambientazione utilizzata per la copertina, ricavata molto probabilmente all’interno di una vecchia fonderia e poi sviluppata nelle immagini riportate nel cartonato fa riferimento al classico immaginario legato al Metallo più intransigente. La mise dei vari Mike Leprosy (voce, chitarra), Joserra (basso), J.C. Moreno (batteria) e Juanma “Gypsy Rocker” Fernández (chitarra) è poi totalmente aderente ai cliché conclamati e decodificati: cartucciere, borchie e catene a profusione.
Savage Dawn quindi si annuncia come una cascata di metallo senza ma e senza se. E le attese non vengono assolutamente deluse lungo i 38 minuti abbondanti di durata suddivisi pressoché equamente sulle due facciate della musicassetta, denominate rispettivamente come Side Iron e Side Curtain. La loro proposta è una miscela micidiale di acciaio fuso che attinge a piene mani dalla grande lezione heavy speed impartita da Exciter e Razor senza farsi mancare qualche addentello in ambito più compiutamente classico.
Un vero bagno di salute, insomma, per qualsiasi defender degno di tale nome. “Rattlesnake” e “Tyger Speed” sono cannonate speed metal tout court condite dall’ugola verace di Mike Leprosy, solo per citarne due e “Калашников 47” è un tributo chiaro e netto ai Running Wild, quando ancora facevano i Running Wild, quindi lustri fa. Il resto permane strettamente nei canoni previsti dalle linee guida, ci siamo intesi…
Per chiudere: nulla di nuovo sul fronte occidentale, se non la consapevolezza che gli Iron Curtain finché dureranno forniranno continuità all’essenza primigenia della siderurgia applicata alla musica dura.
Cosa non da poco.
Stefano “Steven Rich” Ricetti