Recensione: Savage Or Grace

Di Matteo Bovio - 13 Giugno 2003 - 0:00
Savage Or Grace
Band: Sinister
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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70

In tutta onestà ne avremmo fatto a meno di questa nuova uscita di questa prolifica band olandese; da qualche anno a questa parte sembra che i nostri abbiano deciso di sfornare album giusto per farci sapere che sono ancora al mondo, dimentichi un po’ troppo del fattore qualità. Parliamoci chiaro, Creative Killings era stata una mazzatona e una buona prova, ma arrivava da quella stessa band che ai tempi suonava Cross The Stix e Hate…. Bene, per questo ennesimo lavoro posso fare un discorso praticamente identico.

Date in mano degli strumenti a questi mestieranti e vi tireranno fuori come sempre potenza e cattiveria; anni di esperienza certo non sono stati sprecati. Ma, colpa della fretta o dell’età che avanza, la creatività sembra avere abbandonato i nostri. Savage Or Grace è un album di grande impatto iniziale, che mette in mostra sin dal primo ascolto la propria rabbia, ma che scade altrettanto in fretta nel già sentito. Anzi, ancora prima che un problema di originalità, siamo di fronte ad un’effettiva carenza compositiva. Prendete queste mie parole con le molle, perchè non vorrei far passare i Sinister e questo loro album per spazzatura: ma di fatto non siamo più davanti a canzoni tanto accattivanti quanto lo era per esempio “Doomed”! Ora ci viene presentato un brutal nudo e crudo, ma anche asettico e ogni tanto piatto.

Fortunatamente la band ha detto addio alle pseudo-sperimentazioni virtuosistiche del loro penultimo cd e ha anche leggermente migliorato l’approccio tecnico-compositivo. Ma parlando in linea del tutto generale siamo di fronte ad un album qualitativamente fotocopia di Creative Killings. La stessa produzione mi lascia un attimo perplesso; buono questa volta il suono di chitarra, ma per quanto riguarda la batteria mi permetto di storcere il naso. Suoni decisamente anomali, che mi auguro non siano stati una scelta cosciente della band… La prova tecnica d’altra parte è assolutamente impeccabile, a parte quel che riguarda la giovane Rachel: a parte che mi sembra abbastanza evidente l’uso di filtri (non certo per “darle una mano”, visto che a quanto pare dal vivo se la cava alla grande), ma a stufare è il timbro monocorde che viene utilizzato, inespressivo e neanche troppo potente.

Ma passiamo alle canzoni. L’intro “Rise Of The Predator” sembra voler essere un richiamo al loro classico stile, che vuole un death metal fatto non solo di aggressività ma anche di ambientazioni oscure (e in tale senso Hate è stato un vero capolavoro). Eccoci dunque lanciati in piena corsa nella title-track; e qui si decidono in sostanza le sorti del cd. Se trovate “Savage Or Grace” un episodio sufficientemente significativo e stilisticamente valido, allora questo è un lavoro che fa per voi. Per quanto mi riguarda ho trovato questa la song probabilmente più interessante di tutto il cd, fatto di brani che in sostanza mancano di quello spirito che io vado cercando quando leggo il nome Sinister.

Passando a brani come “Chapel Desecration” sembra venga ripreso in parte il modo di suonare di Diabolical Summoning, con parti piuttosto cadenzate e le chitarre assolute padrone del set. A livello di suono siamo però in tutt’altro ambito, proprio a causa (o grazie) a questa produzione; volendola proprio salvare in extremis posso considerarla alla stregua di un tentativo di riprodurre le sonorità di alcuni gruppi dei primi anni ’90, ma una spiegazione così tirata per i capelli onestamente non mi sembra convincente.

Che dire ancora? Savage Or Grace, non mi stancherò mai di dirlo, è un album assolutamente standard suonato da un gruppo a modo suo grandioso. Probabilmente è ciò a cui ci dovremo abituare per tutte le loro future uscite, e a questo punto viene da domandarsi cosa spinga il gruppo a proseguire su questa strada. So che le mie parole stonano con il voto a fine pagina, ma esprimono innanzitutto lo stato d’animo che ogni aspettativa delusa porta con sè. Mi aspettavo dell’ottimo brutal, invece ho trovato ‘solo’ canonica ferocia: ma la coerenza non sempre basta.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Rise Of The Predator
02. Savage Or Grace
03. Barbaric Order
04. The Age Of Murder
05. Conception Of Sin
06. Chapel Desecration
07. Dominion
08. Collapse Rewind
09. Apocalypse In Time

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